Il 35% della popolazione adulta è in sovrappeso e quasi il 10% è obesa: percentuali che, in realtà, sono addirittura superiori. Un’indagine promossa dalla Fondazione Istituto Danone e presentata nei giorni scorsi alla Biblioteca della Camera dei Deputati, su un campione rappresentativo di 2 mila individui, ha evidenziato che la percezione è ancora più elevata: il 55% degli intervistati, infatti, dichiara di avere un problema di sovrappeso. Questo contribuisce a generare una nevrosi del controllo del peso, particolarmente vissuta dalle donne: il 30% di loro, infatti, ammette di salire sulla bilancia almeno una volta alla settimana, e di queste il 40% lo fa ogni giorno o quasi.
Alla domanda “Ha avuto problemi di peso negli ultimi 2 anni?”, il 35% risponde affermativamente. Per risolvere il problema circa la metà degli intervistati (49%) ha fatto ricorso ad una dieta “fai da te” e soltanto il 26% si è fatto consigliare da uno specialista. Il campione intervistato è apparentemente consapevole del fatto che l’attività sportiva possa essere una soluzione: tuttavia 1 su 2 dichiara di non praticarla. Prevale comunque la consapevolezza dell’errore alimentare: il 47% degli intervistati ritiene infatti che sia stata questa la causa prima dell’aumento eccessivo di peso. Un dato che fa riflettere sull’urgenza di diffondere informazione e aiuti concreti per il cambiamento delle abitudini alimentari.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità mette in guardia su una tendenza che continua a crescere: l’obesità è ormai da anni riconosciuta come uno dei 10 maggiori fattori di rischio per la salute. In Italia, le Società scientifiche hanno lanciato un appello, chiedendo alle istituzioni di inserire l’obesità nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e di considerarla a tutti gli effetti una malattia. Questo sarebbe un passo importante a tutela dei pazienti a rischio di una patologia che, a causa delle sue complicanze, uccide ogni anno 57 mila persone nel nostro Paese.
La Fondazione Istituto Danone, che da anni si impegna per favorire la ricerca in campo nutrizionale e diffondere una corretta cultura alimentare, punta i riflettori sull’emergenza obesità e sulla necessità di un’azione congiunta per combatterla. Per questo ha presentato un libro: “Sovrappeso e Obesità: Nuovi scenari dell’epidemiologia dell’obesità nell’ultimo ventennio”, pensato per specialisti ed esperti, che raccoglie il frutto di studi e riflessioni sul problema obesità e sulle possibili strategie di intervento. <Scopo di questa pubblicazione è anche far luce sulle nuove tecnologie per valutare la composizione corporea e spiegare come genetica, dieta, sedentarietà o situazioni di stress possano influenzare il sovrappeso e l’obesità>, puntualizza Annamaria Castellazzi, professore associato di Patologia clinica e Immunologia all’Università degli Studi di Pavia, vice-presidente della Fondazione Istituto Danone e coautrice del libro. <Esami come omocisteina, adiponectina, metabolismo glucidico e profilo lipidico, ma anche tecniche strumentali come l’ecocardiografia, possono essere utili per la valutazione del grasso corporeo. Un nuovo filone di analisi consiste nella valutazione del microbiota intestinale, che interviene nel metabolismo dei grassi, provocando scompensi metabolici. E’ comunque fondamentale utilizzare numerosi parametri per valutare il tessuto adiposo, che rappresenta un vero e proprio organo endocrino da studiare. Ci auguriamo che questo nostro volume possa essere un valido supporto per comprendere sempre meglio il fenomeno obesità e sia di stimolo per promuovere sane abitudini alimentari e corretti stili di vita>.
Paola Trombetta