Andare all’estero per intraprendere un percorso di procreazione medicalmente assistita? Sono più di 4 mila le coppie italiane che decidono di farlo. Lo conferma l’indagine realizzata dall’Osservatorio Turismo Procreativo che è stata presentata in questi giorni a Roma. Il 50% di queste coppie va all’estero per un motivo ben preciso: la fecondazione eterologa che in Italia è vietata dalla Legge 40 del 2004. Ma l’altro 50% sceglie di migrare per trattamenti che sono comunque disponibili anche nel nostro Paese.
Perché tante coppie fuggono dall’Italia? <Certamente i limiti imposti dalla legge 40 hanno indotto molte coppie a rivolgersi ai centri stranieri per avere più ampie possibilità di trattamenti> risponde il dottor Andrea Borini, presidente dell’Osservatorio Turismo Procreativo (www.osservatorioturismoprocreativo.it). <Da noi c’erano molte limitazioni, come il numero degli embrioni fecondati (non più di tre) che dovevano essere impiantati subito e non si potevano congelare e il divieto di effettuare la diagnosi pre-impianto per valutare il rischio di malattie genetiche. Questi vincoli sono oggi superati, dopo la sentenza della Corte Costituzionale del maggio 2009 che ha demandato al medico di valutare, caso per caso, il numero di ovociti da fecondare e di embrioni da congelare, in riferimento alle condizioni di salute della donna. Per esempio, in caso di patologie come l’endometriosi, si possono fecondare più ovociti e congelare più embrioni per evitare di sottoporre la donna ad ulteriori stimolazioni ormonali, dannose per la sua salute. Anche la diagnosi pre-impianto è oggi ammessa in Italia, in presenza di familiarità per malattie genetiche. Nonostante questa apertura della legge, molte coppie sono ancora poco informate o si fidano del passa-parola di chi è andato all’estero>. Con i rischi che questo potrebbe comportare. <Purtroppo non tutti i centri stranieri lavorano in modo professionale e non sono rari i casi di coppie disperate che ritornano poi in Italia e vengono da noi con problematiche ginecologiche a volte anche gravi, con dispendio inutile di tempo e denaro> mette in guardia il professor Carlo Flamigni, ginecologo e autore di numerosi libri sulla fecondazione medicalmente assistita, di cui l’ultimo, in uscita a maggio, dal titolo appunto “Fecondazione e(s)terologa”. <Per non parlare del tema scottante della fecondazione eterologa, oggi vietata in Italia. Se un tempo, cioè prima della legge, si potevano ricevere i gameti “in donazione” che provenivano, nella maggior parte dei casi, da coppie che già avevano avuto figli con la fecondazione assistita e quindi erano controllate dal punto di vista medico, oggi, all’estero, esiste un vero e proprio business di gameti, con la creazione di “banche” che acquistano e vendono senza le minime garanzie. Ci si limita, magari, a far scegliere i colore degli occhi e dei capelli, ma chi dà la garanzia che il gamete acquistato provenga da una persona sana, che non abbia magari avuto gravi malattie? Forse queste semplici considerazioni dovrebbero indurre le coppie a riflettere maggiormente prima di prendere una decisione che potrebbe sconvolgere la loro vita>.
di Paola Trombetta