<Da cinque anni soffrivo di mestruazioni molto dolorose, con sanguinamenti sempre più abbondanti, fino a essere diventata anemica>, racconta Karen Peralta, 34 enne, messicana di origine ma trapiantata ad Amburgo, che ha riportato la sua odissea al Congresso della Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO), con la partecipazione di più di 7.000 specialisti da tutto il mondo, i giorni scorsi a Roma. Il motivo? <Avevo una dozzina di fibromi, il più grande dei quali misurava ben 12 cm e sanguinava a ogni mestruazione. La proposta del ginecologo era l’asportazione chirurgica, ma, date le dimensioni, c’era il rischio di dover togliere una parte, se non l’intero l’utero. Mi sono rivolta allora alla Clinica universitaria di Amburgo dove stanno sperimentando un farmaco (Ulipristal acetato) indicato per i fibromi. Sono entrata nel protocollo di sperimentazione e già dopo i primi giorni di assunzione delle compresse, il sanguinamento si è interrotto e i dolori scomparsi. Per tre mesi ho assunto il farmaco e il grosso fibroma si è ridotto, misurando oggi poco più di 4 centimetri. A questo punto l’intervento chirurgico non è stato più necessario e la mia vita è cambiata radicalmente, senza più dolore, né sanguinamenti. E, notizia ancor più bella, potrò presto programmare una gravidanza!>.
Come Karen sono diverse centinaia le donne che stanno sperimentando questa nuova cura per una malattia, come i fibromi, tra le prime cause di isterectomia in pre-menopausa. Già in commercio negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei come Germania, Inghilterra, Austria, Portogallo, Ungheria, Polonia, dovrebbe essere disponibile dal prossimo anno anche in Italia. La percentuale di incidenza di questa patologia, il più diffuso tra i tumori benigni ginecologici, si avvicina al 40% nella fascia d’età compresa tra 35 e 55 anni, interessando 20 milioni di donne nel Nord America e 24 milioni in Europa. La maggior parte delle donne con fibroma uterino non presenta sintomi gravi da dover richiedere un farmaco. In alcuni casi, però (10%), si evidenziano disturbi così fastidiosi (sanguinamento e dolore) da rendere necessario un trattamento, se non l’asportazione chirurgica e, in rari casi, l’isterectomia.
<L’unico farmaco finora utilizzato era un antagonista dell’ormone che favorisce il rilascio di gonadotropine (GnRH): agisce sull’asse ipotalamo-ipofisi e riduce il livello di estrogeni e progesterone, ma induce uno stato di menopausa temporanea, oltre ad avere effetti negativi sulla massa ossea e provocare secchezza vaginale>, conferma il professor Jacques Donnez, dell’Università Cattolica di Lovanio che sta coordinando la sperimentazione. <Questa nuova alternativa terapeutica (Ulipristal acetato 5mg) non provoca menopausa, agisce direttamente sulle cellule dell’endometrio e sembra anche avere un effetto anti-angiogenico sul fibroma stesso, bloccando la replicazione delle cellule e dei vasi sanguigni che lo nutrono>. Due studi Pearl I e II, di recente pubblicati sul New England Journal of Medicine, hanno dimostrato che Ulipristal acetato, a dosaggi di 10 mg, controlla i sintomi nel 90% delle donne trattate, rispetto al 19% con placebo. Le variazioni del volume dei fibromi sono state di -12%/-21%, con netta e immediata diminuzione del dolore e del sanguinamento. Da non sottovalutare poi la comodità di somministrazione in compresse giornaliere, rispetto alle iniezioni dei farmaci usati in precedenza. <I risultati degli studi confermano che, dopo soli tre mesi di trattamento, scompaiono dolore e sanguinamento>, conclude il professor Donnez, <e le dimensioni del fibroma si riducono a un punto tale da sospendere, in alcuni casi, l’intervento chirurgico o quanto meno, in caso di necessità, limitare l’asportazione ed evitare così l’isterectomia>.
di Paola Trombetta
BOX: LE PILLOLE CONTRO IL DOLORE GINECOLOGICO
Ha da poco ottenuto l’indicazione come terapia per le mestruazioni abbondanti, un disturbo che riguarda circa una donna su due. E’ una pillola contraccettiva a base di estrogeno naturale e progestinico dienogest. Lo studio Harmony, presentato al Congresso FIGO di Roma, condotto in Europa, Asia, America Latina, Australia, ha dimostrato come questa pillola sia in grado di ridurre fino al 75% i dolori addominali, al seno, mal di testa, nausea, frequenti nei giorni del ciclo. <I risultati di questo studio dimostrano che proprio le modalità di somministrazione, con soli due giorni di interruzione, rispetto ai 4 o 7 di altre pillole, riduce significativamente i disturbi>, puntualizza il professor Francesco Maria Primiero dell’Università “Sapienza” di Roma. <Inoltre le donne che hanno partecipato allo studio sono ricorse, in modo significativamente inferiore rispetto a quelle che usavano altri contraccettivi, a farmaci antidolorifici durante i giorni del ciclo mestruale>.
Un’altra opzione terapeutica, di cui è stata data notizia al Congresso mondiale, è l’utilizzo del progestinico dienogest a dosaggi di 2 mg, per la cura dell’endometriosi, una patologia che interessa il 10% delle donne in età fertile e, in molti casi, può compromettere la fertilità. E’ stato presentato uno studio, coordinato dall’Università di Siena, sull’utilizzo di questo farmaco per 15 mesi, di recente pubblicato sugli Archives of Gynecology & Obstetrics. I risultati? <Un’evidente diminuzione del dolore e della proliferazione del tessuto endometriale> conferma il professor Felice Petraglia, coordinatore dello studio. <Questo progestinico agisce riducendo la proliferazione, ma anche l’infiammazione, che provoca dolore, e contrastando l’angiogenesi, ovvero la moltiplicazione dei vasi sanguigni che favoriscono la diffusione di tessuto endometriale nella cavità pelvica. Per questa azione così mirata, il progestinico dienogest potrebbe presto ottenere l’indicazione come farmaco per l’endometriosi. Oggi si prescrivono terapie (anti GnRH) somministrate per via iniettiva, che provocano però una menopausa precoce, oppure si somministra senza interruzione la pillola contraccettiva che non ottiene però gli effetti del progestinico usato da solo, avendo anche l’estrogeno che, al contrario, sembra favorire la proliferazione di tessuto endometriale>.
(Paola Trombetta)