Più di tre donne su 10 hanno informazioni parziali, se non addirittura sbagliate, sulla contraccezione d’emergenza e conoscono poco o nulla sugli effetti della pillola del giorno dopo o dei cinque giorni dopo. Lo rivela un’indagine realizzata, per conto dell’Associazione Italiana di Ostetricia, da Boto srl in collaborazione con Frozen Frogs, condotta sui principali forum di discussione on line, considerati i più significativi sul tema della contraccezione d’emergenza (1.370 conversazioni).
Cosa è emerso? I ragazzi sanno che, in caso di rapporto a rischio, il primo referente è il consultorio, ma non hanno individuato in maniera chiara i soggetti professionali ai quali rivolgersi (spesso sono usati termini aspecifici come dottoressa, assistente, ecc.). Tuttavia l’ostetrica viene raccomandata come professionista competente e capace di attuare un’accoglienza ottimale, a garanzia della riservatezza. Dalle parole delle donne che hanno avuto un rapporto a rischio, emergono preoccupazione, ansia e addirittura panico. Hanno bisogno di rassicurazioni per capire cosa fare, tant’è che la domanda più frequente riguarda l’iter da intraprendere per farsi prescrivere la pillola d’emergenza. Anche chi l’ha già assunta manifesta dubbi e paure. Uno stato d’animo che testimonia come alla donna non vengano fornite sufficienti informazioni. Ma il dato più allarmante è che il timore di malattie sessualmente trasmissibili è l’ultima delle preoccupazioni: solo lo 0,5% esprime ansia per la possibile trasmissione di malattie sessuali in seguito a rapporti non protetti, ai quali si espongono sette volte su dieci.
Ragazze alla ricerca di una guida. Dall’analisi delle conversazioni emerge dunque la necessità di una professionista esperta, che unisca competenze tecniche alla capacità di accogliere e contenere l’emotività e l’ansia che inevitabilmente sorgono dopo un rapporto a rischio e all’assunzione della contraccezione d’emergenza. I consigli dell’ostetrica sono considerati risolutivi e tranquillizzanti e le ragazze si fidano di lei.
«Le donne che si rivolgono alle strutture sanitarie arrivano in situazioni di emergenza con le idee confuse e un forte carico di ansia e dubbi», conferma Antonella Marchi, presidente dell’Associazione Italiana di Ostetricia, che ha promosso un progetto di formazione, rivolto a medici e ostetriche, per supportare i giovani nelle scelte contraccettive, soprattutto in situazioni di urgenza. «E’ questo il motivo per cui abbiamo voluto costruire un percorso di formazione ad hoc sul corretto counseling, sia per la contraccezione d’emergenza che per le infezioni sessualmente trasmissibili. Queste infatti sono le problematiche che più di frequente, richiedono attenzione e partecipazione da parte dei professionisti sanitari del territorio e degli ospedali».
Ginecologo e ostetrica: una collaborazione vincente. La collaborazione medico–ostetrica è la chiave di volta per far ben funzionare bene i servizi sanitari territoriali.
«Avere una figura professionale come l’ostetrica, in grado di mediare e preparare adeguatamente le donne al successivo incontro con il medico, semplifica e rende più fruttuosa la relazione terapeutica», puntualizza Giovanni Fattorini, presidente dell’Associazione Ginecologi Territoriali (AGITE). «In questo modo il medico può dedicarsi alla parte più strettamente “tecnica”, la prescrizione, e completare il lavoro di counseling. Se la prima fase anamnestica/clinica venisse sempre condotta dall’ostetrica, il medico avrebbe più tempo da dedicare alla corretta informazione, presentando vantaggi e svantaggi dei diversi metodi contraccettivi d’emergenza, le loro caratteristiche principali e prospettare le diverse opzioni per permettere alla donna una scelta contraccettiva consapevole. Oggi ad esempio – aggiunge Fattorini – abbiamo molecole innovative, come Ulipristal acetato, che hanno un’efficacia maggiore rispetto alle precedenti formulazioni nel ridurre il rischio di gravidanze indesiderate, perché funzionano fino a 72 ore dopo il rapporto a rischio, ma richiedono tempo per illustrare alla donna il loro meccanismo d’azione e soprattutto spiegare come devono essere assunte e quali sono le possibili reazioni (alterazioni del ciclo o dolore al seno). Dal momento che è fortemente raccomandato assumere il farmaco il prima possibile, questo approccio è essenziale per render più efficace la metodica».
Il progetto di formazione, partito dall’analisi web, punta a formare medici e ostetriche su tutto il territorio nazionale. Un primo corso è stato organizzato a Roma con alcune ostetriche A.I.O. provenienti da quasi tutte le regioni. Tra i docenti la professoressa Barbara Suligoi, responsabile del servizio delle Malattie Sessualmente Trasmissibili dell’Istituto Superiore di Sanità per il tema delle infezioni sessualmente trasmissibili, la professoressa Rossella Nappi per la contraccezione d’emergenza, la dottoressa Elsa Del Bo dell’A.I.O. sulla funzione educativa di counselor e il professor Giovanni Fattorini sui temi inerenti la contraccezione responsabile. Nei prossimi mesi saranno organizzati numerosi eventi formativi per aggiornare altre professioniste ad affrontare con competenza i temi della salute sessuale e riproduttiva. Per informazioni: www.associazioneitalianaostetricia.it
di Paola Trombetta