LE STAMINALI DEL CORDONE OMBELICALE FINISCONO IN BANCA

Come tante altre mamme italiane, anche Belen Rodriguez ha deciso di donare alla Clinica Mangiagalli di Milano, dove ha partorito il piccolo Santiago, il proprio cordone ombelicale, un gesto di solidarietà che potrà aiutare i bambini malati di leucemia, linfomi, talassemia e altre patologie del sangue. Sono 32 mila le donazioni di materiale da cordone ombelicale, raccolte in più di 40 ospedali in Lombardia, e conservate nella Cord Blood Bank del Policlinico di Milano che ha compiuto in questi giorni 20 anni di attività. «Queste donazioni hanno consentito di creare un patrimonio di oltre 10mila donazioni congelate e idonee per il trapianto di cellule staminali, disponibili per i pazienti affetti da gravi malattie del sangue», conferma il dottor Paolo Rebulla, già presidente della Cord Blood Bank, in occasione del convegno dal titolo “Una vita che nasce rigenera la vita” a Palazzo della Provincia di Milano, promosso con il contributo della Fondazione Menarini. «Solo una parte del materiale raccolto è idonea per l’estrazione di cellule staminali che possono essere poi trapiantate, se compatibili, in soggetti affetti da malattie del sangue come leucemie, linfomi, talassemie, ma anche gravi deficit immunitari».

Sono due milioni le donne nel mondo che hanno donato il sangue placentare a scopo solidaristico, contribuendo a creare un patrimonio di 600 mila donazioni crio-conservate in oltre 158 banche, con le quali sono stati realizzati circa 30 mila trapianti. I centri di raccolta di sangue cordonale sono catalogati nel Registro europeo EuroCord, fondato e diretto dalla professoressa Eliane Gluckman, che eseguì a Parigi nel 1988 il primo trapianto di sangue del cordone ombelicale.

«In Italia sono attive 19 banche che raccolgono il materiale da più di 300 ospedali, presenti in tutte le regioni. Con le sole donazioni della Banca di Milano sono già stati eseguiti 526 trapianti in 177 centri nel mondo», precisa il dottor Rebulla. «Un problema che si pone è il trasporto del sangue che deve essere effettuato in condizioni altamente controllate, per arrivare alla banca entro 48 ore. Negli anni passati, l’organizzazione del trasporto e la successiva registrazione del materiale da crio-conservare veniva presa in carico dal singolo ospedale. Di recente, un gruppo di ingegneri e studenti del Politecnico di Milano (sede di Como), con il supporto dell’Associazione “Il giardino di Luca e Viola” Onlus, nell’ambito del progetto “CorDonare”, ha messo a punto un software (che è stato anche premiato tra i migliori progetti della Lake Summer School del Politecnico 2013) che coordina il trasporto del sangue del cordone ombelicale su tutto il territorio regionale. «Questo software – spiegano gli autori premiati – utilizzando i dati di Google Maps e integrando gli operatori dei diversi ospedali, ottimizza il trasporto in tempo reale in relazione alla disponibilità delle donazioni nei diversi ospedali, alle condizioni del traffico, agli eventi metereologici».

 

Il giardino di Luca e Viola

E’ un’associazione che nasce in ricordo di tre “piccoli angeli”: Luca, Viola e Simone, volati in cielo troppo presto. Erano affetti da malattie del sangue e forse avrebbero avuto maggiori possibilità di guarigione, se avessero trovato donatori compatibili. Obiettivo dell’associazione? «Informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul significato del “dono” come atto di generosità per aiutare i bambini affetti da patologie e collaborare con enti e istituzioni per realizzare progetti legati al mondo dei più piccoli», conferma Alberto Molteni, presidente dell’Associazione e papà di Luca e Simone. «A tale proposito abbiamo aderito al progetto CorDonare, che vuole sensibilizzare soprattutto le mamme a compiere un gesto di generosità e donare il proprio cordone ombelicale che potrebbe salvare la vita di tanti bambini».

Per ogni informazione: www.ilgiardinodilucaeviola.org

di Paola Trombetta

Articoli correlati