Franca era figlia d’arte, figlia di attori con antiche tradizioni di marionette e commedia dell’arte, gente che si spostava in tutta Italia “in corriera”, di piazza in piazza… Il teatro le scorreva nelle vene, anche se tante volte aveva detto che “non lo aveva scelto: era il teatro che aveva scelto lei”. Debuttò in fasce, a soli 8 giorni, in braccio alla mamma, poi non si è mai più allontanata dal palcoscenico. E’ stato tutto un crescendo, fino alla rivista, alla compagnia teatrale con Dario Fo – il compagno di una vita – alle tante rappresentazioni teatrali…. Fino a diventare lei stessa drammaturga, curatrice di testi delle opere di Dario, oltre che interprete degli spettacoli, dedicati in particolare alle donne, di cui era quasi sempre autrice.
Il mio ricordo va alla Franca che ho conosciuto alla palazzina Liberty a Milano alla fine degli anni ’70, quando ancora non era stato coniato il termine femminicidio ma la violenza sulle donne era già all’ordine del giorno e lei , in quegli anni, era un simbolo per il movimento femminista. Aveva, oltre al grande carisma di attrice, la capacità di sentirsi coinvolta, e nelle sua casa le porte erano sempre aperte.
Nell’81 vidi quel coraggioso monologo, “Lo stupro”, che nessuno, prima, aveva potuto immaginare si riferisse proprio a lei: lo stesso stupro che Franca aveva subito a opera di alcuni estremisti di destra. La giustizia lo accerterà a circa 25 anni di distanza.
E’ inserito nello spettacolo “Tutta casa letto e chiesa” e anche in “Sesso? Grazie, tanto per gradire!”. Afferma Franca in un’intervista di alcuni anni fa : “Lo stupro tratta un argomento, il sesso, nella sua accezione più assurda e di cui tutti dovrebbero essere messi al corrente”. I dettagli di uno stupro, così razionalmente rammentati, esorcizzano il vissuto: “con la rappresentazione del tuo monologo”, commenta il figlio Jacopo, “sei metaforicamante guarita dalle ferite”. Tuttavia ogni volta che viene rappresentato sulla scena, Jacopo e Dario escono dal teatro.
Ha più volte raccontato Franca, che nelle tantissime interpretazioni del monologo “in platea si faceva un silenzio assordante, tutti ammutolivano, alcune donne, spesso proprio coloro che non avevano vissuto questo dramma stavano male, non reggevano la crudezza delle parole e delle scene. Nel 1988 nel programma televisivo “Fantastico”, all’epoca condotto da Adriano Celentano, Franca Rame fu invitata a recitarlo in diretta: la trasmissione fece molto scalpore, ma molta fu anche la solidarietà, soprattutto perché fu in quell’occasione che Franca ammise che il monologo “la riguardava personalmente”. La violenza sulle donne era attuale, anche allora.
Condivido il link a quel video perché è da ritenersi, oltre che un pezzo teatrale di altissimo livello, un brano che deve ancora e ancora far riflettere. E nella sua cruda decontestualizzazione temporale, questo tragico brano non ha età.
http://francarame.it/node/1009
Ciao Franca!
di Silvia Pogliaghi