DISTURBI DEL SONNO: ATTENTI ALLA “SLEEP APNEA”

Il partner russa e ci sveglia all’improvviso, nel cuore della notte? Colpa di quel tipico “rantolo“ da mancanza di respiro, che crea grande ansia e fa sorgere brutti pensieri. Niente allarmismi: si tratta in realtà di apnee notturne, che interessano quasi 2 milioni di persone (4% uomini, 2% donne). «Sono causate da un progressivo rilascio della muscolatura della gola, le cui pareti cominciano a vibrare (russamento) e, quando la vibrazione si intensifica, tende a chiudere il passaggio dell’aria provocando l’apnea (fame d’aria)», spiega il dottor Alberto Braghiroli, dirigente della Divisione di Pneumologia riabilitativa della Fondazione Maugeri, Istituto scientifico di Veruno (Novara). «In particolare questo rilassamento muscolare avviene dopo i 65 anni e colpisce gli uomini come le donne, soprattutto se obesi, con dimensioni del collo grosse, ma può anche colpire persone giovani». Come ci si accorge? «Se si dorme in compagnia, solitamente è la partner ad avvertire il problema e insistere affinché il marito trovi una soluzione e si rivolga al medico. Se si dorme soli, è invece più difficile avvertirne il pericolo. Campanelli d’allarme potrebbero essere la sonnolenza diurna, la difficoltà di concentrazione e la ridotta attenzione, causate dal mancato riposo notturno, e in alcuni casi si manifesta anche un calo della libido e il bisogno frequente di urinare di notte».

E’ fondamentale riconoscere e curare questa patologia, perché, a lungo andare, soprattutto le forme severe (più di 30 apnee all’ora) potrebbero causare problemi cardio-vascolari, come ipertensione arteriosa (80%), fibrillazione atriale, il cui rischio è quattro volte superiore, e aumenta del 5-10% anche la mortalità. «La Sleep apnea severa può portare alla saturazione di ossigeno, con aumento di adrenalina e di catecolamine, che provocano un’accelerazione del battito cardiaco (tachicardia) e un aumentano della pressione arteriosa anche durante la notte, quando normalmente dovrebbe ridursi per dare modo al fisico di recuperare energie», puntualizza il professor Alessandro Capucci, docente di Cardiologia all’Università Politecnica delle Marche. «Si verifica insomma una situazione simile a quella di un motore che, funzionando sempre a un numero di giri elevato, alla fine si rompe. Diversi studi scientifici hanno anche dimostrato che i portatori di pacemaker, soprattutto se affetti dalla sindrome del “nodo del seno atriale”, hanno un’incidenza di Sleep apnea del 60%. Per loro in particolare è stato studiato un pacemaker (Reply 200) dotato di un algoritmo che consente di individuare le apnee notturne e monitorarle per un lungo periodo di tempo».

Per i pazienti non portatori di pacemaker, la diagnosi è sempre strumentale (polisonnografia) e registra la respirazione del soggetto mentre dorme. Viene eseguita nei Centri del sonno, elencati nel sito dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (www.sonnomed.it) e nei Centri di Pneumologia che fanno capo all’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (www.aiponet.it) e gli stessi otorinolaringoiatri sono in grado di fare la valutazione iniziale delle persone che hanno questo disturbo.

«Lo strumento più efficace per tenere sotto controllo la patologia è l’utilizzo del CPAP (Continuous positive airway pressure), una mascherina connessa con un sistema che invia una pressione costante nelle vie aeree e ne impedisce il collasso», conferma Enrico Brunello, presidente dell’Associazione Italiana Pazienti con Apnee del sonno Onlus (www.sleepapnea-online.it), che da 18 anni utilizza questo apparecchio. «Nelle forme più lievi è possibile utilizzare alcuni dispositivi ortodontici che aiutano a mantenere la mandibola in una posizione più anteriore, aumentando lo spazio delle vie respirataorie. In alcuni casi si ricorre alla chirurgia, se c’è un grosso ingombro delle strutture faringee e tonsillari. Per ricevere la terapia più adatta, invitiamo le persone a rivolgersi a un centro specializzato nella Medicina del sonno. Nel frattempo, cerchiamo di dare indicazioni pratiche su come accorgersi di avere le apnee notturne, quali accorgimenti adottare come la posizione sul fianco anziché supina, un breve riposo nelle ore pomeridiane, per evitare che la sonnolenza protratta possa incidere negativamente sul lavoro o provocare un incidente quando si è alla guida di un’auto».

di Paola Trombetta

Articoli correlati