In vacanza aumentano i rischi per i più piccoli, a causa di inavvertenze, imprudenze o semplice sottostima di alcuni tra i principali pericoli. Lo conferma la Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (www.sitip.org), che mette in guardia dalle insidie del mare – alcune ben visibili (come il sole) o percepibili (le alte temperature) – ma anche da “nemici” più nascosti presenti nell’acqua, nell’aria e nella sabbia, come le meduse o i ricci di mare, insetti e pidocchi, virus e batteri… insegnando a conoscerli e a fronteggiarli con comportamenti adeguati. Ma SITIP avverte anche di fare attenzione a cibi e bevande, che possono causare spiacevoli inconvenienti, soprattutto se non viene rispettata la necessaria pausa prima del bagno.
«Saper gestire ogni evenienza, legata ai rischi ambientali – spiega la professoressa Susanna Esposito, direttore dell’Unità di Pediatria I Clinica della Fondazione IRCCS Ca’ Granda-Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e Presidente della SITIP – garantisce a genitori e bimbi una vacanza serena ed efficace per il benessere del fisico». Sono infatti di diversa provenienza e natura i nemici della tranquillità estiva. Vediamoli.
SOLE – Attenzione soprattutto a quando è allo zenith. «Il primo rischio correlato al sole – continua la pediatra – è legato al colpo di calore. Temperature estremamente elevate, soprattutto nei bambini piccoli al di sotto dei due anni, possono causare disidratazione o svenimento. Pertanto l’indicazione è di evitare in questa fascia di età luoghi molto caldi, come la spiaggia o gli spazi aperti, nelle ore centrali della giornata facendo attenzione a dare da bere al bambino molta acqua (e non bevande zuccherate), che aiuta a mantenere un buon livello di idratazione e a controllare meglio la temperatura corporea». Da non sottovalutare l’esposizione al sole. «Per evitare scottature o eritemi solari, è importante usare creme ad alta protezione, preferibilmente non inferiore a 30, che vanno applicate più volte sulla cute nel momento di esposizione ai raggi solari sia quando il bambino è impegnato in attività di gioco, sia quando entra in acqua».
INSETTI – Api, vespe, calabroni, tafani, formiche, zanzare e zecche sono gli insetti che più di frequente determinano allergie da punture nelle zone più esposte e scoperte del corpo quali viso, braccia, gambe, caviglie e mani. Come si manifesta la reazione cutanea? «Nella maggior parte dei casi si riscontra un arrossamento nella zona della puntura e un fastidio o dolore che si sviluppa nell’arco di alcuni minuti – commenta la professoressa Esposito – raggiungendo il culmine nelle 24-48 ore successive, ma che si risolve completamente in 5-10 giorni. Di norma le manifestazioni cutanee sono trattabili con pomate a base di antistaminici o di cortisonici. Mentre in caso di reazioni anafilattiche è necessario andare con urgenza al Pronto Soccorso per un pronto e adeguato trattamento della sintomatologia».
PIDOCCHI – In estate vengono spesso dimenticati, eppure la loro presenza tra i capelli dei bambini è più frequente di quanto si pensi. «Questo perché i piccoli stanno spesso a contatto testa a testa mentre sono accovacciati sulla sabbia o in acqua. Perciò quando si scopre la presenza degli animaletti anche in estate occorre procedere con un trattamento specifico per i capelli (shampoo e pettinino) che ne consenta l’eliminazione».
E i nemici “acquatici”? Non passano inosservati perché sono dolorosissimi per i più piccini. Popolano soprattutto i nostri mari proprio meduse e ricci.
MEDUSE – Velenose e urticanti, a volte non facilmente visibili in acqua per la loro consistenza lattiginosa e trasparente, se ne percepisce il contatto quando è tardi. «I tentacoli delle meduse – spiega la pediatra – contengono sostanze che possono scatenare bruciori, irritazioni, arrossamenti, gonfiori e nelle peggiori delle ipotesi piccole ustioni o shock anafilattici. In caso di contatto il primo rimedio utile è quello di bagnare la zona urticata con acqua di mare e poi di applicare una crema al cloruro di alluminio per alleviare gli effetti del veleno».
RICCIO DI MARE – Il rischio, in questo caso, è di imbattersi nei suoi aculei. «Se un piccolo calpesta inavvertitamente un riccio di mare – continua la professoressa – occorre innanzitutto estrarre gli aculei con una pinzetta per evitare che si spezzino e restino in parte conficcati nella pelle, causando possibili infezioni».
Non meno insidiosi sono i giochi sulla sabbia dove si nascondono virus e batteri.
SABBIA – E’ portatrice di impetigine, un’infezione acuta e contagiosa della pelle. «Si tratta di una eventualità molto comune, specie in bambini sotto i 10 anni – avverte la pediatra – che va curata con pomate antibiotiche applicate sulla zona interessata, o con trattamenti anche per bocca in caso di una maggiore estensione dell’infezione, accompagnando la cura farmacologica con un’adeguata pulizia». La raccomandazione, in caso di impetigine, è di evitare fino alla sua risoluzione i giochi nella sabbia e il contatto, in acqua, con altri bambini per non diffondere il contagio.
VERRUCHE – Per i più piccini, che spesso camminano a piedi nudi, piscine e scivoli d’acqua possono rappresentare un’ulteriore insidia per contrarre le verruche. «Per la loro eliminazione si possono applicare cerotti specifici o ricorrere al dermatologo che le rimuoverà per via chirurgica con sistemi laser o con l’uso dell’azoto. Da non sottovalutare sono anche i funghi che si trovano sempre sulla spiaggia o in luoghi umidi». Oltre al trattamento con pomate topiche antimicotiche, è fondamentale l’attenzione all’igiene: non si devono mai scambiare gli asciugamani per sdraiarsi al sole o per asciugarsi dopo il bagno.
ALIMENTAZIONE – Ecco un argomento che sta a cuore soprattutto alle mamme. Il primo consiglio è mantenere per grandi e piccini un’alimentazione fresca e leggera, soprattutto nelle località marine. «Il maggior rischio in spiaggia – commenta la professoressa Esposito – è soprattutto correlato ai malori che incorrono in seguito all’entrata in acqua, senza aver atteso le due ore necessarie alla digestione». In estate poi, possono aumentare per i bimbi le probabilità di accumulare chili in eccesso, a causa di pasti non regolamentati da orari fissi e minore attività fisica rispetto al tempo della scuola. Un problema in agguato soprattutto per i bambini che si lasciano andare a peccati di gola: merendine, gelati, dolci, focacce e pizzette… prelibatezze da spiaggia. «Trasgredire il ritmo e/o le quantità dei pasti, specie in caso di predisposizione – conclude la presidente SITIP – può provocare obesità infantile, un problema particolarmente avvertito oggi in pediatria».
di Francesca Morelli