Nervosismo, difficoltà di concentrazione, sudorazione e tachicardia, vista che si annebbia fino a perdere completamente la coscienza: sono alcuni sintomi tipici di una crisi ipoglicemica, molto frequente nelle persone con diabete. Con ripercussioni e rischi sulla vita propria e altrui. Pensiamo a chi guida un’auto o cammina per strada. O alla nonna che prende in braccio il nipotino. Situazioni a rischio che potrebbero essere prevenute con un buon controllo della glicemia. Ogni anno sono 15 mila i ricoveri in ospedale per ipoglicemia severa, con una spesa complessiva di circa 48 milioni di euro, senza contare i tantissimi ricoveri al Pronto Soccorso. Come è accaduto al conducente di taxi del cortometraggio che ha dato il via alla Campagna di prevenzione “L’educazione innanzitutto”, promossa in questi giorni da MSD e che presto sarà diffusa negli ambulatori dei Centri di Diabetologia. L’abilità interpretativa di Enzo Decaro ha saputo rendere al meglio le sensazioni che avverte una persona in procinto di avere una crisi ipoglicemica. Nel cortometraggio però il soccorso è stato immediato, da parte della dottoressa (interpretata da Marta Zoffoli) che il taxista stava trasportando, la quale ha somministrato al malcapitato una semplice bustina di zucchero.
Non sempre nella realtà la persona diabetica ha questa prontezza di riflessi o si trova in condizioni di gestire al meglio la crisi. Per questo è fondamentale la prevenzione, con un buon controllo della glicemia, come hanno ribadito gli specialisti intervenuti al Congresso D-Day Defeating Diabetes, che si è svolto i giorni scorsi a Milano. «L’ipoglicemia è uno stato patologico riconosciuto a livello di sistema nervoso centrale, cardiaco e cardiovascolare che potrebbe comportare gravi complicanze, tra cui anche la morte», ha puntualizzato il professor Brian Frier, dell’Università di Edimburgo.
Per quanto riguarda la riduzione del rischio di ipoglicemia, diversi studi clinici hanno dimostrato i benefici di un farmaco, sitagliptin. «Per ottenere il controllo glicemico in una persona con diabete, si può ricorrere a due tipi di terapie», puntualizza il professor Agostino Consoli, ordinario di Endocrinologia all’Università di Chieti. «Da un lato i farmaci ipoglicemizzanti, come l’insulina e le sulfaniluree, che possono abbassare la glicemia, con il rischio però di provocare ipoglicemia. Dall’altro i farmaci che, pur definiti “ipoglicemizzanti”, non causano ipoglicemia: tra questi metformina, pioglitazone, gli agonisti del GLP-1 (che stimola la produzione di insulina), oppure gli inibitori dell’enzima DPP-4 (che riduce i livelli di zucchero nel sangue), come sitagliptin. Da recenti studi-confronto tra pazienti trattati con sitagliptin e pazienti trattati con sulfaniluree, emerge che gli inibitori della DPP-4 come sitagliptin hanno un’efficacia nel ridurre la glicemia simile a quella delle sulfaniluree, ma senza gli effetti collaterali come l’ipoglicemia e l’aumento del peso. Inoltre, i dati iniziali di alcuni recenti studi evidenziano il perdurare nel tempo dell’effetto di questi farmaci».
Il ruolo della terapia nel mantenimento di un corretto controllo glicemico è dunque determinante,
soprattutto per proteggere il paziente dalle conseguenze degli episodi di ipoglicemia. «Sono particolarmente legate al rischio di ospedalizzazione le crisi ipoglicemiche associate alla somministrazione di farmaci ipoglicemizzanti (come le sulfaniluree), che richiedono un trattamento prolungato», fa notare il professor Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia (www.diabeteitalia.it). «L’ospedalizzazione è soltanto la punta di un iceberg: uno studio canadese documenta che per ogni persona ricoverata per ipoglicemia, ve ne sono altre 16-17 che vengono trattate in pronto soccorso e poi dimesse».
Promuovere l’informazione su come ottenere un corretto controllo dell’ipoglicemia, riducendo il rischio di episodi severi che comportano il ricovero in ospedale del paziente, significa fornire alle persone con diabete uno strumento per poter affrontare e gestire con maggiore serenità la propria patologia. Lo conferma Egidio Archero, presidente FAND (Associazione Italiana Diabetici – www.fand.it). «Le persone con diabete correttamente istruite rispondono ai sintomi di una crisi ipoglicemica con un intervento mirato e razionale. Chi non è stato adeguatamente educato su questa evenienza, si comporta al contrario con estrema apprensione».
La campagna “L’educazione innanzitutto” realizzata da MSD Primary Care Diabete ribadisce proprio il ruolo centrale della consapevolezza del paziente, sottolineando allo stesso tempo l’importanza del dialogo con il medico per una corretta e consapevole gestione della malattia.
di Paola Trombetta