Le dosi di Gardasil, il vaccino tetravalente in uso per la prevenzione dell’HPV (Papilloma Virus Umano), somministrato alle ragazze a partire dal dodicesimo anno di età, passeranno da tre a due. La notizia arriva dal CHMP, il Comitato per i Medicinali ad Uso Umano dell’EMA (European Medicines Agency), anche a seguito dei confortanti risultati di uno studio canadese pubblicato sulla rivista internazionale Jama, da cui è emerso che i livelli anticorpali del vaccino rilevati un mese dopo la seconda somministrazione in 243 ragazze tra i 9 e i 13 anni, non sono inferiori a quelli misurati un mese dopo la terza dose in 272 donne di 16-26 anni. «Poter proporre una semplificazione del regime di somministrazione da 0-2-6 mesi a 0 e 6 mesi – dichiara Benoit Soubeyrand, Direttore di Medical Affairs Europe per la Sanofi Pasteur MSD – non solo contribuirà al miglioramento delle coperture vaccinali, ma libererà anche risorse economiche che potranno essere dirottate verso la promozione e la vaccinazione anti-HPV dei ragazzi e degli adolescenti». Misure preventive da non sottovalutare specie ora che, anche in Italia, crescono le infezioni da HPV in entrambi i sessi, seppure con una maggiore prevalenza tra le donne. Più del 75% della popolazione femminile con una vita di coppia sessualmente attiva ha la probabilità di imbattersi nell’arco della vita in una delle oltre cento forme conosciute di infezioni virali e circa il 50% in una delle tipologie a più alto rischio (i ceppi 16 e 18), quelle cioè che predispongono allo sviluppo di un tumore della cervice uterina.
«Le infezioni da HPV – dichiara la dottoressa Amelia Locatelli, Responsabile del Centro MTS dell’Azienda Ospedale S. Anna di Como – rappresentano il 70% di tutte le malattie a trasmissione sessuale con dati nazionali passati negli ultimi 10 anni da 600 a 800 casi ogni 100 mila abitanti, con picchi maggiori fra la popolazione più giovane o le donne fra i 35 ed i 45 anni». Lo sviluppo di varie neoplasie sembra essere correlato all’esposizione a diversi fattori ambientali, ma nel caso dell’HPV molto dipende anche da comportamentali personali non del tutto corretti: rapporti sessuali non protetti o con partner occasionali, abitudini sessuali promiscue, inizio precoce dei rapporti sessuali, fumo. A significare che l’HPV è una problematica “collettiva” che coinvolge la donna, il partner e la coppia, perché la malattia può avere un forte impatto sulla fertilità e sulla vita di relazione, intima e familiare. Ad oggi, però, l’attenzione è stata posta in particolare modo alla femminilità con la diffusione in larga scala del vaccino tetravalente espressamente utilizzato per prevenire una malattia oncologica, creduta quasi solo in rosa, mentre si stima che nell’arco della vita circa il 73% degli uomini con un’età media di 33 anni – dunque una proporzione altrettanto elevata – contrarrà una infezione da HPV.
«Anche nel caso dell’uomo – aggiunge la Dottoressa Locatelli – la vaccinazione è già una realtà in quanto il farmaco oggi disponibile, oltre che nelle donne dai 9 ai 45 anni, è indicato anche nei maschi dai 16 ai 26 anni, ma la vaccinazione non è ancora utilizzata su larga scala. Seppure la ricaduta di una vaccinazione maschile su una migliore protezione della donna dalle neoplasie cervicali non sia ancora chiara, l’attestata efficacia nella prevenzione di molte malattie, prima fra tutte il cancro anale, fa ipotizzare un vantaggio derivante dalla vaccinazione di entrambi i sessi». L’introduzione della vaccinazione maschile, maggiormente capitalizzata, trova consenso soprattutto nel fatto che per l’uomo non esistono test di screening per la diagnosi dell’HPV e che, fra loro, molti ignorano l’esistenza della stessa malattia. «La vaccinazione anti-HPV da sola però non basta», conclude la specialista. «Resta di fondamentale importanza per la donna il pap-test periodico e, durante i rapporti sessuali specie in caso di infezione, l’uso del profilattico sia per prevenire il contagio dei partner sia per ridurre il rischio di contrarre altre malattie a trasmissione sessuale». A fine 2010, la vaccinazione anti-HPV è stata inserita nel calendario vaccinale di 18 Paesi dell’Unione Europea, ma solo per le ragazze. In Italia dal 2007, quando fu introdotto dall’allora Ministro della Salute Livia Turco, il vaccino è raccomandato alle adolescenti nel corso del 12mo anno di età mentre, anche in relazione ai recenti risultati emersi in letteratura, alcune regioni ne avrebbero deciso l’allargamento ad entrambi i sessi. Ma la proposta è ancora in attesa di essere deliberata.
di Francesca Morelli