Sprizza energia anche nel tardo pomeriggio. Lo si percepisce al telefono ascoltando la sua voce calda e vivace, senza un velo di stanchezza a dispetto dell’ininterrotto impegno tra l’organizzazione delle cucine dei suoi due ristoranti romani (Glass Hostaria in Trastevere premiato da 1 stella Michelin e Romeo, più casual, ma sempre di altissimo livello, aperto tutti i giorni dalle 9 alle 24, in via Silla 26/ a), quella di casa e non solo: nella sua giornata, anche qualche ora dedicata allo studio (di nuove tecniche, nuovi ingredienti, nuovi abbinamenti di sapori, insomma ricerca creativa), un’ora di camminata veloce e l’irrinunciabile spazio per giocare, parlare, cucinare con il figlio Luca. No, non è wonderwoman, ma Cristina Bowerman, chef stellata, mamma e imprenditrice, una che in poco tempo ha saputo farsi strada e brillare di luce propria in un mondo, quello dell’alta cucina, che in Italia lei stessa definisce ancora dominato dagli uomini per un retaggio culturale che considera la donna più adatta a occuparsi della cucina di casa e di quella delle trattorie rispetto a un ruolo imprenditoriale e di chef di rango.
Animata sin da bambina dalla voglia di attraversare la vita, guardando la realtà da angolazioni diverse, Cristina rappresenta un fulgido esempio di multitasking e capacità di adattamento, prerogative per eccellenza femminili che in lei sono sviluppate all’ennesima potenza. Lo dimostra il suo eclettico percorso professionale con un passato diviso tra la Puglia (dove ha vissuto e studiato sino alla laurea in giurisprudenza) e l’America, in particolare Austin, capitale texana dove (lavorando come cameriera per mantenersi e rendersi indipendente dalla famiglia), ha conseguito un’altra laurea in Arti culinarie presso Le Cordon Bleu College of Culinary Arts. Completamente biculturale, e fiera di esserlo, da 8 anni vive a Roma con il compagno di vita e di lavoro Fabio Spada, incontrato per caso quando, appena rientrata in Italia per perfezionarsi nella preparazione della pasta fresca, decide di mettersi alla prova come chef, convinta che non ce l’avrebbe fatta. E che sarebbe tornata presto negli Usa, che ama quasi quanto l’Italia. Ma non è andata così. L’amore e il successo hanno dato alla sua vita un indirizzo diverso da quello previsto. Una svolta inaspettata che la rende una donna appagata, soddisfatta a tutto tondo, sia dal punto professionale che affettivo. Una strada che tuttavia lei considera sempre un po’ in salita, un work in progress per migliorarsi, imparare, curiosare, sperimentare gusti insoliti che valorizzano la tradizione made in Italy, aprendosi però a nuovi mondi per rompere gli stereotipi dell’enogastronomia. E proprio questa spinta al cambiamento, unita all’umiltà e a quella di sovvertire il cliché maschilista in cucina, sono componenti fondamentali del suo successo che, arrivato nel 2010 con la stella Michelin (in quell’anno si è piazzata come unica donna tra i 24 uomini premiati dalla famosa guida), continua ad accompagnarla.
Una bella storia la sua che dimostra come per avere successo non sia necessario rinunciare alla famiglia, anzi è proprio questa che diventa un arricchimento e un valore aggiunto. A patto, però, di coinvolgere il partner nella gestione della quotidianità: dall’organizzazione di casa a quella dei figli. Com’è nel caso di Cristina, uno stile di vita che le permette di pensare ad altri progetti e a sogni ambiziosi come quello di aprire un altro Glass negli Stati Uniti e di portare avanti parallelamente i due ristoranti. Anche per permettere a suo figlio di crescere all’insegna della biculturalità, della conoscenza dei due mondi, italiano e americano, come è successo a lei. Nel frattempo si prepara a presentare il suo primo libro in uscita a maggio: Dalla Puglia all’America e ritorno. La mia vita da chef controcorrente (Mondadori), dove racconta la sua esperienza di vita, condita con qualcuna delle sue creativissime ricette. Un modo per condividere con gli altri la passione per la cucina e mandare un messaggio di speranza a tutte le donne: abbiate il coraggio di essere voi stesse, diverse dagli altri, di andare contro corrente e di accettarvi per quello che siete. “Ogni persona vale per quello che è, non per quello che fa”, sottolinea con forza Cristina. E se lo dice lei, visti i risultati sin qui ottenuti anche in termini di appagamento di vita, c’è proprio da crederle.
di Antonella Franchini
LE RICETTE DI CRISTINA BOWERMAN
I suoi piatti più che descriverli bisogna assaggiarli. Per capire, gustandola, la sinfonia di sapori frutto di abbinamenti davvero insoliti, a volte azzardati, però sempre azzeccati sulla scia di una cucina fusion ma di buon senso. Come l’ormai famosissimo Cuore di vitella con salsa al caffè, habanero, purea di patate e tartufo estivo; oppure la lingua, ciauscolo e avocado con granita di cipolle rosse; gli gnocchetti di patate con guanciale di baccalà, pomodori confit e salsa alle alici o le tagliatelle al latte di cocco, zenzero, gamberi e ‘nduja calabrese e, ancora, la coda di rospo con zabaione di tamarindo e grano spezzato…
Ecco le indicazioni di Cristina per preparare a casa 3 ricette nate dalle sue sperimentazioni.
Linguine al peperone, alici di cetara e coriandolo fresco.
Ingredienti per 4 persone
340 g Linguine, 8 peperoni rossi, 5 cucchiai di olio extravergine di oliva, 1 spicchio d’aglio, 1 mazzetto coriandolo fresco, 20 alici di cetara sott’olio
Preparazione: Cospargete di olio 7 peperoni rossi e metteteli a cuocere in forno a 170° circa. Una volta cotti metteteli a scolare e raccogliete il loro succo. Usate 6 peperoni per qualcos’altro e uno frullatelo (dopo averlo spelato ed eliminato i semi. Tutti!) con un po’ di olio e sale e passatelo al setaccio. Prendete l’ultimo peperone e dopo averlo arrostito su fuoco vivo, mettetelo ad essiccare in forno fino a quando è completamente disidratato ( circa 60° per 7/8 ore). Frullatelo riducendolo in polvere.
Cuocete le linguine per 4 minuti in acqua salata. In una padella fate rosolare uno spicchio d’aglio in 4 cucchiai di olio, aggiungete l’acqua dei peperoni e fatela ridurre di un terzo. Aggiungete la pasta e finite di cuocerla in padella (4 minuti circa), mettendo altro liquido se necessario. Aggiungete le alici e il coriandolo. In un piatto disponete il coulis di peperoni, la polvere di peperoni e la pasta. Servite.
Cuore di vitella.
Ingredienti per 4 persone
1 cuore di vitella; per la purea di patate: 250 g di patate, 1 litro di acqua, 1 pizzico di sale, 30 g di burro. Per la salsa habanero: 3 peperoncini habanero, 3 peperoni rossi già arrostiti e spellati, 2 cipolle, olio extravergine di oliva q.b., 3 cucchiai di aceto bianco, 3 cucchiai di zucchero. Per la salsa al caffè: 1 tuorlo d’uovo, 1/2 cucchiaino di pasta di caffè Lady Caffè; preparate una maionese con i due ingredienti.
Avvertenze generali
Il cuore va pulito e tagliato a cubettoni e messo in una salamoia al 3% di sale per almeno 24 ore. Il cuore va poi asciugato e cotto su frytop o padella con pochissimo olio extra vergine di oliva. Fatelo riposare bene prima di affettarlo ancora più sottilmente e quindi adagiate le fette sulla base della salsa al caffè, purea di patate e accanto salsa di habanero. Non pensate di poter rifinire le fette una volta cotte. La purea di patate che faccio, segue una procedura speciale che richiede tempo ma permette di usare quasi 0 grassi. È il risultato di uno studio sugli amidi realizzato con Dario Bressanini. La salsa al caffè ha una base di maionese che viene poi mescolata con pasta di caffè naturale di Massimo Bonini.
Procedimento per la purea
Dopo aver lavato le patate, a pasta gialla, tagliatele a dischi di circa 3 cm e sciacquatele sotto acqua corrente fino a quando l’acqua non esce trasparente. Cuocetele poi in pentola con acqua già calda (64°) per 30 minuti. Raffreddate le patate con acqua e ghiaccio e poi nuovamente sotto acqua e ghiaccio e poi sciacquatele fino a completo raffreddamento e finché l’acqua è trasparente. Rimettetele sul fuoco in acqua fredda e a temperatura di sobbollizione (80-90°) e completate la cottura, poi passatele allo schiacciapatate 1 volta, tamis a maglia media 1 volta. Infine incorporate delicatamente il burro.
Procedimento per la salsa habanero
Fate sudare le cipolle, aggiungete il resto degli ingredienti e fate cuocere per almeno 1 ora. Frullate il tutto e passate al setaccio.
Fase finale
Mettete in ogni piatto un po’ di salsa al caffè, un paio di gocce di salsa di habanero, un po’ di purea di patate e adagiatevi sopra qualche fetta di cuore di vitella. Completate, se è periodo, con qualche fetta di tartufo nero.
(A. F.)