A occuparsi di Nutraceutica, la scienza che studia i composti alimentari o i principi attivi dei cibi che possono avere effetti positivi per la salute dell’organismo, sono ancora in pochi: fra questi, il neonato Nutrafood (Centro Interdipartimentale di nutraceutica e alimentazione per la salute). E’ sorto presso l’Università di Pisa lo scorso luglio ed è diretto dalla professoressa Manuela Giovannetti che coordina un gruppo di 170 docenti fra medici, farmacisti, veterinari, biologi, agronomi e alimentaristi. Gli studiosi sono impegnati a promuovere ricerche scientifiche non soltanto su alimenti che possono “produrre” salute per particolari effetti preventivi di patologie per lo più correlate all’invecchiamento o oncologiche, ma anche di quei fattori ambientali – come i processi di coltivazione, conservazione e produzione – che nella catena alimentare possono influenzare il contenuto salutistico di piante e alimenti.
È nuovissimo il centro, è recente la coniazione del termine nutraceutica, che deriva da un neologismo che unisce la parola nutrizione e farmaceutica, ma il concetto che muove questa scienza ha origine antica: «L’utilizzo degli alimenti per la cura e la prevenzione delle malattie – spiega la professoressa Giovannetti – era già noto al medico greco Ippocrate, vissuto 400 anni prima di Cristo, il quale diceva “Lascia che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo” e che venne ripreso nel proverbio vittoriano “An apple a day keeps the doctor away” (una mela al giorno toglie il medico di torno). È l’obiettivo perseguito anche dalla nutraceutica che studia i principi attivi contenuti negli alimenti, negli integratori alimentari, nelle piante medicinali o in alcuni alimenti di origine animale come latte e formaggio per capire come questi possano diventare degli alimenti funzionali».
Non vi è dubbio che il cibo abbia valore nutrizionale perché apporta all’organismo i nutrienti (proteine, lipidi, vitamine, sali minerali, zuccheri), ma diviene funzionale quando è capace anche di fornire dei composti benefici per la salute. «Oggi sappiamo che i prodotti di origine vegetale derivati dalle piante contengono decine di migliaia di sostanze, chiamate fitochimici, preziose per la nostra salute». Uno studio, i cui risultati sono apparsi sulla rivista internazionale Science ha calcolato che ogni pianta può produrre da 500 a 25 mila fitochimici, ognuno dei quali può esplicare funzioni particolari e diverse per la salute, correlate principalmente ad attività antiossidanti, antimicrobiche o avere un’azione sugli enzimi detossificanti, sul sistema ormonale o su quello immunitario. «Molti studi epidemiologici – precisa la ricercatrice – hanno dimostrato che diete ricche di alimenti vegetali possono aiutarci a pervenire molte patologie, da quelle cardiovascolari a quelle metaboliche, alle patologie infiammatorie fino ad alcuni tipi di cancro».
Fra i vari cibi con queste proprietà, quelli che possono essere definiti cibi funzionali per eccellenza sono il carciofo e il pomodoro. «Il primo è ricco di inulina, carotenoidi e polifenoli, che hanno effetti depurativi, ma anche prebiotici, in quanto sono sostanze utili per la flora batterica intestinale. Il pomodoro, invece, è una riserva naturale di sostanze antiossidanti come acido ascorbico, vitamina E, polifenoli e soprattutto licopene, un carotenoide che mostra proprietà antitumorali contro alcuni tipi di cancro come quello della prostata. Ha anche funzioni antinfiammatorie grazie alla presenza, fra i suoi composti, di naringenina e quercetina».
Ogni cibo funzionale è prezioso per la salute dell’organismo, ma ve ne sono alcuni più indicati per una protezione-prevenzione al femminile. «Alcuni fitochimici come gli isoflavoni, i flavonoidi e i lignani – continua la specialista – sembrano svolgere un’attività antiestrogenica (fitoestrogeni), avere un ruolo nella prevenzione dell’osteoporosi e dei sintomi della menopausa, e contrastare la crescita di alcuni tipi di cancro al seno correlati agli estrogeni. Anche il licopene mostra un’azione inibitoria sui recettori degli estrogeni umani: in uno studio recente pubblicato sul British Journal of Nutrition abbiamo dimostrato che estratti di pomodoro ad elevato contenuto di licopene avevano un maggiore potere antiestrogenico. Questo composto può rappresentare un presidio quanto mai prezioso per la nostra salute, considerando che può contrastare l’attività estrogeno-simile di diversi contaminanti ambientali (xenobiotici) di origine industriale e ambientale, a cui siamo esposti quotidianamente. Dunque disco verde a tutti quegli alimenti che contengono licopene come il pomodoro – in tutte le forme, dalle passate al ragù alla pomarola, alla pizza – e poi ancora anguria, pompelmo rosa, albicocca e papaya. Per combattere alcune malattie neurovegetative tipiche dell’invecchiamento è bene previlegiare alcuni frutti, in particolare i mirtilli neri e rossi, in cui sono contenuti fitochimici antiossidanti – antocianine, flavonoli, proantocianidine – che hanno capacità di contrastare da un lato lo stress ossidativo e dall’altro di diminuire gli stati infiammatori e limitare l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Anche la mela non dovrebbe mancare sulla nostra tavola: mangiandone una al giorno, si ottengono effetti paragonabili a quelli della statina, un farmaco utile per abbassare i livelli di colesterolo e prevenire alcune malattie cardiovascolari».
Ma l’elenco dei cibi della salute da solo non basta: occorre che la dieta sia anche variata, con almeno 5 porzioni al giorno di frutta e/o verdura, facendo attenzione alla stagionalità: evitare di acquistare frutta o ortaggi fuori stagione – per esempio fragole a dicembre o pomodori a gennaio o ancora peperoni, melanzane e zucchine in inverno – che possono provenire da paesi dove si utilizzano ancora sostanze bandite da anni in Europa perché mutagene o cancerogenee che possono finire, attraverso gli alimenti, sulle nostre tavole e da queste nell’organismo. «E’ buona cosa seguire una dieta funzionale – conclude Giovannetti – al fine di mantenere un ottimo stato di salute, ma ciò che non va mai dimenticato è di evitare i comportamenti a rischio, dal fumo a scelte alimentari avventate. Certamente la conoscenza delle proprietà nutraceutiche dei diversi tipi di frutta e ortaggi disponibili nelle varie stagioni può aiutare le donne, ancora oggi le principali responsabili delle scelte alimentari familiari, a proteggere la loro salute e quella delle loro famiglie».
di Francesca Morelli