“Mamma, che prurito!” e via che si grattano. Sono gli effetti della dermatite atopica (eczema) che, secondo i dati recenti diffusi dalla Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (Siaip), è piuttosto comune tra i più piccoli. Ne sono colpiti all’incirca il 20% dei bambini (2 su 10), anche prestissimo.Nel 90% dei casi entro i cinque anni e nell’85% già dal primo anno di vita con manifestazioni che si dilatano nel tempo: infatti a una iniziale allergia alimentare, alla quale la dermatite può associarsi, per lo più correlata alle proteine del latte, uova, grano e soia, possono sovrapporsi o accompagnarsi altre forme allergiche di tipo respiratorio (asma bronchiale e/o rinite allergica poco dopo le prime manifestazioni cutanee) fino a infezioni micotiche in età adolescenziale e in alcuni casi anche a disturbi del sonno e un peggioramento dell’immagine di sé dovuto a macchie cutanee sempre presenti e sempre più estese. E causa di fastidiosi disturbi: secchezza diffusa, prurito importante, lesioni da grattamento, specie nelle zone a maggior rischio quali le mani e il viso (i più esposti agli agenti irritanti) o le gambe e la parte interna delle ginocchia e dei gomiti (maggiormente soggetti allo sfregamento degli indumenti).
«Questa malattia infiammatoria cronico-recidivante della cute, a base genetica – spiega Roberto Bernardini, Presidente Siaip e direttore della UOC di Pediatria dell’Ospedale San Giuseppe di Empoli – dipende da vari fattori; importante è la mutazione e la perdita di funzionalità del gene per la Filaggrina (FLG), riconosciuto come principale fattore di rischio per la dermatite atopica, su cui agiscono anche componenti ambientali come ad esempio polveri, pollini, acari, contatto con l’epitelio del gatto come pure vari cibi. La dermatite atopica si manifesta di norma in un momento delicato per il bambino. Quello cioè del primo sviluppo psicofisico e degli anni della scuola, che possono risentire anche di un calo delle performance e del rendimento a causa di disturbi cronici del sonno spesso correlati alla dermatite».
Prima di arrivare alla patologia conclamata, si può però cercare di prevenire la dermatite: «Specie in caso di genitori che soffrono o hanno sofferto di forme allergiche fra quelle enunciate – continua ancora il presidente Siaip – è fondamentale gestire la barriera cutanea in modo corretto fin dalla nascita, comunque dalla prima manifestazione della dermatite, a partire dall’igiene. La cute deve essere lavata con detergenti specifici con o senza antisettici e un ph nei limiti fisiologici (circa 6). In particolare durante il bagno, che deve durare al massimo 5 minuti, vanno utilizzati oli per impedire la disidratazione dell’epidermide, seguiti dopo il bagno dall’applicazione di emollienti topici consigliati dal pediatra o dallo specialista». Un’azione, quella preventiva, tanto più importante per il fatto che al momento non esiste una terapia risolutiva per la dermatite o un approccio diagnostico-terapeutico non sempre appropriato: «Il trattamento di prima scelta quando la cute è infiammata – continua ancora Bernardini – è rappresentato dall’utilizzo di corticosteroidi topici. In caso di lieve attività della malattia ne va applicata una piccola quantità settimanale (quantità mensile nel range di 15 grammi nei bambini e fino a 60-90 grammi negli adolescenti e adulti) associata all’impiego di emollienti di cui anche un solo trattamento giornaliero ben fatto e ben dosato può essere sufficiente».
Va detto però che non tutte le dermatiti sono uguali: secondo le manifestazioni e le implicazioni ognuna – ed ecco la difficoltà terapeutica – richiede un trattamento ad hoc: «Come nei casi medio-gravi – aggiunge Elena Galli, Responsabile UOS Allergologia Fatebenefratelli di Roma e della Commissione Orticaria Dermatite atopica della Siaip – caratterizzati da lesioni cutanee estese, spesso infette, e prurito che presentano anche le maggiori ripercussioni sul sonno e l’immagine di sé». Una malattia, dunque con costi elevati a 360° «Sia quelli diretti che indiretti – precisa la dottoressa – non coperti dal SSN, almeno in Italia». Ma a che punto siamo? Le ultime risposte si avranno fra qualche mese quando un gruppo nazionale di esperti allergologi pediatri e dermatologi, con il patrocinio della Siaip si riunirà alle Terme di Comano, dal 9 all’11 ottobre 2014, per stilare un documento per la gestione del bambino affetto da dermatite atopica e i corretti comportamenti del genitore e fare luce sulle più recenti evidenze scientifiche.
di Francesca Morelli