www.fissonline.it e patrocinata dal Ministero della Salute, dall’Associazione Mondiale della Salute Sessuale (WAS) e dalla Federazione Europea di Sessuologia (EFS). Attiva su tutto il territorio nazionale, con momenti di incontro, differenti da regione a regione, che variano tra convegni, seminari specifici, centri di ascolto nelle scuole o in punti di aggregazione (centri anziani e giovanili), consulenze sessuologiche gratuite, la maratona settimanale consente di seguire un percorso di informazione e formazione sulle sfaccettature della sessualità. Con un importante obiettivo: promuovere la consapevolezza del benessere sessuale individuale e di coppia, conoscere meglio il proprio corpo, percepire eventuali campanelli d’allarme per prevenire la patologia, e migliorare il rapporto. Sul sito della Federazione, attraverso una cartina geografica, si potrà individuare il centro o lo specialista più vicino per poter accedere alle iniziative proposte.
Di sessualità e delle sue implicazioni, abbiamo parlato con la professoressa Roberta Rossi, Presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica.
Cosa s’intende per “benessere sessuale” e perché dedicarvi una settimana?
«Il “benessere sessuale” è un concetto piuttosto recente, al quale ha posto attenzione anche l’Oms sottolineando come non debba essere “curato” nel momento in cui subentra una patologia ma come, invece, occorra prendersene cura fin dal momento in cui si avvicina l’età delle prime esperienze sessuali. Un atteggiamento che rivoluziona l’idea di sessualità, fino a poco tempo fa concepita soprattutto come atto fisico e meccanico, estendendola e includendola nel concetto più ampio di salute generale e sessuale in particolare. Forte di questa convinzione, la nostra Federazione ha organizzato e voluto questa settimana, auspicando che vi prendano parte non soltanto persone che hanno un rapporto “problematico” con la sessualità, da un punto di vista clinico o psicologico, ma anche coloro che semplicemente desiderano saperne di più, ricevere informazioni corrette e adeguate, con l’obiettivo di stare meglio con se stessi e di preservare anche la salute della coppia».
Qual è dunque il moderno approccio al benessere sessuale?
«Osservazione e integrazione di tutti gli aspetti che confluiscono nella sessualità e nella salute sessuale – l’aspetto biologico, psicologico, di coppia, sociale – come concetti strettamente inscindibili e interdipendenti per la promozione del benessere fisico e psichico. Questo perché il corpo, provato da una malattia, ne risente anche sul piano relazionale e psicologico e viceversa. Da qui l’importanza, fortemente ribadita dalla nostra Federazione che si avvale di figure professionali con specificità diverse ma formate su tutte le componenti che ruotano attorno alla sessualità, di lavorare in un’alleanza di rete con diversi specialisti. Ovvero interagendo con gli andrologi nel caso dell’uomo o con i ginecologi se si tratta di una donna, e considerando la collaborazione di altri specialisti della salute generale, con i quali stabilire la migliore strategia terapeutica per la risoluzione o la gestione della difficoltà».
Quali sono le problematiche femminili che possono incidere maggiormente sul raggiungimento e mantenimento di una buona sessualità?
«Pur in assenza di numeri precisi per la realtà italiana, questa iniziativa potrà essere l’occasione per tracciare un profilo nazionale delle principali problematiche della donna in ambito di benessere sessuale. Spiccano le richieste di aiuto per il vaginismo, ossia l’impossibilità ad avere rapporti sessuali completi a causa del dolore che la penetrazione potrebbe causare. Il vaginismo, nel nostro paese, è più diffuso di quanto si pensi: nonostante l’informazione femminile sulla sessualità possa essere ritenuta soddisfacente, esistono ancora dei pregiudizi di carattere culturale, dei tabù o delle condizioni sociali in cui riveste significati specifici che minano la normale vita di coppia e diventano patologia. Al vaginismo poi, per incidenza e diffusione, seguono per la donna tutti i disturbi associati al periodo peri-menopausale: secchezza vaginale, possibile calo del desiderio che coinvolgono fasce di età più mature».
E quelle maschili?
«Il problema maggiore per l’uomo è rappresentato dalla disfunzione erettile e dall’eiaculazione precoce, seppure in questi ultimi dieci anni (con percentuali addirittura triplicate) si stia assistendo anche a un calo del desiderio maschile il più delle volte correlato alla situazione di relazione. Vale a dire che l’uomo non ha più voglia di fare l’amore con la propria compagna, ma va alla ricerca di un’altra donna o investe la propria sessualità nel sesso virtuale, utilizzando video, chat, internet e altre forme di eccitazione. Un problema che diventa tanto più delicato per il fatto che il calo del desiderio viene spesso confuso con un problema di erezione, a causa di un denominatore in parte comune; pertanto anche il supporto farmacologico che dovrebbe aiutare l’erezione in questi casi, in cui il problema a monte è di diversa natura, non fa il suo dovere. Questo per ribadire quanto sia importante l’integrazione, ad esempio, tra medico e psico-sessuologo per arrivare alla corretta diagnosi».
Quali sono i campanelli d’allarme da non sottovalutare?
«Per l’uomo si tende a pensare che una spia possa essere l’erezione. Non è del tutto corretto poiché questa mancata eccitazione potrebbe essere invece sintomo e sentinella di altre patologie più importanti, come quelle cardiovascolari ad esempio, che non emergono immediatamente, ma che si annunciano con altri segni precursori. È fondamentale che anche il maschio, come fanno le ragazze all’inizio dell’attività sessuale, acceda ai servizi di salute sessuale già intorno ai 20 anni, sottoponendosi a una prima visita andrologica per valutare che non vi siano problematiche anatomiche (fimosi ossia il restringimento dell’orifizio, frenulo corto, varicocele) che possono influire sulla sessualità e la fertilità. Devono poi seguire, in relazione all’età, anche controlli periodici per la valutazione dei livelli del PSA utili a monitorare lo stato di salute della prostata e soprattutto controlli specialistici, intono ai 50 anni alle prime defaillance amorose. Anche alla donna sono raccomandate visite ginecologiche periodiche, che di norma consentono una valutazione delle implicazioni di ordine sessuale, con più attenzione al periodo peri-menopausale nel quale si concentrano il maggior numero di problematiche. Queste possono essere oggi trattate con successo anche con l’ausilio di efficaci rimedi farmacologici consentendo di mantenere, anche in età matura, una vita sessuale soddisfacente e regolare».
Lo stile di vita può influire?
«Moltissimo. Avere uno stile di vita sano, che permetta una buona salute generale, consentirà anche di preservare una buona sessualità fino alla vecchiaia. Particolare attenzione va riservata alla dieta, limitando grassi e zuccheri e il conseguente rischio di insorgenza da un lato del colesterolo e delle patologie cardiovascolari correlate, e dall’altro del diabete che a lungo andare, in entrambi i sessi, può portare al calo del desiderio e dell’eccitazione. Dunque, scegliere meglio i cibi acquistandoli in centri che possano garantire la provenienza e la filiera degli alimenti – sono in aumento, ad esempio, i casi di infertilità maschile per l’eccessivo utilizzo di estrogeni nelle carni –e una migliore sicurezza alimentare. Limitare il fumo che incide sull’erezione e l’eccitazione a causa del restringimento dei vasi, ma anche alcol e droghe più o meno leggere, nocivi anch’essi per la sessualità. Su questi fattori, poi, possono influire anche sedentarietà e stress, sia lavorativo che non lavoro».
Un messaggio da lasciare alle donne per migliorare il rapporto con il proprio corpo e di coppia?
«Le donne devono essere più attente e capaci di stimolare la curiosità, sia verso se stesse, sia verso il partner. È dalla migliore conoscenza di se stessi che si traggono i maggiori benefici: pertanto, come hanno imparato a fare l’autopalpazione del seno, così le donne dovrebbero sviluppare più attenzione anche verso altri tipi di messaggi fisici più generali, ad esempio verso ciò che maggiormente desiderano o che sessualmente fa loro più piacere, comunicandolo al partner e migliorando in questo modo anche la relazione».
di Francesca Morelli