E’ l’autunno il mese dell’anno che registra un aumento del 30% delle visite ginecologiche, soprattutto delle più giovani. Dopo l’estate, infatti, la paura di una gravidanza indesiderata o di una malattia sessualmente trasmessa spinge le ragazze a rivolgersi al ginecologo. Una visita che potrebbe diventare l’occasione per iniziare una contraccezione responsabile. «Quest’anno abbiamo registrato un’impennata di richieste di intervento per le “disattenzioni” estive, soprattutto per le under 30 che richiedono una contraccezione più sicura e duratura», puntualizza il professor Paolo Scollo, presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) in occasione del Congresso Nazionale dei ginecologi di Cagliari. «In Italia si è registrato, da maggio a oggi, un aumento dell’utilizzo di un nuovo dispositivo intrauterino (Jaydess) che sembra essere preferito proprio dalle under 30. Speriamo che questo nuovo metodo dia un maggiore impulso alla diffusione della contraccezione nel nostro Paese dove si registra una delle più basse percentuali di utilizzo della pillola (16%), ad eccezione della Sardegna dove si raggiunge il 30%. Per questo la nostra Società scientifica ha divulgato un opuscolo rivolto alle donne di tutte le età, che sarà distribuito in tutti i consultori e ambulatori di ginecologia della Penisola».
«Il 90% delle donne che utilizza metodi contraccettivi a lunga azione è soddisfatta della propria scelta», commenta la professoressa Valeria Dubini, consigliere Nazionale SIGO. «Questo nuovo dispositivo piace soprattutto perché, una volta inserito, è efficace per tre anni e libera dalla routine contraccettiva, dal rischio di dimenticanze, oltre a rilasciare la più bassa dose di ormoni rispetto alla pillola. Quando viene inserito crea all’interno dell’utero un ispessimento del muco cervicale che fa da barriera al rischio di possibili infezioni». Cosa chiede la donna a un contraccettivo? «Soprattutto l’efficacia e la praticità», risponde il dottor Attilio Di Spiezio Sardo, ricercatore all’Università Federico II di Napoli. «Le giovani in particolare sono attratte dall’idea di usare un sistema a lunga durata d’azione. Al tempo stesso però hanno timore che un dispositivo intrauterino possa causare dolore, infiammazioni, difficoltà o fastidio durante i rapporti sessuali. Quattro italiane su 10 sono ancora convinte che la contraccezione ormonale comporti un aumento di peso: si tratta di un luogo comune duro a morire. Il contraccettivo intrauterino “smart” agisce localmente, è ben tollerato dall’organismo e presenta poche controindicazioni. Le donne possono così vivere la propria sessualità in maniera libera e consapevole».
Per aumentare la consapevolezza delle giovani e avvicinarle a una contraccezione responsabile è operativo il progetto Scegli Tu (www.sceglitu,it): la SIGO mette a disposizione i propri esperti che risponderanno online alle domande e ai dubbi di ragazzi e genitori. E’ stata da poco attivata anche una sezione dedicata ai nuovi metodi intrauterini: www.contraccezionesmart.it. In distribuzione ai ginecologi e consultori l’opuscolo “Fai la scelta giusta con la contraccezione smart!” che contiene informazioni utili e certificate su tutti i metodi contraccettivi a disposizione delle donne. «Il 20% delle italiane non ha mai parlato con il proprio ginecologo di contraccezione, preferendo interlocutori non qualificati come partner, amiche e parenti», fa notare la professoressa Dubini. «Una donna su 4 è però disposta a cambiare il metodo che utilizza se quello nuovo presenta meno rischi rispetto al precedente».
I dispositivi intrauterini, che finora non hanno avuto particolare successo in Italia (solo il 5%) sono invece usati attualmente dal 15% delle donne europee. Sono un’ottima alternativa per tutte quelle donne che vogliono usufruire dei benefici della contraccezione ormonale, ma hanno paura di commettere errori di assunzione. La ricerca medica e scientifica mette a disposizione oggi dispositivi adatti anche alle donne under 30 che non hanno mai avuto figli. Per questo l’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) si sta occupando della stesura delle linee Guida sull’utilizzo della contraccezione intrauterina che dovrebbero essere pubblicate entro fine anno. Nel documento si ribadisce che l’operazione di inserimento dei dispositivi può essere effettuata da qualsiasi ginecologo nel proprio ambulatorio, senza dover eseguire particolari esami infettivologici, ad eccezione dei pochi casi valutati dal ginecologo stesso.
di Paola Trombetta