AUMENTANO I PARTI OVER 40, DIMINUISCONO LE BABY-MAMME

Le donne italiane partoriscono sempre più avanti negli anni, con un aumento del 12% nelle over-40. Di contro in tre anni è diminuito del 17% il numero delle baby mamme. Sono i dati emersi all’incontro, promosso a Roma dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), per l’annuncio del 90° Congresso nazionale “Nutrizione, stili di vita e salute della donna” che si terrà in ottobre a Milano, sulla scia degli eventi dell’EXPO. Nel 2013 hanno partorito 39.835 donne con più di 40 anni, 5.065 in più rispetto a tre anni fa. E sempre nel 2013, i parti delle ragazze con meno di 19 anni sono stati 8.085, rispetto ai 9.817 nel 2010.

«La diminuzione delle baby-mamme è un importante successo che testimonia la sempre maggiore consapevolezza e responsabilità degli adolescenti», ha commentato il professor Paolo Scollo, Presidente Nazionale della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO). «I ginecologi italiani sono da anni impegnati in progetti dedicati alla sessualità e alla contraccezione consapevole come Scegli Tu (www.sceglitu.it). In Italia, però, permangono ancora forti differenze tra le diverse Regioni Solo in alcune di queste la percentuale di utilizzo dei contraccettivi raggiunge i livelli europei. Dalle Regioni del Sud proviene oltre il 60% delle giovanissime madri italiane. Per questo rinnoviamo l’appello alle Istituzioni affinché venga approvata al più presto una legge che renda obbligatoria l’educazione sessuale in tutte le scuole del nostro Paese».
Alla riduzione del 17% delle baby-mamme, si contrappone un aumento del 12% dei parti over-40. «Nel 2010 erano 34.770 mentre adesso sono 39.835, circa 5 mila in più, e rappresentano oltre l’8% di tutte le partorienti italiane», sottolinea il prof. Mauro Busacca, Vice Presidente SIGO. «Mettere al mondo un figlio in età avanzata, dal punto di vista medico e scientifico, non presenta particolari problemi. E’ una tendenza ormai consolidata e noi ginecologi siamo in grado di gestire anche questo tipo di gravidanze».
Purtroppo alcuni comportamenti scorretti come fumo, sedentarietà o abuso di alcol sono sempre più diffusi tra le italiane, e questi costituiscono un problema. Ecco perché una donna deve adottare, fin da giovane, stili di vita sani per non compromettere la propria salute riproduttiva. Seguire una dieta equilibrata è sempre più importante per prevenire molte malattie ginecologiche e ostetriche. L’alimentazione corretta è inoltre un fattore che il medico specialista deve monitorare con estrema attenzione nei controlli successivi alla diagnosi di una patologia ginecologica. Anche l’utilizzo della pillola contraccettiva, che mette a riposo le ovaie e le protegge a lungo andare anche da gravi malattie, come il tumore ovarico, potrebbe essere un modo per salvaguardare la fertilità della donna che, quando decide di procreare, ne sospende l’uso.

 

di Paola Trombetta

 

UN TERZO DELLE DONNE VORREBBE ELIMINARE IL CICLO

L’assunzione della pillola contraccettiva riduce o elimina del tutto la mestruazione. Da molti punti di vista, si tratta di un fenomeno vantaggioso per la salute della donna. La conferma viene dall’ultimo documento della Società Italiana della Contraccezione (SIC): La mestruazione e la sua modulazione con la contraccezione ormonale con estro progestinici”. «La mestruazione fisiologica non ha nulla a che vedere con la finta mestruazione in corso di contraccezione ormonale», spiega il professor Angelo Cagnacci, del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico di Modena, autore del documento. «A parte la potenzialità procreativa, il ciclo mestruale “naturale” non procura vantaggi alla donna. Anzi, la sospensione dell’ovulazione che si ottiene con la pillola, che un tempo avveniva naturalmente con le gravidanze ripetute, mette a riposo le ovaie e protegge la donna da uno dei tumori più mortali, quello all’ovaio. A ciò si aggiungono i benefici anche di natura psicologica. Recenti studi confermano che un terzo delle donne in età fertile rinuncerebbe volentieri al ciclo mestruale per evitare impedimenti, dolori e fastidi di varia natura. «Secondo un recente studio svedese, il gentil sesso trascorre ben sette anni della vita alle prese con le mestruazioni», commenta il professor Annibale Volpe, past- president della SIC. «E questo incide non solo sulla salute della donna, ma anche sui bilanci familiari (assorbenti, analgesici) e sui costi del Sistema Sanitario (assenze dal lavoro)».
L’appello della SIC è rivolto soprattutto ai ginecologi, affinché rassicurino le pazienti e spieghino loro i possibili vantaggi che derivano dal mancato sanguinamento in corso di contraccezione ormonale. Un guadagno sicuro in termini di salute e l’eliminazione del tabù che si riferisce a una presunta “purificazione mestruale”.
(P.T.)

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