Avere le mestruazioni in estate, e non solo, per molte donne può diventare un problema. Sette donne su 10 preferiscono pochi cicli all’anno e non tutti i mesi. Al mare, in “quei giorni” si deve rinunciare ai bagni, a indossare il costume o abiti chiari e attillati. E quanti giornate di lavoro si perdono, durante l’anno, per il dolore mestruale?
Oggi è in arrivo una soluzione. E’ la nuova pillola contraccettiva (Seasonique), da giugno in farmacia, presentata al Congresso della Società Italiana della Contraccezione (SIC) di Bologna.
«Contiene 84 compresse a base di levonorgestrel e etinilestradiolo, più 7 con il solo etinilestradiolo: queste ultime si assumono nei giorni di “interruzione” in cui si ha la mestruazione», spiega Angelo Cagnacci, professore associato di Ginecologia all’Università di Modena. «In questo modo si avrebbero solo quattro cicli all’anno, anziché tutti i mesi. Del resto, in passato, le donne avevano pochi cicli mestruali perché erano spesso gravide. E questo le proteggeva da patologie come endometriosi e tumore all’ovaio, oggi in aumento. Sebbene molte donne (40%) considerino la mestruazione “rassicurante”, perché segno di fertilità, il 30% non le vorrebbe affatto e un altro 30% le vorrebbe solo poche volte all’anno».
Una recente indagine, condotta su un migliaio di donne, conferma che sette donne su 10, informate del fatto che la mestruazione indotta dalla pillola non è la conseguenza di un’ovulazione naturale, preferirebbero averne il meno possibile nel corso dell’anno.
«Prolungare l’intervallo tra i flussi mestruali non ha effetti negativi sulla salute della donna», conferma Rossella Nappi, professore associato della Sezione di Clinica ostetrica e ginecologica all’Università di Pavia. «Aiuta anzi a ridurre i disturbi e le patologie correlate alla comparsa del flusso mestruale, prime fra tutte la cefalea e la dismenorrea. Avere il ciclo ogni tre mesi, infatti, provoca minori dolori anche grazie all’assunzione, nei sette giorni di “interruzione”, degli estrogeni, ormoni che agiscono modulando la percezione del dolore a livello di sistema nervoso centrale. E migliora la vita sociale e di coppia. Il 20% delle donne, infatti, si confronta ogni mese con problemi di dolori durante il ciclo e flusso abbondante, che rendono difficoltosa la vita di relazione. Spesso, a causa dei forti dolori, la donna perde anche intere giornate di lavoro, per non parlare della compromissione di relazioni affettive e sociali. Avere poche mestruazioni all’anno riduce notevolmente questi rischi. E dà benefici, oltre che immediati sul dolore, anche a lungo termine su patologie come anemia, endometriosi e persino il tumore all’ovaio».
di Paola Trombetta