Fatti un regalo o, meglio, fallo alle tue ossa. Entra dal 5 al 10 ottobre in una delle 2500 farmacie del territorio aderenti all’iniziativa “Settimana delle Ossa”. Potrai ricevere preziose informazioni per prenderti una sana cura delle ossa e avere in omaggio 3 brochure per aiutare a crescere in salute anche quelle dei tuoi piccoli, mantenere in forma quelle adulte, prevenendo l’osteoporosi, e difenderle negli anni d’argento. Non commette l’errore di pensare alle tue ossa quando è tardi: fallo il prima possibile perché la loro difesa dal pericolo osteoporosi inizia da bambini. «L’osteoporosi – spiega il professor Giancarlo Isaia, Presidente della Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) – è una condizione di fragilità dell’osso, che va così incontro a un maggior rischio di frattura. Si tratta di una malattia tipica dell’età avanzata ma, da oltre 40 anni grazie al ricercatore Charles Enrique Dent, è noto che questo processo inizia da bambini. È ormai ampiamente riconosciuto che un’adeguata componente minerale ossea acquisita durante l’infanzia e l’adolescenza sia un fattore determinante per la salute delle ossa adulte». Specie se si è donne, in cui il rischio di incorrere in una frattura, dopo la menopausa, è quattro volte superiore rispetto a quello dell’uomo. Ma lo stop del ciclo mestruale, soprattutto se precoce, non è il solo fattore di rischio: sull’osteoporosi pesano anche uno scarso apporto di nutrienti benefici per le ossa, vitamina D e calcio in particolare, l’uso cronico di alcuni farmaci, soprattutto dei cortisonici, la scarsa attività fisica, alcune malattie del sistema gastrointestinale come le coliti, il morbo di Crohn o la celiachia. Anche sovrappeso e obesità, oltre a essere un danno per cuore e diabete, possono sequestrare, attraverso l’eccesso di massa grassa, vitamina D alle ossa. Ma anche, all’opposto, un’eccessiva magrezza può compromettere l’assunzione di adeguati livelli di sostanze nutrienti, in particolare di calcio perché i prodotti lattiero-caseari sono di norma tra i primi eliminati nelle diete dimagranti. «In tutti questi casi – commenta la dottoressa Raffaella Michieli, Segretario nazionale della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) – è bene rivolgersi al proprio medico che potrà richiedere le analisi del sangue. Oggi infatti con un semplice prelievo si può conoscere l’effettiva carenza di vitamina D, e dunque la necessità di assumere integratori o iniziare una terapia farmacologica».
Dopo il sole, che regala alle ossa all’incirca l’80-90% di vitamina D attraverso una efficace esposizione di viso, gambe e braccia (15-30 minuti circa, almeno 2 volte a settimana), senza protezione solare che “scherma” la sintesi di vitamina D, l’alimentazione resta la seconda fonte di supporto vitaminico. Spesso però insufficiente, perché la presenza di questa sostanza nei cibi più comuni è piuttosto esigua. «Per assumere vitamina D – continua ancora Isaia – si può ricorrere a un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo che fornisce, soprattutto all’anziano che ne è carente, la dose giornaliera adeguata. In alternativa si possono consumare 150 grammi di pesci grassi, come salmone e sgombro, che coprono il fabbisogno giornaliero, oppure uova, formaggi e latticini i quali però dovrebbero essere consumati in quantitativi troppo abbondanti per essere efficaci allo scopo».
Un problema, quello della carenza di vitamina D, risolvibile laddove necessario, con una supplementazione. Ad esempio le linee guida internazionali la suggeriscono nel neonato, fin dai primi giorni di vita, data la scarsa esposizione alla luce solare diretta, che va evitata prima dei 6 mesi, e le scarse quantità di vitamina D presenti nel latte materno. Ancora, è consigliata in gravidanza per un aumentato fabbisogno; negli anziani che nell’80% dei casi, specie se ultra 65enni, risultano carenti o negli adulti con osteoporosi ai quali il medico può prescrivere, oltre al supporto della vitamina D e un’eventuale integrazione di calcio, anche farmaci molto efficaci, capaci cioè di arrestare la perdita di tessuto osseo e favorirne un corretto rimodellamento. «L’aderenza alla terapia – aggiunge il dottor Paolo Cherubino, Past Presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (SIOT) – è oggi facilitata dall’estrema maneggevolezza dei farmaci più moderni che in alcuni casi richiedono un’unica assunzione settimanale o mensile o, addirittura, intervalli molto più lunghi con un notevole miglioramento della qualità di vita della persona affetta da osteoporosi e una maggiore tranquillità di non incorrere in rischi futuri di sofferenza e inabilità, diretta conseguenza della rottura di un osso, del femore in particolare».
A mantenere la vitamina D e il calcio nell’organismo contribuisce anche lo stile di vita, che deve essere sano, con l’eliminazione dei fattori di rischio quali il fumo, l’alcol o altre bevande (specie in adolescenza) come caffè e thè che interferiscono con il metabolismo del calcio, a favore invece del consumo di acque minerali che ne sono ricche (alcune possono apportare anche 360 mg per litro) o di acqua del rubinetto. Poi, oltre a una dieta con cibi ad hoc, non può mancare l’attività fisica: «Deve essere praticata con regolarità e calibrata in base all’età, meglio se a carico gravitazionale, che serve a stimolare l’intero metabolismo e quindi anche quello del tessuto osseo. Tra le attività fisiche più efficaci vi sono il fitwalking, jogging, yoga, Tai-Chi e step da praticare da 3 a 5 volte a settimana per almeno 30 minuti, facendo attenzione alle condizioni fisiche individuali, senza mai eccedere, e utilizzando scarpe comode e ben allacciate».
Molto possiamo fare dunque per la salute delle ossa: «A cominciare dalla loro cura fin da bambini – conclude il professor Umberto Tarantino, Presidente del Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell’Osteoporosi Severa (GISOOS) – in considerazione del fatto che lo sviluppo del tessuto osseo avviene nei primi 20 anni di vita e averle più sane nella seconda e terza giovinezza».
Per conoscere meglio l’iniziativa promossa da SIOMMMS, SIMG, GIBIS, GISOOS, SIOT, e le farmacie aderenti, clicca il sito www.salutedelleossa.it. Qui potrai anche scaricare i tre opuscoli e se sei ipertecnologica pure una “app”, disponibile sia per sistema operativo iOs che Android, che metterà alla prova le tue conoscenze sul ruolo della vitamina D o del calcio e verificare se la tua esposizione settimanale ai raggi solari è sufficiente per immagazzinare adeguati quantitativi di vitamina “ossea”.
di Francesca Morelli