Genocidio del popolo armeno da parte dei Giovani Turchi saliti al potere, nel 1915. Dieci milioni di Ebrei sterminati nei campi di concentramento tra il 1943 e il ‘45. Intanto nella Venezia Giulia e Dalmazia, migliaia di italiani venivano deportati e uccisi nelle foibe… La storia si ripete. Il 21 marzo 2014 miliziani di al Qaeda, scortati da soldati turchi, sono penetrati nel villaggio armeno di Kesab, in territorio siriano, saccheggiando, uccidendo e profanando le chiese. Gennaio 2016: i docenti delle università turche lanciano un appello al Governo affinché metta fine agli attacchi nel sud-est dell’Anatolia.
Contro tutti i genocidi Anna Maria Samuelli, docente di storia e filosofia, ha fondato il movimento “Gariwo: Garden of the Righteous Worldwide”, per ricordare tutti coloro che hanno aiutato le persone durante i genocidi. Con lei il marito Pietro Kuciukian (presidente del Comitato Internazionale dei Giusti per gli Armeni, membro dell’Unione degli Armeni d’Italia, console onorario d’Armenia in Italia), Ulianova Radice e Gabriele Nissim, presidente (storico e autore di libri sul genocidio armeno e sui Giusti per gli Armeni).
La professoressa sarà ospite all’incontro dal titolo “La memoria dei Giusti” allo Spazio Seicentro, via Savona 99 a Milano, martedì 26 gennaio alle 18.30.
Professoressa, quando ha cominciato a interessari ai genocidi?
«Ho iniziato a partire dalla questione degli Armeni. Dal momento in cui ho conosciuto e poi sposato Pietro (Bedros) Kuciukian, sono venuta a conoscenza delle vicende che narra nei suoi libri “Le terre di Nairi”, “Dispersi” e “Voci nel deserto”, raccontando le esperienze della sua famiglia sopravvissuta al genocidio. Da lì ho capito che chi ha una coscienza non può non reagire di fronte a tutti i genocidi».
Perché “Giardino dei giusti?”
«Il termine “Giusto” è tratto dal passo della Bibbia che afferma “chi salva una vita salva il mondo intero”, ed è stato applicato per la prima volta in Israele in riferimento a coloro che hanno salvato gli Ebrei durante la persecuzione nazista in Europa. Il concetto è stato ripreso per ricordare i tentativi di fermare lo sterminio del popolo armeno in Turchia nel 1915 e per estensione a tutti quelli che nel mondo hanno cercato o cercano di impedire il crimine di genocidio, di difendere i diritti dell’uomo – in primo luogo la dignità umana – nelle situazioni estreme, o che si battono per salvaguardare la verità e la memoria contro i ricorrenti tentativi di negare la realtà delle persecuzioni».
Esiste un modo per prevenire futuri genocidi?
«L’unica maniera è parlare ai giovani. Questo intreccio di bene e male che si evince dalle storie dei “Giusti” è quell’orizzonte nel quale anche oggi i giovani vivono. I Giusti sono l’insegnamento per l’oggi, dove l’esito deve essere la prevenzione dei genocidi. Per questo nell’ambito di “Gariwo” abbiamo istituito la commissione scuola che si rivolge a bambini e ragazzi dalle primarie alle università. Per i più piccoli ha creato un gioco tipo “memory” per arrivare a scoprire le figure dei Giusti. I più grandi sono coinvolti in riflessioni e lavori multimediali. La storia si ripete. Perciò la memoria va proiettata sul presente, per elevare la capacità dei giovani di leggere nel presente i segni della violenza al loro sorgere. I ragazzi, stimolati, ricercano le storie dei “Giusti” anche nella loro realtà e scoprono il vissuto di nonni e antenati».
Come leggere la realtà a partire dalla storia?
«Attraverso le figure dei “Giusti”, conduciamo una battaglia culturale per spiegare ai giovani che l’Altro” non è uno strumento, ma un fine. E’ recente la violenza contro le donne a Colonia per Capodanno. Anche in quel caso non si è trattato tanto di un fenomeno legato all’immigrazione, quanto al degrado sociale che alimenta la cultura vetero maschilista che priva la donna della propria identità. In fondo il delitto d’onore ha fatto parte della nostra giurisprudenza. Nei lavori che proponiamo a scuola aiutiamo i ragazzi a capire il ruolo strategico della donna nella storia. Nel caso del genocidio armeno sono state le poche donne superstiti a riprendere in mano la storia, la lingua e la cultura del proprio popolo sterminato, affinché non andassero perse. Sono state fautrici concrete di speranza. Nelle figure dei Giusti i ragazzi, al di là delle differenze di genere, incontrano “l’Essere umano”».
di Cristina Bertolini
LA FORESTA DEI GIUSTI E LE COMUNITA’ EBRAICHE
Il Comitato per la Foresta dei Giusti-Gariwo onlus ha iniziato a operare a Milano nel 1999 e si è costituito ufficialmente nel 2001. Nel 2009 è diventato onlus.
A Sarajevo è stata fondata Gariwosa, la sezione di Gariwo per la Bosnia-Erzegovina.
Il 10 maggio 2012 il Parlamento Europeo ha approvato con 388 firme la proposta di Gariwo di istituire il 6 marzo una Giornata europea dedicata ai Giusti per tutti i genocidi.
Nel 2003, dopo l’istituzione di un Giardino dei Giusti in alcuni luoghi-simbolo, come Yerevan, in Armenia, e la proposta per Sarajevo, Gariwo ha coinvolto il Comune di Milano nella creazione di un Giardino dei Giusti che ricordasse coloro che si sono opposti ai genocidi in ogni parte della terra e che ancora oggi si oppongono ai crimini contro l’umanità, ovunque siano perpetrati. È nato così, il 24 gennaio, il primo Giardino dei Giusti di tutto il mondo ai piedi del Monte Stella (altura artificiale ricavata con le macerie della seconda Guerra Mondiale) e nel novembre 2008 si è costituita l’associazione per la gestione del giardino, composta da Gariwo assieme al Comune di Milano e all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Nel frattempo sono sorti giardini e altri spazi dedicati ai Giusti in ogni parte d’Italia: Genova, Palermo, Padova, Torino, Linguaglossa, Levico Terme.
(C. B.)
UN “FUMETTO” PER RICORDARE AI GIOVANI CHE…
“Fumetto e memoria: i Giusti parlano ai giovani – Da Jan Karski a Peppino e Felicia Impastato” . E’ il tema dell’incontro in programma per giovedì 28 (dalle ore 9.30 alle 12.30), al Teatro Elfo Puccini di Milano dall’associazione “Gariwo – Il giardino dei giusti”. Kasrki era un militare polacco che, durante la seconda guerra mondiale, è stato un esponente dell’Esercito Nazionale, il principale gruppo polacco di resistenza al nazismo. Felicia, invece, è stata la mamma di Peppino Impastato, giornalista, attivista e poeta italiano, vittima della mafia: venne ucciso nell’attentato del 9 maggio 1978.
L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto didattico “Adotta un Giusto”, è rivolta alle scuole di ogni ordine e grado, e il fumetto è il tema che caratterizza l’iniziativa. Le scuole che partecipano al bando con i propri elaborati e risulteranno vincitrici, saranno premiate con la visita e il laboratorio al Museo WOW Spazio Fumetto di Milano.
E’ prevista una lezione del fumettista Lelio Bonaccorso, co-autore dei fumetti dedicati a Jan Karski e a Peppino Impastato, che mostrerà le tavole del suo lavoro, racconterà la nascita dell’opera su Impastato e parlerà dell’importanza del fumetto come forma d’arte per trasmettere le storie di queste figure esemplari ai giovani.
La figura di Felicia Impastato sarà onorata al Giardino di Milano il prossimo 6 marzo, Giornata europea dei Giusti (la sua candidatura verrà approvata dal comitato dei Garanti nei prossimi giorni). Oltre all’intervento di Lelio Bonaccorso, giovdì 28 all’Elfo ci saranno altri due ospiti: la nipote di Felicia, Luisa Impastato, che porterà la sua testimonianza, e l’attore Lorenzo Randazzo che leggerà le poesie scritte per Peppino Impastato.
Dopo una breve pausa, i ragazzi saranno i protagonisti della seconda parte dell’evento. I vincitori del bando “Adotta un Giusto” presenteranno i propri elaborati artistico-letterari.
(C. B.)