Le basi per un programma di “Strategia Globale per la Salute delle Donne e dei Bambini”, l’OMS le aveva già enunciate nel 2010. Tuttavia contesti-socio culturali, ambientali, generazionali e l’esigenza di una maggior tutela della femminilità, ha imposto un aggiornamento delle dieci sfide iniziali, rilanciate dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015. Con un forte impegno: concretizzare gli obiettivi auspicati tra il 2016 e il 2030. Eccoli nel dettaglio.
Cancro – Nessuna forma tumorale è esclusa, ma fra quelle a maggior incidenza femminile la priorità è dedicata alla diagnosi precoce dei tumori al seno e al collo dell’utero che, nonostante il progresso scientifico, hanno ancora il più elevato tasso di mortalità, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito. In queste aree sono infatti scarsi o assenti programmi di screening, prevenzione e trattamento, così come la vaccinazione contro il virus del Papilloma umano poco diffusa, mentre entrambi rappresentano l’arma più efficace per la salvaguardia o l’individuazione iniziale di lesioni tumorali benigne e/o maligne.
Salute riproduttiva – Gli sforzi si incentrano verso la promozione del sesso sicuro quale misura preventiva per la salute sessuale e riproduttiva delle donne, in particolare nell’età compresa tra i 15 ei 49 anni, e residenti nelle aree in via di sviluppo in cui il rischio di esposizione a malattie di carattere sessuale è maggiore. L’obiettivo dell’OMS è arrivare a garantire l’accesso alla contraccezione e a servizi di pianificazione familiare a quei 222 milioni di donne a cui questo diritto è ancora negato.
Salute materna – Soltanto nel 2013 quasi 300 mila donne sono state vittime di complicazioni legate alla gravidanza, al parto e/o a malattie correlate. Morti o eventi che potrebbero essere limitati e in parte evitati, offrendo accesso a un sempre maggior numero di donne a servizi di pianificazione familiare o di base.
Aids – E’ fondamentale poter garantire alle donne affette da AIDS tutti i necessari trattamenti che consentano, oltre che la tutela dall’infezione stessa, anche verso altre malattie cui l’HIV abbassa le difese, come ad esempio la tubercolosi, una tra le principali cause di morte in donne fra i 20 ai 59 anni affette dal virus e residenti nei paesi a basso reddito.
Infezioni sessualmente trasmissibili – A fianco di HIV e HPV (Papilloma virus umano), è necessario riuscire a proteggere (e curare) la donna, specie se a rischio, anche da altre malattie contraibili per via sessuale quali la gonorrea, la clamidia e la sifilide. Quest’ultima, se non trattata, è responsabile ogni anno di più di 200 mila morti fetali e di oltre 90 mila neonati.
Violenza sulle donne – Le ultime stime attestano che una donna su 3, al di sotto dei 50 anni, ha subito violenza fisica o sessuale da parte del partner o persona diversa dal compagno, con pesanti ripercussioni a breve e lungo termine sulla salute fisica e mentale. L’adeguata formazione di operatori sanitari consentirà di affrontare meglio i casi di violenza e dare un supporto più efficace nella prevenzione e assistenza delle donne vittime di violenza.
Salute mentale – Sensibilizzare le donne verso i possibili problemi di salute mentale, incentivandole a chiedere aiuto quando necessario, è tra gli obiettivi prioritari dell’OMS. Sono infatti le donne ad avere una maggiore predisposizione allo sviluppo di stati di ansia, depressione e disturbi somatici, fino nei casi estremi a episodi di suicidio, parte dei quali riusciti soprattutto in donne al di sotto dei 60 anni.
Malattie non trasmissibili – Incidenti stradali, consumo pericoloso di tabacco, abuso di alcool, droghe e sostanze stupefacenti, obesità e sovrappeso hanno causato nel 2012, la morte precoce (prima dei 70 anni) di quasi 5 milioni di donne, specie in paesi a basso e medio reddito. Intento dell’OMS è aiutare/educare (giovani) donne e ragazze ad adottare corretti stili di vita, quale prerogativa per una vita lunga, in salute e di qualità.
Adolescenza – Tra gli obiettivi di salute vi è anche quello di tutelare le ragazze adolescenti da problemi correlati alla salute sessuale e riproduttiva quali le malattie sessualmente trasmissibili, l’HIV e le gravidanze indesiderate. Causa, queste ultime, di morti precoci o di complicanze per aborti e situazioni a rischio.
Invecchiamento – Oltre agli anni, sulla salute della donna pesano anche pensioni più ridotte, un minore accesso alle cure mediche e ai servizi sociali rispetto alle opportunità offerte agli uomini. La condizione di maggiore povertà, unita ad alcune patologie tipiche dell’invecchiamento, ad esempio la demenza, espone la donna anziana o in età a probabilità più elevate di abusi e, in generale, di cattive condizioni di salute.
«La tutela e la promozione della salute della donne – precisa la dottoressa Tiziana Sabetta, dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – sono considerate un importante investimento per il miglioramento dello stato di salute del Paese. La popolazione femminile vive oggi una condizione di benessere fisico complessivamente buona, ma appare comunque necessario promuovere campagne preventive e politiche socio-sanitarie che mirino al miglioramento delle condizioni generali di salute e dell’offerta dei servizi, spesso insufficienti e poco rispondenti alle esigenze dell’utenza».
«Obiettivi e sfide che la Strategia Globale per la Salute – conclude la dottoressa Flavia Bustreo, Vice direttore generale per la salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – si propone di vincere. Puntando a garantire un futuro e condizioni di vita e di salute migliori, eque e sostenibili nel tempo».
di Francesca Morelli