COLESTEROLO, SE LO CONOSCI LO TIENI A BADA

Cornelia lo conosce bene quel nemico invisibile.  Lei è tedesca, di Amburgo, e fa di tutto per non mettere il colesterolo nel piatto dei suoi clienti. Si sente investita di una responsabilità in più, perché di mestiere fa la ristoratrice. Così nel suo ristorante, oltre a cucinare “magro”, ha deciso di tenere corsi di cucina per chi deve seguire una dieta sana, povera di grassi. «La mia missione – racconta Cornelia – è aiutare le persone a prendersi cura della propria alimentazione».  Sa bene che il suo aiuto è importante, prezioso, ma solo parziale, perché la dieta da sola non basta a combattere ed abbattere questa silente componente grassa del sangue. Spesso sulla sua formazione incidono anche lo stile di vita troppo sedentario, abitudini scorrette o la predisposizione genetica, innata. Cornelia lo ha capito quando ha visto il suo amico Peter rischiare grosso a causa del colesterolo, nonostante fosse magro, facesse attività fisica e mangiasse sano. Aveva una familiarità con il colesterolo cattivo – tassi LDL altissimi – tanto da dovere  essere operato al cuore. Ora Peter sta bene, segue tutti i giorni una terapia-salvavita, mangia sano e conduce una vita normale.
Quella di Cornelia e Peter è soltanto una delle 10 storie raccolte in un lungometraggio cinematografico “Heart Felt”, realizzato da Cynthia Wade, pluripremiata regista americana, già premio Oscar come miglior documentario nel 2008 e nomination nel 2013, vincitrice di 33 premi cinematografici in ogni parte del mondo, e che ha dedicato ai pazienti con ipercolesterolemia. Con il suo staff, la Wade ha girato il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, e ha incontrato anche Geoff, che vive a Londra – un sopravvissuto alla malattia dichiara la figlia – che lo ha visto passare in un attimo, senza alcuna avvisaglia, da uno stato di benessere a uno di pericolo grave,  o Eddi, un comico di 50 anni che come la madre soffre di colesterolo alto e che nei suoi spettacoli ha imparato a scherzare con quella malattia perché a volte, dopo un grande spavento, riderci sopra può essere l’unico modo per affrontare un problema. Una buona volta con serietà. E con serietà ne parla il primo degli appuntamenti di #meetsanofi, “Health Movie. La salute dal grande al piccolo schermo: dal cinema alla rete come le persone raccontano la malattia”, dedicato all’ipercolesterolemia: una patologia largamente diffusa, ma ancora poco conosciuta, sottodiagnosticata e, spesso, non trattata in modo appropriato. Cornelia.
Un problema, quello del colesterolo alto, che interessa anche l’Italia, dove si stima che un paziente su 250 ne sia affetto. E’ quindi indispensabile conoscerne le cause. Infatti l’ipercolesterolemia può essere stimolata da diversi fattori: il più noto è la dieta grassa, corresponsabile anche di possibile sovrappeso e obesità, la sedentarietà, ma anche alcune malattie metaboliche come il diabete o altre che alterano il metabolismo dei lipidi come la cirrosi biliare, le epatopatie, l’ipofunzionamento della tiroide, e alcune condizioni renali. Ma non può essere trascurata neppure l’assunzione di alcuni farmaci come l’uso/abuso di cortisonici, o un prolungato utilizzo dei contraccettivi ad alto contenuto di progestinico che incrementano, anche se lievemente, il colesterolo LDL (cattivo) e diminuiscono l’HDL (il colesterolo buono); il fumo, che può danneggiare i vasi sanguigni e accelerare il processo di indurimento delle arterie; o il sesso, perché le donne, specie dopo la menopausa, più degli uomini incorrono nel rischio di formare placche di grasso nel sangue. Solo in casi rari, il colesterolo alto può essere causato da fattori ereditari, dipendenti da una serie di mutazioni del gene del recettore delle LDL che si trova sul cromosoma 19.
Tante cause diverse, ecco perché con il colesterolo non si può mai generalizzare. «Nell’approccio all’ipercolesterolemia – precisa Andrea Poli, direttore scientifico di Nutrition Foundation of Italy di Milano e membro della Fondazione SISA (Società Italiana per lo Studio dell’Arteriosclerosi) – l’attenzione alla malattia non deve mi perdere di vista quella al paziente: l’analisi dei due aspetti devono essere complementari». Ovvero la persona affetta da malattia deve sentirsi appoggiata e supportata dal medico e dallo specialista per non cadere nelle trappole della rete. Sono infatti moltissimi i pazienti che oggi ricercano informazioni sulle proprie problematiche di salute via web «dove il rischio più grande – aggiunge Silvia Vianello, Professore di Marketing all’SDA Università Bocconi di Milano – è quello di incappare in notizie non “certificate”», e dove ci si scambia storie. Dietro uno schermo, dicono gli esperti, “community” del web può acquistare un valore terapeutico: di compartecipazione, mutuo aiuto, speranza. Se dunque stanno cambiando la modalità del comunicare e il linguaggio, diventa fondamentale per il paziente consulatere “siti” con credibilità scientifica riguardanti ogni argomento di salute. E proprio con questo scopo è nato il portale www.abbassiamoilcolesterolo.it.
Ideato con la supervisione medica del dottor Andrea Poli, suddiviso in diverse sezioni – Colesterolo, Ipercolesterolemia familiare, Storie, Iniziative, Colesterolo in cucina – il portale contribuisce a fornire strumenti e ad aumentare la consapevolezza per vivere al meglio e responsabilmente giorno dopo giorno, anche con il colesterolo alto. «Il sito – conclude Poli – è il primo passo dedicato al paziente che vuole saperne di più, infatti la consapevolezza dei rischi associati al colesterolo non sempre porta a fare analisi più accurate o a cambiare il proprio stile di vita passando a un’alimentazione con meno grassi, meno sale e dolci e integrando altri alimenti buoni per il colesterolo, spesso demonizzati come il caffè e il cioccolato, e riservando particolare attenzione alle forme genetiche dell’ipercolesterolemia. Infine il sito darà spazio anche a quanto si sta facendo nella ricerca, sensibilizzando all’importanza di entrare a far parte di studi clinici che migliorano il proprio livello di cura». E poi non mancheranno storie di vita. Insomma il portale promette di avere una doppia anima: quella razionale, clinica, curata dal medico e quella emozionale, l’esperienza del quotidiano. Per non dimenticare che la medicina è fatta della storia della malattia, ma soprattutto della storia del paziente. E che le due sono inscindibili.

di Francesca Morelli

 

LE INIZIATIVE DELLA “SETTIMANA DEL CUORE”

Repetita iuvant, anche in medicina. E in funzione del successo della passata edizione torna, anche quest’anno dall’ 8 al 14 febbraio in occasione della settima Campagna Nazionale “per il Tuo cuore”, l’appuntamento con due eventi “vitali”: La settimana di Cardiologie Aperte e“La Banca del Cuore”, ideati e promossi da ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) e Fondazione “per il Tuo cuore”. Si punta, se non al raddoppio, almeno a emulare i numeri dello scorso anno. Sono stati infatti oltre 1.800 gli italiani, attenti al proprio cuore perché cardiopatici o solo per prevenzione, che sono andati in molte delle 600 strutture cardiologiche presenti sul territorio e aderenti all’iniziativa per eseguire screening cardiologici gratuiti; ricevere consulenze in prevenzione primaria e secondaria; assistere a momenti di incontro con gli esperti cardiologi, a dibattiti e attività di educazione sanitaria, o partecipare a raccolte fondi e concerti di beneficienza. Il programma di quest’anno presenta qualche novità: infatti le visite gratuite specialistiche potranno essere in più strutture cardiologiche (le partecipanti all’evento sono aumentate e l’elenco completo è disponibile all’indirizzo www.anmco.it) e tutti coloro che parteciperanno “alle Cardiologie Aperte” potranno ricevere in omaggio sette opuscoli informativi sulla prevenzione cardiovascolare, fra cui su scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, comportamenti da seguire dopo un evento cardiaco.
Prosegue anche il progetto “La Banca del Cuore”: è un registro elettronico che raccoglie i dati clinici rilevati da elettrocardiogramma e pressione arteriosa di ogni cittadino italiano partecipante al programma, trasferendoli e conservandoli poi in una “cassaforte del cuore”, una sorta di data-base cardiaco generale, sempre accessibile e consultabile grazie al “BancomHeart”, una card personalizzata munita di codici segreti (uno User Id, il proprio codice fiscale, e una password “ignota”) rilasciata gratuitamente al paziente. «L’iniziativa mirata alla sensibilizzazione e prevenzione delle malattie cardiovascolari e delle complicanze associabili come l’ictus cerebrale nel caso della fibrillazione atriale – ha spiegato Michele Gulizia, Presidente ANMCO – ha permesso di riscontrare tra i 18mila  elettrocardiogrammi effettuati, 231 casi (l’1,3%) di anomalie cardiovascolari, alcune non note al paziente, tra cui pregressi infarti e fibrillazione atriale».
Se da parte degli italiani vi è ormai molta attenzione al controllo e alla prevenzione della pressione alta (ipertensione arteriosa) non si può dire altrettanto per il colesterolo alto (colesterolemia). «Raffrontato agli anni 1998-2002, il quinquennio 2008-2012 – conclude Gulizia – ha registrato un aumento del valore medio del colesterolo totale sia negli uomini che nelle donne di età compresa tra i 35 e i 74 anni, con valori di LDL passati da 128 a 133 per gli uomini e da 126 a 134 nelle donne. Si è verificato anche un sensibile aumento in entrambi i sessi della prevalenza di ipercolesterolemia totale e LDL». E proprio a una maggiore sensibilizzazione verso i valori lipidici (grassi) del colesterolo “cattivo” (LDL) che predispone a un rischio aumentato di infarti e ictus, si rivolgono le iniziative di AMCO del 2016.
(F. M.)

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