di Milano – è la dimostrazione che l’abitudine al fumo è radicata e difficile da contrastare». Tanto più che deve vedersela anche con una nuova moda, quella delle sigarette “rollate” che il fumatore si costruisce da sé con cartine e tabacco. «Un fenomeno che pesa su Milano al 13% – precisa il dottor Paolo Colombo che ha condotto la ricerca – con tassi in crescita dal 5% del 2014 all’11% del 2015, e l’apprezzamento del 5% tra le donne».
Una buona notizia però c’è, perché da questa nuvola di fumatori emerge un’aumentata percentuale, passata dal 20 al 26% con un netto 32% tra le donne, di coloro che vogliono diventare degli “ex” a breve, nell’arco dei prossimi 6 mesi, o per il 9% entro 30 giorni, tempistica quest’ultima dichiarata dal 10% di fumatrici. A vantaggio di un grande numero di malattie e vite risparmiate. «Al fumo – continua il Presidente Lilt – è possibile ascrivere l’85-90% di tutti i tumori polmonari, con un rischio che cresce proporzionalmente alla quantità di sigarette fumate e alla durata dell’abitudine al fumo». Secondo i dati forniti da Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e Airtum (Associazione Italiana Registro Tumori), nel corso della propria vita una donna ogni 38, con un + 2,7% proprio in funzione dell’abitudine al fumo femminile, e un uomo ogni 10 potranno sviluppare un tumore al polmone. Divenuto anche la prima causa di morte in Italia con 32mila decessi annui e al quale si attribuisce il 21% di morti nella sola Milano e provincia: 1760 casi nel 2014, di cui 582 al femminile. «Numerosi studi condotti su campioni di popolazione, ricerche epidemiologiche, sperimentali, cliniche e sanitarie – aggiunge Giovanni Apolone, Direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori (Int) di Milano – hanno documentato i danni seri che il fumo induce anche ad altri organi, quali seno, vescica, prostata, colon-retto ed è responsabile di malattie cardiovascolari e dell’apparato respiratorio. Ma nonostante i numeri importanti e la disponibilità di interventi efficaci per ridurre l’effetto del fumo sulla salute a costi accettabili, nel nostro Paese sono ancora deficitarie politiche integrate che vadano in questa direzione o non sono rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale farmaci dedicati e validi. Ragion per cui l’Istituto Nazionale dei Tumori, nel prossimo triennio, lancerà una serie di iniziative di prevenzione primaria e secondaria rivolte a combattere questa abitudine e a contenere gli effetti sulla salute, utilizzando tutti i canali e i mezzi a nostra disposizione». Tra gli enti supporter, che affiancheranno l’iniziativa dell’Istituto, con altre opportunità di prevenzione non mancherà la Lilt che continuerà l’attività da sempre svolta dai diversi Centri Antifumo presenti in più punti della città o nell’hinterland (Cernusco, Monza, Sesto San Giovanni), o promuovendo campagne di sensibilizzazione all’interno di aziende intenzionate a realizzare delle “No Smoking Companies”, in linea con le più recenti disposizioni di legge.
Ma non è la sola strategia da adottare, c’è anche qualche cosa di pratico da fare, in funzione dei desiderata dei milanesi in tema di divieti, maggiori restrizioni e di campagne di informazione antifumo, i quali chiedono un incremento del costo delle sigarette (21%), anche di 20 centesimi annui fino a rendere nel tempo la sigaretta un articolo “fuori mercato” per i costi inavvicinabili; il divieto di fumo in qualsiasi luogo pubblico (17%) in particolare nelle aree di gioco frequentate dai bambini, in auto soprattutto in presenza di minori, negli stadi, per strada; un’intensificazione dei controlli sulla vendita ai minori (16%) con l’imposizione di forti multe in caso di sgarro alla normativa. A chiedere quest’ultima disposizione sono i giovani stessi, di età compresa tra 15 e 24 anni, consapevoli del fatto che fumare un pacchetto di sigarette, non solo è dannoso (9,1%) più di qualsiasi altra cattiva abitudine, ma rappresenta anche la peggiore dipendenza (8,1%). La sigaretta, tra i giovani, è infatti un vero “ritorno di fiamma” o un “nuovo fuoco”: una ricerca recente attesterebbe un aumento di studenti fumatori saliti al 23,4% contro il 20,7% del 2010. «Con lo scopo di far crescere una giovane generazione di non fumatori – aggiunge Alloisio – abbiamo sviluppato un programma condotto da educatori, psicologi, medici, pubblicitari, operatori di teatro sociale appositamente formati, che coinvolge insegnanti, genitori e ragazzi per istituite una “Scuola senza fumo”. Ogni anno entriamo in più di 500 scuole primarie di Milano avvicinando circa 20mila bambini, addestrandoli a diventare degli speciali “Agenti 00Sigarette”».
Ancora, per combattere il fumo, i milanesi chiedono più informazione e l’eliminazione dei distributori automatici di sigarette (10%), l’incentivazione a uno stile di vita sano e/o la promozione dell’attività fisica (1%). E chi spera di disincentivarsi al fumo passando dapprima alla sigaretta elettronica, non avrà vita più facile; secondo un recente studio condotto dall’Università di Milano, infatti anche la “svapo” darebbe sintomi da astinenza. «Ad oggi mancano studi che dimostrino gli effetti a lungo termine sulla salute di questa sigaretta– dichiara Luisa Ponzoni, biologa presso l’ateneo milanese – pertanto abbiamo voluto cominciare a indagare gli effetti da astinenza da sigaretta elettronica in rapporto a quella tradizionale. I risultati indicherebbero che, dopo un lungo periodo di esposizione, la sospensione del dispositivo elettronico induce un deficit cognitivo importante in termini di memoria spaziale, ovvero di perdita del senso di orientamento o localizzazione, e un incremento dello stato di ansia e di depressione con insorgenza ancora più precoce rispetto a quella indotta dalla sigaretta tradizionale. Questi risultati farebbero asserire, per la prima volta, che la sigaretta elettronica non è innocua come sembra».
Molte le iniziative sul territorio attivate nella giornata mondiale senza tabacco, tra queste:
- Presso i Centri Antifumo, il 31 maggio e per tutta la settimana, saranno possibili colloqui motivazionali gratuiti di disassuefazione e/o propedeutici al percorso per smettere di fumare;
- Un “lenzuolo contro il fumo”: in 17 Istituti Superiori Milanesi, dal 20 al 31 maggio, gli studenti si batteranno per una scuola senza fumo e in cambio delle sigarette verranno offerti dépliant informativi e gadget. Inoltre, in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco, verranno esposti presso l’Int due lenzuoli realizzati dai partecipanti al progetto ArtLab (Laboratorio Artistico), dedicato al miglioramento della qualità della vita del paziente oncologico e dei familiari.
- I supermercati U2 di Milano e provincia, il 31 maggio, diffonderanno presso i punti vendita aderenti una promo radio per sensibilizzare alla lotta al tabagismo e doneranno ai clienti uno “scontrino speciale” per accedere ai colloqui motivazionali dei centri antifumo Lilt.
- 1600 Farmacie Comifar distribuiranno dépliant e locandine anti-tabacco.
Per ulteriori informazioni sulle iniziative consultare il sito: www.legatumori.mi.it o telefonare allo 02 49521.
A fianco di Lilt, altre associazioni, enti e onlus, si battono per abbatter il tabagismo e i suoi effetti collaterali: tra queste Airc (Associazione Italiana per la ricerca sul ricerca sul cancro) che ha stanziato, per il 2016, circa 3 milioni di euro per sviluppare 28 progetti di ricerca sul cancro al polmone, incentrati sullo studio di nuovi strumenti di diagnosi precoce quali particolari lesioni genetiche o un test sul sangue basato sull’analisi di micro-RNA circolanti; sull’individuazione delle caratteristiche molecolari dei vari tipi di tumori tra cui nuovi marcatori bio-molecolari, molecole responsabili dell’insorgenza di metastasi o cellule staminali ad alto potenziale metastatico; su sperimentazione di terapie mirate con farmaci anche già noti, ad esempio la metformina utilizzata da tempo come anti-diabetico, ma che potrebbe rivelarsi preziosa ed efficace nella risposta alle terapie dei pazienti con tumore del polmone.
di Francesca Morelli
GIOVANI FUMATORI IRRESPONSABILI
Otto ragazzi italiani su 10, delle scuole superiori, accendono la sigaretta irresponsabilmente: lo fanno per emulazione degli amici, credendo di potere smettere in qualsiasi momento, “perché la nicotina non dà dipendenza – dichiarano nel 58% dei casi – altrimenti sarebbe illegale”. Peggio ancora: il 47% dei ragazzi pensa che il vizio provochi solo (e non sempre) febbre, tosse o mal di stomaco a tal punto che il 34% degli studenti è convinto che le sigarette non siano così dannose come medici e media sostengono. Sono i risultati emersi dal sondaggio Con le sigarette… Meglio Smettere, condotto su un gruppo di giovani del biennio delle superiori dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), nell’ambito della prima campagna nazionale contro il tabagismo, lanciata nel gennaio scorso. Un’indagine innovativa, svolta con l’utilizzo di una “app” e realizzata grazie a educational grant di MSD Italia, i cui risultati sono stati presentati di recente al Ministero della Salute, con un filo di preoccupazione. «Oltre il 70% dei giovani fumatori – afferma il professor Carmine Pinto, presidente nazionale dell’Aiom – si avvicina alla sigarette prima dei 20 anni, ragion per cui attraverso questo progetto vogliamo fornire una corretta informazione su tutti i pericoli che si nascondono nelle bionde, primo tra tutti il rischio di tumore del polmone, aumentato di 14 volte». Così Aiom ha deciso di entrare in alcune scuole di Roma Torino e Napoli con alcuni progetti innovativi come alcune lezioni speciali sulla salute. «Dobbiamo insegnare ai ragazzi – aggiunge Pinto – che i corretti stili di vita devono iniziare da giovani per evitare brutte sorprese da grandi». O ancora promuovendo un concorso per la sceneggiatura di uno spot contro il fumo, vinto dal Liceo Classico “Luciano Manara” di Roma, che verrà realizzato dallo Istituto Europeo di Design (Ied) di Roma e da settembre diffuso nelle sale cinematografiche italiane. «Per gli studenti è stata una occasione – ha precisato il professor Fabio Foddai, Dirigente Scolastico del Manara – per discutere con i docenti e gli esperti di comunicazione di un tema così importante e per mettere in moto tutta la loro creatività al fine di provare a contrastare questo vizio».
Alla campagna antifumo ha partecipato anche la tennista brindisina Flavia Pennetta, protagonista di un opuscolo e di un video shock, ambientato in una camera mortuaria, a breve andrà in onda sulle emittenti televisive italiane e da ottobre in duecento sale cinematografiche. «Il mondo dello sport – ha concluso la tennista – deve scendere in campo per combattere uno stile di vita tanto stupido quanto pericoloso. Per questo ho deciso, con orgoglio, di apparire in uno video con immagini crude, ma estremamente efficaci, soprattutto per i più giovani». (Francesca Morelli)