Sette giorni di cure termali, con check-up completo, programma personalizzato di cardio-fitness con la guida di un personal trainer e dieta a regime ipocalorico. E’ la proposta dell’Ermitage Bel Air di Abano (Teolo) che per il settimo anno consecutivo organizza una settimana, dal 18 al 25 giugno, rivolta a chi vuole rimettersi in forma e prendere coscienza del proprio stato di salute. L’ambiente termale, opportunamente organizzato, può infatti svolgere un ruolo fondamentale per la salute delle persone di ogni età, in particolare medio-avanzata, poiché è in grado di agire su un piano di intervento ampio, integrato, associando esercizio fisico e nutrizione corretta, ai trattamenti fango balneoterapici: è il “Progetto Fit” per il benessere psicofisico dell’individuo che si svolge in un ambiente definito “Universo Termale”. Ne abbiamo parlato con il professor Arsenio Veicsteinas, medico sportivo e ordinario di Fisiologia all’Università di Milano che da anni cura questa iniziativa, presso il Centro Termale Ermitage Bel Air di Abano.
In che cosa consiste il “Progetto Fit”?
«Prevede la permanenza di una settimana nell’Universo Termale, dove, accanto alle attività tipiche di un centro termale, vengono proposte specifiche valutazioni e test clinici fin dal primo giorno, ripetute poi al termine del ciclo di trattamento, per monitorare i benefici del singolo partecipante. Le valutazioni prevedono visite mediche, effettuate dallo specialista in medicina termale e del medico dello sport, per un inquadramento anamnestico dell’individuo e per la verifica della idoneità al trattamento. Segue un prelievo ematico per un’analisi ematologica ed ematochimica mirata (colesterolo, trigliceridi, elettroliti, emocromo, glicemia, azotemia, oltre ad altri test ematici ritenuti utili nel corso della visita); la definizione della percentuale di grasso corporeo e dei siti di accumulo del tessuto adiposo; la valutazione della distribuzione dell’acqua nell’organismo, in particolare nelle gambe, punto critico delle donne, con il metodo BIA (bioimpedenziometria); la determinazione del metabolismo basale per valutare il fabbisogno calorico individuale; e, di estrema importanza per la predizione del rischio cardiovascolare, la determinazione della risposta cardio-respiratoria all’esercizio e la misura del massimo consumo di ossigeno, come espressione sia della funzionalità ottimale del sistema cardiovascolare, respiratorio e muscolare, sia del livello di benessere dell’individuo. Lo studio è completato da un questionario sui fattori di rischio per l’insorgenza di diabete tipo 2, che è oggi “l’epidemia” nei paesi più avanzati. Al termine delle varie analisi e test, lo staff sanitario programma le procedure per la fango balneoterapia, la quantità e la qualità dell’esercizio muscolare e la dieta. Il tutto programmato su base individuale e finalizzato al raggiungimento del massimo obiettivo, in un periodo pur ristretto di trattamento. Nei giorni di permanenza l’impegno quotidiano dell’utente consiste: nel trattamento fango balneoterapico, secondo gli schemi classici dello stabilimento termale (trattamento con fango seguito da bagno termale e massaggio); esercizi a corpo libero, con attrezzi e in piscina termale per almeno due ore al giorno; seguire la dieta proposta e attenersi ai suggerimenti forniti dal personale sanitario».
Quale potrebbe essere l’utente-tipo di questa settimana di intensa attività termale?
«Negli anni precedenti abbiamo avuto come protagoniste principali di questa settimana le donne, dai 40 anni in su, ma anche le settantenni, prevalentemente in sovrappeso. Il principale motivo che induce le donne a partecipare è la convinzione di perdere peso. Ed effettivamente, alla fine della settimana, i risultati non mancano. Ma quello che incoraggia di più è la presa di coscienza della propria salute, anche in presenza di situazioni di rischio, come ipertensione, ipercolesterolemia, coronaropatie, diabete di tipo 2, che spesso si trascurano. Anche il soggetto di età più avanzata, con patologie croniche stabili, potrà trarre grande beneficio da questi trattamenti che, in alcuni casi, hanno addirittura ridotto il consumo dei farmaci, oltre ad aver consentito di ottenere anche un calo ponderale».
Nei sette anni di questa esperienza avete monitorato tante persone che hanno partecipato a queste settimane “curative”. Quali sono stati i risultati?
«Sono stati decisamente interessanti i risultati ottenuti su più di 500 soggetti trattati, sull’effetto positivo del trattamento con fango e bagno termale, esercizio fisico e dieta, sia in individui sani che in trattamento cronico con antiipertensivi, antidiabetici, sostituti dell’ormone tiroideo… Si è evidenziato anzitutto un effettivo adattamento fisiologico al trattamento termale, conseguente all’esposizione al calore del fango e all’assorbimento cutaneo di specifiche sostanze benefiche disciolte nel fango stesso. Quindi si è riscontrati: una diminuzione del peso corporeo (da 1 kg fino a 4 Kg in relazione al peso iniziale e all’impegno dell’utente), con conseguente perdita di grasso in particolare a livello addominale, con riduzione delle circonferenze alla vita, ai fianchi alla coscia; un incremento degli indici di fitness, in particolare una riduzione della dispnea e dello stress cardiorespiratorio durante sforzi fisici nella quotidiana vita di relazione, grazie agli esercizi effettuati; una moderata riduzione della pressione arteriosa, sistolica e diastolica, auspicata e perfettamente tollerata anche dai soggetti che assumono antiipertensivi; un modesto incremento del dispendio energetico, che favorisce un più accelerato metabolismo dei grassi. Un’ulteriore dimostrazione dell’efficacia dei trattamenti “intensivi” è stato il miglioramento di alcuni parametri ematochimici dopo la settimana di permanenza, rispetto ai valori iniziali».
Altri punti di forza riscontrati?
«Uno è senz’altro rappresentato dall’azione a livello psicologico: l’Universo Termale è un ambiente a molti completamente nuovo e, anche per chi ritorna negli anni, è fuori dalla routine quotidiana e ricco di aspetti attrattivi, legati alla socializzazione e all’intrattenimento. Aspetti, questi ultimi, che svolgono un ruolo fondamentale sul piano della motivazione: la convinzione di raggiungere un benessere che è sì momentaneo, ma anche duraturo, al ritorno a casa. Si tratta infatti, della ricerca di un cambiamento nello stile di vita delle persone, in cui allo stress dovuto all’attività lavorativa e ai vari impegni quotidiani, nonché semplicemente all’età, viene sostituita l’attenzione alla salute, nell’accezione più ampia e globale di benessere psico-fisico. In questo contesto, l’aspetto psicologico-motivazionale ricopre un ruolo fondamentale, poiché in esso risiede il successo o il fallimento di qualsiasi strategia d’intervento».
Cosa rimane alle persone che rientrano a casa, dopo questa “settimana terapeutica”?
«Sarebbe scorretto, e quindi scientificamente inadeguato, illudersi che una settimana di trattamento comporti un miglioramento del proprio benessere psico-fisico “per sempre”. Tra gli obiettivi del trattamento termale cerchiamo di convincere l’utente che soltanto proseguendo a domicilio gli insegnamenti acquisiti è possibile mantenere, anzi incrementare, quella sensazione di benessere e di “leggerezza” conquistata con il “Progetto Fit”. Certo l’Universo Termale è un vero “setting terapeutico”: oltre ai dimostrati effetti curativi della fango-balneoterapia per specifiche patologie (malattie reumatiche, degenerazioni dell’apparato muscolo scheletrico, patologie del sistema respiratorio…) e ai più recenti effetti “metabolici” sopradescritti, il “Progetto Fit” garantisce la possibilità di intervenire anche sul piano nutrizionale, attraverso specifici regimi alimentari, nonché sul piano dell’attività motoria, con l’utilizzo di programmi individualizzati, monitorati durante l’esecuzione e valutati adeguatamente dal punto di vista metabolico. L’attività motoria praticata nella piscina termale e una corretta alimentazione associano i benefici tipici del movimento in acqua a quelli indotti dall’acqua termale stessa, in un ambiente piacevole e stimolante, moltiplicandone così l’efficacia. A domicilio tutto ciò non si potrà riprodurre, ma potrebbero essere sufficienti piccoli strumenti e poco tempo, almeno tre volte alla settimana (ancora meglio la frequentazione in una palestra) e una particolare attenzione nella dieta per prolungare i benefici acquisiti all’Universo Termale».
a cura di Paola Trombetta
Per informazioni: Ermitage Bel Air – Medical Hotel, Via Monteortone, 50, 35031 Abano-Teolo (PD); Tel +39 049 8668111 – Fax +39 049 8630166; ermitage@ermitageterme.it – www.ermitageterme.it; Ermitage Medical Hotel: www.medicalhotel.it; Blog: www.ricettedelbenessere.it
ANCHE LA DIETA FA LA SUA PARTE CON GUSTOSE RICETTE IPOCALORICHE
Nella settimana della prevenzione non può mancare un’attenzione particolare alla dieta, con la supervisione di Fulvio Ursini, professore di Chimica biologica presso il Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, studioso dei fenomeni che legano l’invecchiamento biologico allo stress ossidativo e all’infiammazione, elemento chiave di molte patologie e fautore della medicina positiva che studia e valorizza ciò che fa bene non solo in ambito preventivo, ma per mantenere il benessere psicofisico, sentirsi bene nel proprio corpo e nella mente, essere attivi e di buon umore. Il professore introduce una visione innovativa della nutrizione che studia i meccanismi per cui verdura e frutta aiutano a diminuire l’incidenza di patologie cronico-degenerative che vanno dalle malattie di Parkinson e di Alzheimer, alle artropatie, alle malattie cardiovascolari, a quelle metaboliche, soprattutto diabete e obesità, fino ad alcuni tipi di tumori. Precisa Ursini: «Sulla base delle più recenti acquisizioni scientifiche, il filo conduttore che lega l’alimentazione alla diminuita incidenza di queste patologie è ragionevolmente da attribuire a una più accurata modulazione della reazione infiammatoria che, pur necessaria per difenderci dal possibile effetto nocivo di batteri, virus o qualsiasi altro agente dannoso, genera a sua volta un danno, se eccessiva come entità e come durata». E aggiunge il professore: «Ai primi posti tra i cibi virtuosi che ci aiutano a prevenire i danni da infiammazione e stress ossidativo si trovano le crucifere, cavoli, cavolini, cime di rapa, rucola, verze. Così come carciofi, rosmarino, salvia, aglio, cipolla, ma anche curcuma, ginseng e olio extravergine di oliva». Su questi principi nutrizionali si fondano i menù dell’Ermitage, che portano in cucina la scelta di materie prime di ottima qualità e di prodotti biologici, con uso limitato di carni rosse, grassi di origine animale, zuccheri semplici, farine raffinate e realizzano ricette per chi deve seguire una dieta ipocalorica, unendo gusto e basso tenore di calorie.
Ecco di seguito qualche ricetta del menù ipocalorico proposto dagli chef dell’Ermitage per il “Progetto Fit”.
Le gelatine di frutta con pectina
Ingredienti per un vasetto: 70 g di frutta (melone, fragole, mela, pera, ananas), 20 g acqua naturale, 5 g zucchero di canna, 2 g Pectina, 0,5 g aroma naturale di arancio.
Preparazione: lavare e pulire la frutta; tagliarla a cubettini inserirla nei vasetti da cottura. Fare uno sciroppo con tutti gli ingredienti e versarlo nei vasetti (sterilizzati precedentemente). Chiudere e cucinarlo in forno a vapore per 30 minuti circa.
N.B. Secondo la maturazione della frutta e del tipo di frutta scelta, aggiungere o diminuire il quantitativo di zucchero.
Ovviamente la cottura di una fragola sarà di 25 minuti, di una mela 35’.
Zuppa ortolana con ceci e avena
Ingredienti per 10 porzioni: 1,5 litro di brodo vegetale, 100 g gambi di sedano bianco, 200 g cipolle bianche, 150 g carote, 100 g zucchine novelle, 100 g pomodoro maturo, 80 g piselli. 100 g patate desiré, 80 g porro, 80 g bieta, 60 g ceci, 100 g avena, 30 g olio extra vergine d’oliva, 2 g alloro 1 spicchio d’aglio, sale e pepe q.b.
Preparazione: la sera precedente la preparazione mettere a bagno i ceci in abbondante acqua fredda. Il giorno dopo pelare e lavare bene tutte le verdure, quindi cominciare a tagliare le cipolle, le carote, le zucchine, il pomodoro, il porro e le patate a cubetti e la bieta a listarelle. Mettere il tutto in una pentola con poco sale e l’olio e far stufare le verdure a fuoco dolce. Coprire quindi con abbondante acqua o brodo vegetale aggiungere i ceci e una patata tagliata a metà. Portare a ebollizione, coprire e cucinare a fuoco dolce finché i ceci non saranno cotti. A questo punto schiacciare le patate con una forchetta e aggiungere l’avena decorticata in precedenza cotta in un brodo vegetale (circa 45 minuti), rimestando di tanto in tanto.
Aggiustare di sale e pepe, mettere un filo d’olio crudo e servire la zuppa molto calda con delle sfoglie di pane alla crusca.
Il filetto di branzino ai due sesami sauté su letto di rucola
Ingredienti per 2 porzioni: 25 g di sesamo bianco, 25 g di sesamo nero, 1 spicchio d’aglio, 360 g filetti di branzino, 1 rametto di rosmarino, 20 g olio extravergine di oliva, 50 g pane integrale, sale e pepe, frutti di bosco per guarnire.
Preparazione: Prendere i filetti di branzino, squamarli e lasciare la pelle.
Versare sul pesce i sesami e spolverare con pepe, sale e un po’ di pane grattuggiato tostato in padella con olio aglio, prezzemolo, timo, origano e basilico. In una padella antiaderente ben calda mettere l’olio, il rosmarino e subito adagiare i filetti; farli rosolare dalla parte della polpa, girarli sottosopra cuocerli per un altro minuto e spegnere il fuoco. Condire la rucola con olio, sale e pepe, metterla sul piatto e adagiarvi sopra il branzino. Decorare il piatto con frutti di bosco.
Spuntino serale sfoglie di crusca e kiwi
Ingredienti per 1 persona: 20 g pane alla crusca, 50 g kiwi.
Preparazione: affettare con un’affettatrice il pane, pelare il kiwi e tagliarlo a fettine. Alternare il pane alla frutta e disporlo sul piattino guarnendolo a piacimento.
di Antonella Franchini