Libertà d’azione, aria aperta e anche un po’ di noia: sono i consigli per una vacanza sana, proposti dagli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, a tutte le mamme e i papà, ai quali raccomandano di lasciare a casa tensioni e timori facendo respirare i piccoli da rigidi orari e giornate programmate. Uniche eccezioni, a cui non sono concesse libertà, sono invece l’attenzione per la buona tavola, l’idratazione (raccomandata per grandi e piccoli di ogni età) e le allergie che non vanno mai in vacanza; anzi in alcune località e nei mesi estivi, potrebbero presentare qualche rischio in più.
Organizzare il proprio tempo, come più piace: giocando con gli amici, scorrazzando nei prati e all’aria aperta, dormendo un po’ di più al mattino. È la prima cosa bella della vacanza, apprezzata dai piccoli, dopo l’ultima campanella che sancisce una pausa dai banchi di scuola. L’estate, per i bambini, è un’occasione per cominciare a sentirsi più grandi e responsabili, ma che potrebbe generare ansia nei genitori. «Quando arrivano le vacanze – dichiara Cristiana De Ranieri, psicologa clinica della struttura romana – mamma e papà non devono sentirsi impegnati a riempire ogni momento della giornata dei propri figli. In estate è concesso e consigliato perdere un po’ di tempo in relax, talvolta sentendosi anche annoiati. Dopo la vita frenetica invernale, la vacanza in libertà, restituisce ai bambini una dimensione che non conoscono più: è un tempo ritrovato importante». Che può significare, in alternativa al riposino quotidiano, anche molte e varie attività all’aria aperta, in funzione delle inclinazioni del bambino e del luogo in cui si trascorreranno le vacanze. Per questo i pediatri della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) raccomandano di evitare la ripetitività: «E’ ottimale stimolare il bambino a svolgere ciclicamente più attività – dichiara il dottor Leo Venturelli, Pediatra di famiglia a Bergamo, referente per l’Educazione sanitaria e la comunicazione della SIPPS – alternando tra attività dinamiche e sedentarie, in cui dare spazio alla fantasia. Tra quelle da privilegiare ci sono ad esempio il disegno, la pittura, la creazione di oggetti o anche l’ideazione di nuove ricette e/o elaborazione di piatti preparati insieme alla mamma e al papà».
La vacanza dà però anche l’opportunità di recuperare buone abitudini, come quella dello sport. A condizione che sia quello giusto per ogni bambino. «Per i più timidi – precisa il dottor Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS – sono indicate attività di squadra come la pallavolo o la pallacanestro; per quelli più intraprendenti, meglio le gare dove però l’agonismo sia sempre subordinato alla lealtà e al rispetto di regole e valori; mentre per i bambini riflessivi, è da preferire il tiro con l’arco che rappresenta un buon compromesso tra coordinamento muscolare e affinamento della concentrazione; infine, per gli estroversi e fantasiosi, il contesto più adeguato sono i ritrovi in cui fare musica o recite improvvisate».
Insomma, in vacanza, lo sport è raccomandato e salutare, soprattutto se praticato all’aperto, sebbene con l’aumento delle temperature e della copiosa sudorazione vada prestata maggiore attenzione all’idratazione. Tanto più che i bambini, dicono gli esperti, avvertono e comunicano la fame, molto meno la sete. «E’ necessario offrire da bere non solo al termine della pratica fisica, ma anche durante l’allenamento – raccomanda Attilio Turchetta, responsabile di Medicina dello Sport – tenendo presente che all’età di 10-12 anni occorrerebbe bere un bicchiere d’acqua ogni mezz’ora. Se la sudorazione è abbondante, non c’è da preoccuparsi perché più un bambino è allenato, tanto più espellerà liquidi; infatti il sudore è necessario per una corretta termoregolazione. L’unica indicazione, dopo un’ intensa attività sportiva, è il cambio della maglietta: una semplice azione che tranquillizza molto le mamme, soprattutto le più ansiose».
Si è detto che la vacanza è tempo di relax e di gioco, spesso praticato al sole, nei prati o sulla spiaggia, e nei confronti del quale sono necessarie alcune misure preventive, in particolare per la pelle o per gli occhi. A cominciare dall’esposizione diretta al sole solo al primo mattino e fino alle 11 o dopo le 17, quando cioè i raggi UV sono meno dannosi, ricorrendo sempre a protezioni con filtri solari adeguati all’età e al fototipo di pelle. E se per caso accade di essere punti da un insetto, minaccia da cui è difficile mettersi totalmente al riparo, meglio evitare i repellenti. «Il loro uso combinato all’esposizione al sole – dichiara la dermatologa May El Hachem – potrebbe provocare irritazioni foto-indotte, così come sono sconsigliati antistaminici locali, cioè pomate a base di antistaminico, perché sono fotosensibilizzanti. Invece, alla sera, in caso di punture di insetti è bene applicare per qualche giorno sul ponfo una pomata al cortisone. E soprattutto raccomando a mamma e papà di curare le unghie dei bimbi, mantenendole corte, per evitare che grattandosi possano infettare il bubbone». E per gli occhi? In assenza di particolari patologie, non ci sono misure da adottare anche all’aria aperta. «In caso di prolungate esposizioni al sole – aggiunge Luca Buzzonetti, responsabile di Oculistica dell’Ospedale Pediatrico – o se viene manifestato un fastidio alla luce intensa, è sufficiente proteggerli con un cappellino con visiera. Se giocando in spiaggia dovesse invece finire della polvere o della sabbia negli occhi, vanno sciacquati con acqua dolce, sufficiente per fare calmare l’irritazione».
Diverso è invece il caso di allergie, che richiedono un attento monitoraggio anche in villeggiatura, portando sempre con sé il kit anti-allergia o la terapia raccomandata dal pediatra. La prima indicazione per non correre rischi, è scegliere la meta giusta: in caso di bambini allergici sono da previlegiare l’alta montagna, zona dove non circolano pollini, il mare vicino alla riva e in generale i luoghi dove l’aria è secca. «Riguardo alle allergie alimentari – sottolinea Alessandro Fiocchi, responsabile di Allergologia – occorre invece fare molta attenzione ai buffet dei villaggi vacanza che possono nascondere allergeni causa di reazioni cutanee e non solo, anche gravi».
E a proposito di cibo, d’estate non va dimenticata la buona tavola, sebbene sia consentito qualche piccolo strappo alla regola, sempre però nel rispetto degli orari dei pasti. A partire dalla prima colazione che i bambini e i ragazzi devono continuare a fare (non alzandosi troppo tardi), mantenendo anche l’abitudine di uno spuntino di frutta a metà mattina e a metà pomeriggio; un pranzo e una cena variate e ricche di verdure. Ma nel menu vacanziero una golosità ogni tanto ci sta: «Come il gelato– commenta Giuseppe Morino, responsabile di Educazione Alimentare – che può essere una buona alternativa alla merenda o un modo gustoso per chiudere il pasto serale, scegliendo gusti alla frutta soprattutto in caso di bambini sovrappeso. Per tutti, invece, l’indicazione è bere molta acqua durante la giornata evitando bevande zuccherate e gassate».
È bene parlare di corretta vacanza, ma alla meta come ci si arriva? Anche in aereo, pure con neonati o lattanti. «L’unica accortezza con bimbi molto piccoli – fa sapere Alberto Villani, responsabile di Pediatria Generale e Malattie infettive – è far deglutire il bambino offrendogli del latte o dell’acqua al decollo e all’atterraggio». Per ulteriori informazioni riguardo il viaggio, il caldo, le insidie di insetti e animali marini, è possibile consultare lo speciale estate, dell’Ospedale Bambino Gesù al sito: www.ospedalebambinogesu.it.
E la cultura, che fine fa in vacanza?Gli esperti consigliano e raccomandano, oltre ai doveri scolastici (i famigerati compiti), anche la lettura di un buon libro, riducendo così – almeno in estate – il passatempo di smartphone, computer e tv, il cui uso andrebbe regolamentato con semplici regole come: evitare di tenerli accessi a tavola o assegnando uno spazio all’uso giornaliero, favorendo l’incremento delle relazioni personali. «Ma si può fare anche un utilizzo intelligente della tecnologia – conclude Di Mauro – quando ad esempio si usa lo smartphone o il tablet per scattare foto o registrare filmati che catturano angoli e dettagli della natura, oppure che immortalano sensazioni, paesaggi o scenari suggestivi». Proprio un bel modo per intendere e ricordare la vacanza!
di Francesca Morelli