Spesso lo si considera solo un fastidioso inestetismo, che causa la comparsa di ‘pelle a buccia di arancia’ localizzata soprattutto su fianchi, cosce e talvolta anche sull’addome. Invece la cellulite è una condizione clinica, generata da uno stato infiammatorio ‘sottocutaneo’ che va curato e prevenuto, largamente diffuso fra le donne di ogni età, anche normopeso, ma più probabile in caso di sovrappeso e/o obesità. «Si tratta di una problematica – spiega il professor Vincenzo de Leo del Dipartimento di Medicina Molecolare e dello Sviluppo dell’Università degli Studi di Siena – che interessa a vari gradi circa il 90% delle donne, con una comparsa iniziale, possibile già nell’adolescenza e in progressivo peggioramento con l’età adulta. Il problema di fondo riguarda le cellule di grasso, i cosiddetti adipociti: si gonfiano, fuoriescono dalla struttura di collagene e penetrano nel derma, non riuscendo più a comunicare con il tessuto connettivo circostante che, mano a mano, si indurisce». La ragione dell’aumento di volume, ma anche di numero degli adipociti, è multifattoriale e dipende da più cause: genetiche, predisposizione, stili di vita scorretti che vanno dall’alimentazione, al fumo, alla sedentarietà, allo stress, fino a problemi di ordine vascolare e squilibri ormonali.
Occorre intervenire, prima che l’inestetismo diventi così importante da richiedere terapie mirate, differenziate a seconda dell’intensità dell’alterazione dei tessuti. Oggi l’innovazione terapeutica propone vari trattamenti, quali l’ossigeno-ozonoterapia, la laserlipolisi, il linfodrenaggio combinato, la carbossiterapia e la radiofrequenza. E’ indispensabile però agire sullo stile di vita, correggendo le abitudini sbagliate, soprattutto l’alimentazione, con una dieta adeguata, studiata con il nutrizionista o lo specialista, a seconda dello stato della cellulite e della costituzione della donna. «E’ necessario limitare l’apporto di sostanze che favoriscono la produzione di adipociti – precisa lo specialista – a vantaggio di sostanze che provocano la lipolisi e contribuiscono così a distruggere i lipidi, secondo un buon equilibrio di lipogenesi». E questo si ottiene con la riduzione di alimenti ad alto indice glicemico, come zuccheri, in particolare quelli raffinati come lo zucchero bianco, marmellate, composte, limitandone il consumo soprattutto nella seconda parte della giornata, i quali contribuiscono ad elevare i livelli di insulina circolante nel sangue che, in termini di cellulite, significa un aumento del volume degli adipociti e un incremento dell’aspetto a ‘buccia di arancia’. «La dieta, dunque – raccomanda de Leo – deve essere ricca di frutta e verdura, con un moderato apporto di proteine. Tra i cibi da preferire vi sono legumi, pesce e carni magre; poche carni rosse, invece, e alimenti conservati, formaggi stagionati e insaccati». I benefici di una dieta corretta possono essere potenziati dall’uso di specifici integratori, cioè preparazioni fitoterapiche che hanno un effetto positivo sul tessuto adiposo e connettivo, a favore anche di una migliore microcircolazione, da assumere per via orale, topica o transdermica a seconda della tipologia e delle necessità della donna. Le indicazioni sugli specifici integratori sono riportate nella recente review di Integratori Italia (AIIPA), presenti sul sito: www.integratoriitalia.it «Nella prevenzione o per combattere gli inestetismi della cellulite – aggiunge ancora de Leo – sono da privilegiare integratori della famiglia degli inositoli, il retinolo con i derivati della Vitamina A, la forskolina (Coleus forskohlii), il bergamotto, lo zinco, ma anche il loto (Nelumbo nucifera), la carnitina e l’escina, possono agire in sinergia abbassando da un lato l’insulina e dall’altro migliorando la lipolisi attraverso la riduzione dei lipidi». Alimentazione, secondo la più moderna concezione della piramide nutrizionale, significa anche corretta idratazione. Che, in caso di cellulite, impone l’abolizione di alcolici e superalcolici a favore dell’assunzione di liquidi, soprattutto acqua, thé e tisane non zuccherate. Ma senza eccedere, sebbene in estate sia necessario incrementare l’apporto idrico che si disperde con la sudorazione, e mantenendosi fedeli al litro/litro e mezzo quotidiano, pari a 8 bicchieri di acqua, che aiutano a riassorbire i liquidi accumulati nelle cellule e nei tessuti.«E’ convinzione delle donne – fa sapere ancora lo specialista – che bere molto, oltre il dovuto, faccia bene. In realtà, insieme alle urine, si perdono anche molti sali minerali che, se non adeguatamente reintegrati, peggiorano il microcircolo, favorendo anche la rottura dei capillari, e il drenaggio linfatico». Un’altra azione importante in cucina, è la riduzione del sale nella preparazione dei cibi, poiché anche il sodio trattiene i liquidi nell’organismo, aggravando la problematica estetica e di circolo. Un problema, quello della ritenzione idrica, a cui devono prestare particolarmente attenzione le donne che fanno uso della pillola. «I contraccettivi orali – dichiara de Leo – possono infatti causare edema e aumento di peso. Allora meglio preferire quelli a basso dosaggio di estrogeni di sintesi o a base naturale, cioè con lo stesso tipo di estrogeno prodotto dall’ovaio, supportando anche in questo caso il microcircolo con integratori adeguati. Tra cui la Centella asiatica che può migliorare segni e sintomi di ipertensione venosa, edema ed avere effetti benefici sul sistema venoso e sul tessuto connettivo, fino a ridurre il gonfiore delle gambe, altro sintomo estivo di ritenzione idrica».
Per favorire la buona (micro)circolazione, serve però anche un po’ di sano movimento. Sono sufficienti semplici attività, di tipo aerobico a bassa intensità e lunga durata, quali una camminata a passo svelto, andare in bicicletta, pattinare per 50-60 minuti, che hanno lo scopo di migliorare l’efficienza del sistema cardiocircolatorio e aiutare a disinfiammare la parte interessata dai “cuscinetti”. Oppure attività in acqua, che funziona come un linfodrenaggio naturale, in grado di favorire l’eliminazione di liquidi in eccesso e lo smaltimento di tossine attraverso la circolazione linfatica. Infine come ultimo accorgimento, in favore anche della gambe, attenzione ai tacchi: se il tacco è troppo alto o all’opposto troppo basso, come nel caso delle ballerine, può infatti favorire l’insorgere di cellulite, a causa di un’alterazione della circolazione vascolare del piede che invece è fondamentale per una buona funzionalità degli arti inferiori, contribuendo a smaltire il ristagno idrico e adiposo di cosce e glutei.
di Francesca Morelli