Anche un sentiero dissestato o un ciottolo, in montagna, uno scoglio scivoloso o la battigia al mare, possono rappresentare un ambiente ostile per chi soffre di osteoporosi o di fragilità ossea, aumentando il potenziale rischio di traumi ossei, anche lievi, o di frattura. Un pericolo reale per il 30% delle donne italiane in menopausa – all’incirca 3,5 milioni – di cui ogni anno 100mila, sono vittime di una frattura, del femore in particolare. «L’estate – dichiara il Professor Giovanni Minisola, Presidente Emerito della Società Italiana di Reumatologia (SIR) – è un periodo nel quale si tende a essere meno attenti ai problemi di salute. Invece anche in vacanza, in presenza di osteoporosi, non si può abbassare la guardia, a cominciare dalla tutela e accortezza negli spostamenti, alla messa in sicurezza degli ambienti in cui si soggiorna, fino e soprattutto all’aderenza alla terapia farmacologica».Proprio la “cura” pare infatti essere trascurata, dimenticata o ridotta compiendo un errore che potrebbe costare caro alle ossa. Tanti studi dimostrerebbero infatti che anche la semplice riduzione del 20-25% delle dosi dei farmaci possa comportare un rapido incremento del rischio di frattura, vanificando in tempi brevi gli obbiettivi del trattamento. «Capita che pazienti e talvolta anche medici – commenta il Professor Luigi Sinigaglia, Direttore del Dipartimento di Fisiatria e Reumatologia, Centro Specialistico Ortopedico Traumatologico Gaetano Pini di Milano – caldeggino una riduzione dei dosaggi e un maggiore intervallo tra le somministrazioni di farmaci nei mesi estivi. In particolare viene spesso consigliato di non assumere la supplementazione in vitamina D in funzione della maggiore esposizione al sole, dimenticando che il deficit di questa sostanza spesso dipende da un difetto di conversione dei precursori a livello della cute dell’ anziano, piuttosto che dalla scarsa esposizione ai raggi solari». Fondamentale, oltre la cura, è la conduzione di uno stile di vita sano e soprattutto la prevenzione di tutti i fattori ed elementi di rischio frattura. Che gli specialisti hanno riassunto in 7 regole d’oro:
- Ai piedi le scarpe giuste – Ovunque si trascorrano le vacanza, al mare o in montagna, l’indicazione “ai piedi” è una sola. Calzature chiuse o sandali aperti, purché abbiano tacchi bassi e suole antiscivolo.
- In viaggio nel confort – Qualunque mezzo di trasporto per chi soffre di osteoporosi è accettato: auto, aereo o treno. Ma con un’accortezza per gli ultimi due: al momento della prenotazione del posto, è bene riservarne uno comodo, lato corridoio, così da potere stendere le gambe, richiedendo il servizio speciale per passeggeri a ridotta mobilità, in caso si viaggi in aereo, per facilitare l’arrivo al velivolo.
- Dormire e lavarsi in tranquillità – Significa disporre, sia in hotel sia nella casa di vacanza, di camere ben illuminate, con letti né troppo alti né troppo bassi per non avere difficoltà sia nel salire che nell’alzarsi dal letto. Non meno importante è il bagno, dove la vasca o la doccia dovrebbero essere dotate di maniglie di sostegno e di pianali antiscivolo.
- Sì al movimento – L’attività fisica, infatti, non va trascurata neppure se si è subito un recente intervento chirurgico, purché gli esercizi e la durata siano di intensità moderata. Importante è fare movimento, anche in vacanza, in maniera costante per consentire il recupero o il mantenimento della forza muscolare, dell’agilità e dell’equilibrio: tre condizioni che riducono il rischio di cadute (e dunque il pericolo di fratture). «Vanno evitate attività sportive – raccomanda Minisola – alle quali non si è abituati e soprattutto è bene non camminare, e ancor meno correre, sulla battigia perché il piano è inclinato e le vertebre vengono stimolate in modo anomalo. In linea generale la colonna non deve essere sottoposta a posizioni, sforzi e movimenti che possano comportare sollecitazioni eccessive, come il trasporto e sollevamento di oggetti o valigie pesanti, avendo cura di distribuire sempre il peso egualmente su entrambi i lati».
- Non solo sole – Per rafforzare le ossa, l’azione del sole, sebbene aiuti a immagazzinare vitamina D – “l’alimento” che mette l’intero scheletro in maggiore sicurezza – non è abbastanza. Occorre, anche d’estate, continuare l’assunzione di vitamina D e di calcio attraverso la dieta con il consumo ad esempio di latte e derivati, formaggi, pesce azzurro, rucola così come non va interrotta la supplementazione orale di vitamina D, qualora sia stata prescritta dal medico e/o dallo specialista.
- La terapia ama le vacanze – E non si prende mai pause estive o di riposo. Dunque anche in villeggiatura l’abituale “cura” va assunta con le stesse modalità e dosaggi per evitare di perdere la resistenza e la robustezza acquisita dalle ossa, che significano meno pericoli di frattura e maggiore qualità di vita attiva e autonoma. «Prima della partenza – conclude il Presidente Emerito della SIR – accertarsi di avere con sé il quantitativo necessario di farmaci per tutta la durata della vacanza, trasportandoli nel rispetto delle norme di conservazione previste».
- Follow-up di controllo post-vacanze – Al rientro dalla pausa estiva, si raccomanda di non trascurare i controlli medici programmati, anche eventuali accertamenti diagnostici (se prescritti) quali MOC, Rx della colonna vertebrale, utili a monitorare l’evoluzione della patologia.
Il leaflet con i 7 consigli d’oro, scaricabile dal sito web http://www.stopallefratture.it/, è stato ideato nell’ambito della campagna Stop Alle Fratture, un’iniziativa educazionale, realizzata con il supporto non condizionante di Eli Lilly Italia, rivolta in particolare alle donne sopra i 50 anni, con la partecipazione di prestigiose società scientifiche quali Siommms (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), Siot (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia), Sir (Società Italiana di Reumatologia), Ortomed (Società Italiana di Ortopedia e Medicina), Gisoos (Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell’Osteoporosi Severa) e, da quest’anno, anche il Gismo (Gruppo Italiano di Studio Malattie Metabolismo Osseo).
di Francesca Morelli