Per il 25% di italiani, con un trend in crescita del 5% nell’arco degli ultimi 5 anni, l’allergia è una fastidiosa compagna. Una più delle altre: quella agli acari. Non soltanto perché è una tra le forme allergiche più diffuse, ma soprattutto perché non conosce stagione: nidifica infatti nella polvere, in casa, nei materassi, tappeti, divani e coperte, nei peluche e in ogni oggetto che possa attirare granelli di polvere, in ufficio posandosi sulle superfici di mobili e piani di lavoro e in qualsiasi altro ambienti indoor – subendo un possibile incremento nella sua sintomatologia nei mesi autunnali e invernali. Quando cioè la minor areazione dei locali, l’aumento dei tassi di umidità interna e esterna, l’utilizzo dei riscaldamenti possono favorire la proliferazione di questi invisibili microrganismi da cui è difficile (impossibile) liberarsi perché dalla polvere non si scappa. Anche quando le pulizie sono fatte con estrema cura. Ma c’è di più: perché tra le allergie, quella agli acari, è anche la forma che ha l’impatto più sensibile sulla salute che va ben oltre lo sviluppo di starnuti, prurito al naso e agli occhi, lacrimazione o ogni altra sintomatologia respiratoria. «L’allergia agli acari – spiega la Dottoressa Maria Beatrice Bilò, Presidente dell’Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali Ospedalieri (AAIITO) – è responsabile del 50% dei casi d’asma, ed è fortemente connessa con la rinite allergica, a tal punto che il 70-80% dei pazienti presentano entrambe le condizioni cliniche». Attestando, da un lato, un profilo allergico complesso: perché di norma l’allergia agli acari è “polisensibile”, ovvero si accompagna allo sviluppo di sintomatologia anche verso altri agenti allergici, soprattutto pollini, e “polisintomatica”, manifestando cioè più disturbi allergici anche simultanei i quali nel 30% dei casi restano poco controllati, sia in caso di semplice rinite sia accompagnata anche da asma, a causa di un’insufficiente conoscenza della patologia o per scarsa aderenza alla terapia, come attesta anche un’indagine di DoxaPharma che ha coinvolto poco più di 200 pazienti, metà con solo rinite allergica (RA) e metà anche associata ad asma. Mentre, dall’altro, emerge l’atteggiamento di un paziente contradditorio nei riguardi della propria allergia che invece di curarsi, sembra fare di tutto per tollerare o abituarsi alla sua malattia, sovrastimando il suo stato di salute e non prendendo in considerazione le conseguenze di una cattiva gestione della patologia. «Lo dimostra il fatto – continua Bilò – che tra gli intervistati quattro su 5 considerano buona la loro salute, ma dall’altro oltre l’80% dichiara che la patologia ha un impatto importante sulla qualità di vita».
Eppure alla terapia, per lo più a base di antistaminici e decongestionanti in caso di rinite allergica e di corticosteroidi e SABA (Short Acting Beta Agonist) anche con asma, si ricorre poco volentieri o al bisogno, o la si sospende a piacimento: «50% dei pazienti ha scarsa aderenza alla terapia – commenta il Professor Francesco Blasi, Presidente della Società Italiana di Pneumologia (SIP) – dovuto, nel 89% dei casi, all’attenuazione dei sintomi ma che sicuramente ricompariranno e alla percezione di migliore benessere». Non solo: la quantità di farmaci che devono essere assunti rappresenta una fonte di stress che fa desistere un paziente su 2 dall’assumerli in maniera continuativa. Ma la cura potrebbe subire una rivoluzione sostanziale, possibile già dai primi mesi del 2017; dovrebbe infatti essere in arrivo, anche in Italia, una nuova opzione terapeutica: l’Immunoterapia Allergene Specifica. «La sua particolarità – fa sapere il Professor Giorgio Walter Canonica, Presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica – sta nella capacità di agire sulle cause dell’allergia e non solo sui sintomi. L’AIT per l’allergia da acaro sarà sotto forma di tablet sublinguale e ha già ricevuto dall’EMA (European Medicines Agency) certificazione di efficacia e indicazione di utilizzo in adulti con asma da allergia da acaro non ben controllata: categoria che corrisponde anche alla maggior parte dei nostri pazienti». «Questa nuova soluzione – aggiunge Blasi – apre le porte a una nuova gestione della malattia, richiedendo da un lato la collaborazione sinergica di allergologi, già esperti sul tema, rinologi e pneumologi e dall’altro un impegno verso l’emersione e la migliore conoscenza della patologia grazie a un percorso diagnostico e terapeutico più capillare ed efficace». Rispondendo cos’ agli obiettivi anche di HOME (Housedust Mite Observatory for the First Evidence-based immunotherapy), un neo-nascente osservatorio, patrocinato da FederAsma e Allergie Federazione Italiana Pazienti Onlus, dalle 5 maggiori Società Scientifiche nazionali nell’ambito delle patologie respiratorie – Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC), Società Italiana di Pneumologia (SIP), Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali Ospedalieri (AAITO), Accademia Italiana di Rinologia (IAR) e Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) – e realizzato con il sostegno non-condizionato di ALK Abellò.
HOME suggerisce anche quattro comportamenti per la gestione casalinga dell’acaro. Eccoli:
In camera da letto, cambiare le lenzuola una volta alla settimana, far prendere aria ai letti la mattina; preferire una rete con doghe in legno; evitare i piumoni in piuma naturale che hanno nicchie in cui si annidano gli acari, difficili da pulire; lavare regolarmente la biancheria da letto, almeno ogni 2 settimane a temperature superiori a 60°C.
In casa e in salotto, passare regolarmente l’aspirapolvere (tutte le settimane), utilizzando sistematicamente del materiale specifico (filtro HEPA); pulire i pavimenti e gli oggetti a rischio; preferire il parquet e il linoleum alla moquette; lavare tende e cuscini a 60°C.
Per la temperatura indoor, controllare l’umidità relativa e utilizzare un deumidificatore; mantenere una temperatura ambiente ragionevole al massimo tra 18 e 20° C, in particolare nelle camere da letto.
Per la prevenzione nei bimbi, tenere pochi giocattoli, libri, giornalini e soprammobili vari, tutti oggetti in cui si accumula la polvere, e mantenerli il più possibile chiusi in cassetti o armadi; evitare i giocattoli di peluche e preferire, invece, quelli di metallo, legno, gomma.
di Francesca Morelli
UN NUOVO VACCINO RIDUCE IL RISCHIO DI POLMONITE FINO AL 70%
In Italia la polmonite registra ancora 200mila casi all’anno e almeno 10mila decessi: eppure resta una patologia grave, poco nota, sottostimata. Oggi però ancora meglio prevenibile: grazie a un nuovo vaccino, efficace contro 13 ceppi di pneumococco e in grado di ridurre il rischio di polmonite dal 45% fino anche al 70%, specie nei soggetti più a rischio, portatori di patologie respiratorie croniche come asma e BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e negli anziani, come dimostrerebbe uno studio clinico condotto su 84.500 soggetti. «Il vaccino – dichiara Blasi – è la migliore prevenzione perché per non ammalarsi non basta stare attenti o seguire buone norme di igiene personale, come lavarsi molto accuratamente le mani. Nell’adulto è sufficiente una sola iniezione per proteggersi, eppure tanti ancora non conoscono il vaccino e ne temono gli effetti collaterali, che invece sono minimi rispetto ai grossi pericoli o alle complicanze connessi alla malattia». Già disponibile in Italia, il nuovo vaccino è offerto gratuitamente presso le ASL e i consultori alle categorie a rischio e acquistabile per tutti, dietro presentazione di ricetta medica, in farmacia (costo 100 euro circa). Con il vaccino, gli esperti raccomandano fortemente anche l’antinfluenzale in caso di patologie respiratorie croniche o in persone oltre i 65 anni, in cui il rischio di complicanze in caso di contrazione di polmonite è molto alto.
UNA “PALLOTTOLA D’ARGENTO” PER CURARE L’ASMA GRAVE
L’asma, nella sua forma più grave, interessa 300 mila italiani, ovvero il 10% degli asmatici, di cui uno su 3 con meno di 14 anni, costringendo a un cambio radicale dello stile di vita: poco sport, occasioni di gioco e divertimento più limitate, scarsa irregolarità anche nella frequentazione della scuola. Un panorama che potrebbe essere mutato da una nuova arma terapeutica: una “pallottola d’argento”, più efficace e sicura rispetto alle terapie standard. Già approvato dall’EMA e in corso d’opera da parte dell’AIFA (Agenzia Iitaliana del Farmaco), si tratta del primo farmaco biologico intelligente in grado controllare le forme di asma grave dipendenti dall’azione dell’interluchina-5, una specifica citochina infiammatoria, tra le responsabili della malattia. «A breve – dichiara Canonica – saranno disponibili anche farmaci mirati contro altre molecole coinvolte in alcune forme di asma grave, come l’interluchina-4 o l’interluchina-13, oltre che nuovi anticorpi contro l’interluchina-5. Ogni forma di asma ha infatti alla base cause molecolari differenti: individuarle correttamente, attraverso un percorso diagnostico accurato, permette di scegliere le cure realmente più efficaci per una medicina personalizzata». Opportunità offerta dai 49 Centri specializzati, sparsi sul territorio, afferenti al progetto SANI (Severe Asthma Network Italy), dotati di adeguate risorse strumentali, conoscenze clinico-scientifiche appropriate e che aderiscono a percorsi di cura definiti dalle linee guida internazionali più rigorose. «Si tratta di farmaci dal costo elevato – conclude Canonica – che vanno dunque utilizzati in pazienti che sicuramente ne potranno beneficiare, nel rispetto anche del corretto uso delle risorse economiche e del miglior rapporto terapeutico costo-beneficio».
F. M.