Una goccia d’oro, densa e trasparente. E’ l’aspetto più comune del miele, un alimento prezioso per la salute, anticamente noto e già utilizzato fin dal 1800 come unica fonte dolcificante. Contribuisce infatti a svolgere un’azione protettiva contro virus e batteri, a rallentare i danni causati dallo stress ossidativo, grazie alle proprietà antiossidanti racchiuse soprattutto nei polifenoli, fungendo anche da antinfiammatorio, e da “integratore energetico” a basso costo. Senza cioè incidere eccessivamente sul peso, in funzione di un indice glicemico piuttosto basso e della totale assenza di grassi. Infatti, nonostante il miele sia costituito per più dell’80% da carboidrati (soprattutto glucosio e fruttosio, due zuccheri), a parità di quantità di saccarosio (lo zucchero da cucina) apporta meno calorie, meno zuccheri e più acqua. Quest’ultimo è il secondo elemento principale del miele, presente al 20%, insieme ad altri micronutrienti come la vitamina C e alcune del gruppo B, pigmenti quali carotenoidi, flavonoidi, antociani, xantofille, sostanze volatili tra cui acidi, alcoli, chetoni e aldeidi che, secondo la presenza nel composto, gli conferiscono diverso colore aroma e profumo. Il miele è inoltre purezza, perché è miele e basta: infatti, per legge, non può essere aggiunto null’altro: né coloranti, né additivi, aromatizzanti o conservanti. Insomma la denominazione miele, apportata sulle etichette dei vasetti, certifica che il prodotto deriva solo dalla lavorazione delle api sul nettare raccolto o sulla melata (cioè da secrezioni emesse da insetti che si nutrono di linfa): si tratta cioè di un alimento monoingrediente. Ecco perché sull’etichetta non si troverà l’elenco degli ingredienti, ma solo la quantità netta di prodotto, il nome e l’indirizzo dell’operatore alimentare responsabile, il lotto, il termine minimo di conservazione e le istruzioni per il corretto mantenimento e l’uso (se necessario): tutte indicazioni/informazioni che invece è obbligo etichettare.
La bontà del miele, sia al gusto, ma soprattutto nutrizionale, lo rendono un alimento “quattro stagioni”: ideale in qualunque periodo dell’anno, qualunque sia il dispendio energetico speso nell’arco della giornata (poco o molto intenso) e a qualsiasi età. E perfino anche in caso di alcune condizioni di patologia, diabete compreso, contrariamente a quanto si possa pensare. «Soprattutto i mieli monofloreali o unifloreali, ricavati cioè da un solo fiore o da un’unica pianta – spiega il professor Gian Vincenzo Zuccotti della Clinica pediatrica dell’Ospedale dei Bambini “V. Buzzi” di Milano, hanno un indice glicemico piuttosto basso, poiché sono più ricchi di fruttosio. Questa caratteristica li rende adatti anche a consumatori affetti da diabete sia di tipo 1 sia di tipo 2. Studi scientifici attestano benefici anche in bambini affetti da diabete di tipo 1, influendo positivamente sulla risposta glicemica. È bene però ricordare che il miele nei piccoli viene consigliato solo dopo l’anno, sia perché prima di questa età è sconsigliato dolcificare la dieta, sia perché il miele potrebbe contenere alcune spore, possibili responsabili dello sviluppo di botulismo infantile». È anche da screditare il potere lesivo sui denti attribuito al miele: studi scientifici dimostrerebbero infatti un’azione inferiore nello sviluppo di carie, rispetto al saccarosio, con invece effetti protettivi contro la formazione della placca e riduzioni del tasso di sanguinamento, tipico delle malattie parodontali. «Il miele – precisa il pediatra – nell’alimentazione infantile può dunque rappresentare una valida alternativa allo zucchero, usato di norma per dolcificare bevande come latte o camomilla, o per la preparazione delle merenda offrendo ai piccoli pane e miele o uno yogurt non dolcificato con o senza frutta in pezzi e un’aggiunta di un cucchiaino di miele».
Ma il potere benefico del miele si estenderebbe anche verso altri organi e funzionalità, come l’intestino: «Il miele – continua Zuccotti – svolge un’azione di tipo prebiotico a livello del tratto gastrointestinale, dove stimola la crescita selettiva di Bifidobatteri, fondamentali per il mantenimento dell’equilibrio della microflora intestinale e delle sue funzionalità. Studi in vitro, cioè di laboratorio, dimostrerebbero ad esempio una riduzione, in particolare nel bambino, di episodi di diarrea o vomito con un’accelerazione dei processi di guarigione». Ancora: al miele sarebbero riconosciute proprietà antinfiammatorie, antiparassitarie e antivirali, estese anche nei confronti di microrganismi potenzialmente nocivi per l’uomo, antibatteriche associate al basso pH e un effetto protettivo sul sistema cardiovascolare. «Il merito – continua l’esperto – si deve alla capacità del miele di ridurre colesterolo e trigliceridi, ma anche la glicemia a digiuno, ovvero a un miglioramento generale della funzione dell’endotelio (tessuto) vascolare e del profilo lipidico (dei grassi) nel plasma, compreso anche un abbassamento della pressione». Dunque, «20 grammi di miele, mangiato regolarmente – aggiunge Zuccotti – con un impatto di 160 calorie, dunque minimo, è già sufficiente per cominciare a beneficiare di tutti gli effetti positivi del miele».
Ci sarebbero, poi, benefici anche su alcune malattie del tratto respiratorio, la tosse in particolare: il miele sarebbe meglio che nessun trattamento, in funzione della sua attività antibatterica e sembrerebbe avere anche alcune potenzialità antitumorali. Non ultimo, il miele è un fornitore di energia, di pronto impiego e di ottima qualità: ovvero è un perfetto “integratore” naturale, grazie alla presenza di altre sostanze oltre gli zuccheri che lo rendono adatto a tutti – studenti e lavoratori – ma soprattutto agli sportivi amatoriali o agonisti, anche come dolcificante delle bevande di accompagnamento dell’attività sportiva. «Chiunque pratichi attività sportiva – dichiara Michelangelo Giampietro della Scuola dello Sport del CONI di Roma – a qualunque livello e a ogni età, ha bisogno di carboidrati di pronta disponibilità, perché il muscolo e il cuore consumano più energia e anche il cervello non va lasciato a secco. Il miele è un alimento ad hoc perché fornisce zuccheri semplici, ma anche minerali, vitamine, antiossidanti ed enzimi. Inoltre è un alimento che gode di alta digeribilità e di completezza nutrizionale: due qualità necessarie e apprezzabili per il bambino che fa attività fisica amatoriale di gioco o strutturata e dell’anziano che non deve mai rinunciare a fare movimento, proporzionato all’età e alle condizioni di salute». Non meno importante e preziosa è l’assunzione di miele per attività sportive di tipo agonistico: «Prima e durante la gara o anche nel corso della preparazione sportiva – conclude Giampietro – serve a dare la giusta carica energetica e nutrizionale; poi, ultimato lo sforzo, al termine della performance sportiva, un cucchiaino di miele aggiunto al latte (valida alternativa all’acqua) contribuisce a ristabilire la giusta idratazione». Studi scientifici, sebbene condotti su un piccolo gruppo di sportivi, evidenzierebbero la capacità di 20 g di miele sciolti in 30 ml di acqua, consumati 30 minuti prima di un’attività aerobica, di migliorare i marcatori ossei. Ovvero assieme all’attività sportiva, il miele aiuterebbe a combattere il rischio di osteoporosi. Infine, un’ultima chicca: il miele può essere usato anche in una preparazione casalinga di una bevanda sportiva idrosalina. Bastano 250 ml di succo di albicocca (per l’apporto di potassio) o 39 g di miele, 1 g (massimo 2 g) di sale e 750 ml di acqua: pura energia e salinità in soli 118 kCal per litro!
di Francesca Morelli