Che aria tira per il nuovo anno? Pulita, per forza… Perché per essere sani e belli fuori, bisogna essere lindi anche “dentro”. E con questo ci riferiamo a un ambiente indoor – quello delle nostre case, delle scuole o degli uffici dove trascorriamo il maggior tempo della nostra giornata – dove bisogna fare in modo che l’aria sia salubre. Ovvero con il minor numero di fattori di rischio sia chimico-fisici come i fumi provenienti dalla sigaretta, dalle cotture dei cibi o dagli agenti di pulizia domestica fino al radon, presente nel sottosuolo, sia biologici tra cui batteri, virus, acari, spore, funghi, alcuni protozoi a cui si sommano gli inquinanti esterni quali gli idrocarburi, i gas di combustione, il particolato atmosferico. Tutti composti e agenti che possono mettere a repentaglio la salute, contaminando cioè le vie respiratorie più esposte allo sviluppo di allergie e asma o disturbando il sistema immunitario, fino a coinvolgere anche la cute e le mucose e, in contesti particolari, persino il sistema cardiovascolare e nervoso.
Il rischio di inquinamento indoor spesso si associa anche a una cattiva o inadeguata aereazione dei locali abitativi o a tassi di umidità troppo elevati, a discapito soprattutto dei soggetti più fragili. «I più esposti ai rischi da cattiva areazione della casa – dichiara il Professor Alessandro Miani, Presidente di SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale) ONLUS – sono i bambini perché hanno una frequenza respiratoria maggiore a quella degli adulti e un sistema respiratorio, ancora in fase di sviluppo, che li predispone maggiormente a contrarre allergie. Dunque, soprattutto nei locali dove soggiornano o riposano i bambini, è fondamentale ricambiare l’aria ogni 4-6 ore, indipendentemente dalla grandezza della stanza, mantenendo la temperatura interna costante e compresa fra i 18° e i 20°, con un tasso di umidità attorno al 45-55%». Tutto questo in conformità con quanto dimostrato da tanti studi scientifici che hanno individuato una relazione tra la ventilazione delle case e le condizioni di salute delle persone che le abitano.
Tuttavia mantenere pulita soltanto l’aria non è sufficiente a garantirsi più salute: occorre attuare anche altre misure pratiche, di prevenzione e di generale bonifica. Tanto importanti che un pool di esperti del Comitato Scientifico di SIMA, ha redatto un decalogo della buona aria – l’“Indoor Air Quality” – presentato prima di Natale alla Camera dei Deputati a Roma. «Si calcola – ha commentato la Senatrice Loredana De Petris, capogruppo di Sinistra Italiana, Sinistra Ecologia e Libertà – che ogni persona trascorra tra l’80 e il 90% della propria giornata all’interno di edifici, respirando circa 22mila volte. È evidente, dunque, come l’ambiente indoor rappresenti un elemento centrale nella prevenzione dai danni dovuti all’inquinamento».
Che cosa occorre fare, allora, per preservare la qualità dell’aria dentro casa o negli ambienti chiusi?
Ecco le 10 regole d’oro:
- Fare attenzione alla temperatura…: è necessario tenere sotto controllo il microclima, specie delle abitazioni e degli ambienti in cui si trascorre il maggior tempo della giornata, evitando di raggiungere temperature interne e umidità elevate.
- …e all’umidità: aprendo cioè le finestre (indipendentemente dalle temperature esterne) almeno 2-3 volte al giorno per almeno 5 minuti, per impedire anche l’accumulo di più agenti inquinanti.
- Poi ci sono i fumi: che possono essere contenuti facendo ricorso a una cappa o a una ventola specie in cucina, dove si liberano dopo la cottura dei cibi, e dando aria all’ambiente per evitare che l’umidità emessa dal pentolame raggiunga livelli troppo elevati.
- Dannata polvere, difficile da eliminare. La prima azione è quella di eliminare (o tenere in un numero ridottissimo) i tappeti che sono un ricettacolo di polvere. Precauzione tanto più necessaria se in casa vivono anche bambini piccoli o persone allergiche.
- Contro i granelli ci vuole l’aspirapolvere giusto. Potente ed efficace che mangi il più elevato quantitativo di polvere ma soprattutto che non la rilasci durante l’utilizzo.
- Fare una sana pulizia, prestando cioè attenzione anche ai prodotti di igiene utilizzati a casa, a scuola o negli uffici ai quali si deve ricorrere con moderazione perché possono contenere composti volatili organici (come benzene, acetone, formaldeide e molti altri), nocivi per la salute e sostituibili con altri disinfettanti più naturali, comunque sterilizzanti quali l’aceto ad esempio e/o il bicarbonato. Inoltre la raccomandazione è di non mescolare mai prodotti chimici diversi e di leggere attentamente le etichette prima del loro utilizzo.
- Ci vuole rispetto delle norme anti-fumo. Ovvero evitando di accendere una sigaretta in tutti gli ambienti pubblici, di lavoro, in auto e in casa, soprattutto se vi sono bambini o donne in dolce attesa. Così come è importate utilizzare il meno possibile candele, in particolare quelle profumate, o i bastoncini di incenso.
- Fondamentale è la “manutenzione”… Delle muffe, ad esempio, che vanno eliminate alla prima comparsa con l’uso di candeggina.
- …e degli impianti di condizionamento che vanno periodicamente controllati, sostituendo regolarmente anche i filtri, al fine di garantire il corretto ricambio di aria e l’azione barriera contro agenti inquinanti esterni.
- …fino ai caminetti e stufe i quali, se vanno a legna, devono essere dotati dei necessari sistemi di abbattimento degli inquinanti, contenendo così la percentuale di inquinamento domestico. Potrebbero infatti rappresentare una fonte importante di emissione di particolato atmosferico o composti nocivi, che vanno ad aggiungersi a quelli già presenti nell’ambiente esterno.
Non si tratta però di rispetto di norme puramente pratiche, perché sviluppare una cultura della prevenzione ambientale (indoor e outdoor) ha una valenza ben più importante: predispone cioè a guardare lo spazio circostante e il rapporto con il prossimo in una ottica nuova, capace di correggere anche comportamenti legati talvolta al malcostume o a intraprendere misure e politiche di tutela ambientale a largo spettro. «Pur essendo sostanzialmente simile la composizione dell’atmosfera – conclude la Senatrice – alcune specificità e la diversa concentrazione degli agenti inquinanti indoor richiedono un’attenzione specifica sia da parte del singolo che delle istituzioni, troppo spesso incapaci di concepire l’inquinamento in una visione sistemica. Occorre dunque attivarsi per elaborare una normativa nazionale organica, in grado di garantire uniformità nei livelli di tutela anche nell’ambiente indoor». A salvaguardia della salute dell’intera collettività.
di Francesca Morelli