Amore e sessualità: la ricorrenza di San Valentino potrebbe diventare un’occasione per rifllettere sui rischi che i rapporti, soprattutto non protetti, possono causare. Il 43,5% dei giovani italiani tra i 12 e i 24 anni ha avuto rapporti completi: la quota sale al 79,2% tra i 22-24enni. L’età media del primo rapporto in Italia è di 17 anni. Il 92,9% di chi ha avuto rapporti sessuali dichiara di stare attento per evitare gravidanze, ma solo una quota minore (74,5%) si protegge per evitare infezioni e malattie a trasmissione sessuale. La distinzione tra contraccezione e prevenzione non è sempre chiara tra i giovani. Il 70,7% usa il profilattico come strumento di prevenzione, ma il 17,6% dichiara di ricorrere alla pillola anticoncezionale, considerandola uno strumento di prevenzione piuttosto che un metodo di contraccezione. È quanto emerge da una ricerca del Censis sulla sessualità dei Millennials e dei giovanissimi, presentata di recente a Roma, realizzata con il supporto non condizionante di Sanofi Pasteur-MSD e distribuita da MSD Italia.
Quasi la totalità dei giovani italiani di 12-24 anni (il 93,8%) ha sentito parlare di infezioni e malattie sessualmente trasmesse. Solo il 6,2% non ne ha mai sentito parlare, quota che sale al 18,7% tra i giovanissimi di 12-14 anni. È l’Aids la patologia più citata (89,6%). Solo il 23,1% indica la sifilide, il 18,2% la candida, il 15,6% il Papillomavirus e percentuali tra il 15% e il 13% la gonorrea, le epatiti e l’herpes genitale. Tra le fonti di informazione su queste infezioni il ruolo preponderante spetta ai media (tv, riviste, internet), utilizzate dal 62,3%. Viene poi riconosciuto il contributo della scuola (53,8%), ma con differenze rilevanti tra le diverse aree geografiche del Paese: si passa da oltre il 60% al Nord al 46,1% al Centro e al 47,9% al Sud. Solo il 9,8% cita i professionisti della salute come i medici di famiglia, i medici specialisti e i farmacisti.
L’informazione sul Papillomavirus è ancora inadeguata. Il 63,6% dei giovani italiani di 12-24 anni ha sentito parlare del Papillomavirus umano (Hpv). Tra le ragazze la quota sale all’83,5%, mentre tra i maschi si riduce al 44,9%. Rispetto alle modalità di trasmissione dell’Hpv, la gran parte cita i rapporti sessuali completi (81,8%), ma una quota inferiore (58%) sa che l’Hpv si può trasmettere anche attraverso rapporti non completi. Per il 64,6% il preservativo è uno strumento sufficiente a prevenire la trasmissione del virus. L’80% di chi conosce l’Hpv, sa che si tratta di un virus responsabile di diversi tumori, soprattutto di quello al collo dell’utero; il 62,4% è al corrente che il virus causa diverse patologie dell’apparato genitale, sia benigne che maligne; il 37% è invece consapevole che l’Hpv è responsabile di tumori che riguardano anche l’uomo, come quelli anogenitali. Infine, il 33% pensa che questo virus colpisca solo le donne e il 26,4% sa che si tratta di un virus responsabile dei condilomi genitali. Il 70,8% dei giovani di 12-24 anni, che hanno sentito parlare di Hpv, sa che esiste un vaccino contro il Papillomavirus, in particolare le ragazze (il 79,8% a fronte del 55% dei maschi). Il 73% pensa che vaccinare anche i maschi sia una strategia utile per ridurre il rischio di contagio (la pensa così il 75% dei ragazzi e il 70,9% delle ragazze). Solo una piccola quota indica di non fidarsi del vaccino per gli effetti collaterali che può determinare (15,8%), perché credono erroneamente che la protezione duri poco (12,1%), perché non elimina la necessità di fare il pap test (12,1%). «Le infezioni sessualmente trasmesse costituiscono un insieme di malattie molto diffuse che interessano milioni di individui, ogni anno, in tutto il mondo e hanno un forte impatto sia a livello individuale che di sanità pubblica», puntualizza il dottor Ranieri Guerra, direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute. «Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 e il Decreto ministeriale sui nuovi Lea prevedono la vaccinazione Hpv nelle ragazze undicenni e l’introduzione della vaccinazione anti-Hpv nei maschi undicenni, segnando un notevole progresso rispetto allo scenario precedente». Di recente inoltre è in commercio un nuovo vaccino contro nove ceppi virali, compresi i più oncogeni. «L’insufficiente conoscenza di queste infezioni e di come prevenirle rimane però un grande problema», aggiunge il professor Andrea Lenzi, ordinario di Endocrinologia all’Università La Sapienza di Roma. «La maggior parte delle informazioni dei giovani derivano dagli amici, seguiti dai media e dai social network. Per questo abbiamo creato lo sportello “Amico andrologo” (www.amicoandrologo.it) dove cerchiamo di monitorare più di 10mila ragazzi sulle problematiche inerenti la sessualità, con Campagne d’informazione e visite gratuite, in programma nella settimana dal 19 al 23 marzo. Parlando di Papillomavirus, per esempio, i ragazzi non sospettano minimamente di poter essere portatori di un’infezione che può anche causare un tumore». «Il Telefono Verde Aids e Infezioni sessualmente trasmesse riceve oltre 1.000 chiamate al mese, di cui solo il 10% proviene da giovani (15-24 anni), che hanno poche informazioni sulla prevenzione di queste patologie e non pensano che siano causate da comportamenti a rischio», ha dichiarato il dottor Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. «Ciò evidenzia l’importanza di attivare canali di informazione apposta per i giovani, per proteggere la loro salute, la loro fertilità, il loro futuro». «Gli adolescenti e i giovani che abbiamo interpellato si muovono in un mondo inondato di immagini e contenuti sessuali, in media a 17 anni iniziano ad avere rapporti sessuali e hanno colmato le tradizionali differenze tra ragazzi e ragazze: eppure il 50% dichiara di avere dubbi in materia di sessualità», puntualizza la dottoressa Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis, che ha curato l’indagine. «Se da un lato dichiarano di proteggersi dalle infezioni sessualmente trasmesse, non sempre sono però consapevoli dei rischi che corrono. Le ragazze hanno una maggiore conoscenza di infezioni anche gravi come il Papillomavirus e della possibilità di prevenzione basata sulla vaccinazione. Dalle interviste realizzate abbiamo comunque evidenziato che la maggior parte dei giovani sono favorevoli a estendere la vaccinazione contro il Papillomavirus ai maschi».
di Paola Trombetta
Clamidia e gonorrea: nemiche della fertilità
Principali cause di infertilità giovanile, clamidia e gonorrea sono infezioni sessualmente trasmissibili che colpiscono il 4-5% delle adolescenti e nel 10% dei casi si trasformano in malattia cronica che colpisce le tube e porta, in modo irreversibile, a sterilità. «Per questo è fondamentale la prevenzione con l’uso del profilattico fin dai primi rapporti e una diagnosi il più precoce possibile», raccomanda il dottor Stefano Bianchi, primario di Ginecologia all’Ospedale San Giuseppe di Milano. «Anche in Italia, come già avviene in America, su indicazione delle nuove linee-guida del Centro governativo per il controllo delle malattie, andrebbe proposto lo screening annuale, che consiste in un semplice esame delle urine alle studentesse delle superiori e a tutte le ragazze con meno di 24 anni». P.T.