«Ho problemi di acne da quando avevo 15 anni e questo ha condizionato molto la mia vita. Con le amiche mi sono sempre sentita “quella brutta”, quella che si porta in giro, ma… poverina! Poi, siccome a scuola andavo bene, ero considerata da tutti la “secchiona brufolosa”. Per non parlare dei giorni prima del ciclo, quando comparivano sul mio volto quei “mostri”, con tanto di pus, che facevano male persino quando mi lavavo la faccia. E più li toccavo e li grattavo, più si infiammavano e diventavano dolenti, tanto che il dermatologo al quale mi ero rivolta aveva diagnosticato una forma di “acne escoriata”, in realtà ulcerata dalle mie stesse mani».
Così Anna, oggi 22 enne, ricorda il calvario della sua pelle deturpata dall’acne. «Ho peregrinato da un dermatologo all’altro: alcuni, dopo una visita distratta e veloce, mi hanno prescritto creme esfolianti e antibiotiche. Poi sono passata agli antibiotici per bocca: la pelle è migliorata, ma una volta terminati i tre mesi di terapia, ecco riapparire i brufoli. Finalmente sono approdata all’ICLID (Istituto di Chirurgia e Laser-Chirurgia in Dermatologia) di Milano. La visita è durata un’ora: sono stata ascoltata e per la prima volta il dermatologo mi ha prescritto esami ormonali e mi ha prospettato due possibilità: o una cura con vitamina A/acido retinoico (che però poteva dare effetti collaterali), oppure una nuova terapia “biofotonica” (Kleresca). All’inizio, sinceramente, ero un po’ preoccupata, perchè dopo 3 sedute, non vedevo cambiamenti. Alla sesta seduta la pelle ha cominciato a migliorare e via via sempre di più fino alla 12a seduta. Oggi, dopo 3 mesi dalla fine della cura, la mia pelle non ha più foruncoli: è rimasto solo qualche segno, che tratterò con un particolare laser. In compenso la mia autostima è migliorata e, con l’aiuto psicologico che qui ho trovato, sto perdendo peso, perché ho smesso le mie abbuffate consolatorie».
In che cosa consite questa nuova tecnica? E dove viene praticata?
«Si tratta di un nuovo ed esclusivo sistema di conversione di una luce LED ad alta intensità che agisce su un particolare gel fotoconvertitore e ne favorisce la penetrazione nella pelle: si ottiene così l’eliminazione dei batteri e dell’infiammazione, stimolando contestualmente i meccanismi di ricostruzione della pelle stessa», spiega il dottor Pier Luca Bencini, direttore scientifico e responsabile della sezione di Dermatologia Medica, Chirurgica ed Estetica dell’ICLID di Milano.
I risultati di studi clinici internazionali hanno confermato che nove persone su 10, affette da acne moderata-severa, trattate con questa terapia (due sedute alla settimana per sei settimane), hanno ottenuto un significativo miglioramento, mentre una persona su tre ha avuto la pelle libera dall’acne. Questi risultati sono stati mantenuti per almeno sei mesi dopo la conclusione del trattamento. «Dall’esperienza clinica finora effettuata, si è visto che il trattamento non dà evidenti risultati, almeno per le prime tre settimane, ma poi le reazioni sono in progressivo miglioramento e continuano anche dopo il termine delle sedute stesse», aggiunge il dottor Bencini. «Gli studi condotti confermano che l’effetto benefico prosegue fino alla 57a settimana. E questo perchè il gel utilizzato, attivato da una particolare luce a LED, penetra a livello del citocromo, che è responsabile dell’attività cellulare e attenua i processi infiammatori. Agisce inoltre sui fibroblasti che favoriscono la ricrescita di collagene. Per queste due azioni sinergiche, il miglioramento sembra essere duraturo, anche nelle pelli più “resistenti”, come nelle donne con acne ormono-sensibile. In questi casi si può associare la tecnica biofotonica a una terapia ormonale. Per questo nei nostri ambulatori lavoriamo in équipe con il ginecologo, ma anche il dietologo e lo psicologo, per assistere al meglio la paziente e aiutarla ad affrontare le problematiche che una pelle deturpata dall’acne potrebbe provocare».
Per valutare gli effetti di questa tecnica sta partendo uno studio internazionale su 300 donne, al quale partecipano, oltre all’Italia: Francia, Germania, Svizzera, Polonia, Spagna. Nel nostro Paese questa metodica è attualmente praticata nei centri privati, ma non si esclude per il futuro che approdi anche nei centri pubblici, in regime di rimborsabilità.
Per informazioni: www.kleresca.com
di Paola Trombetta