«Avevo 31 anni ed ero al culmine della felicità, con un marito che mi amava e una carriera professionale come pianista pop alle stelle! Quell’anno mi sottoposi, come facevo abitualmente, alla solita visita ginecologica che per 13 anni era sempre stata nella norma. Ma quella volta, ricordo, il ginecologo era pensieroso e chiese un consulto all’oncologo. Il quale confermò la diagnosi: avevo un cancro invasivo al collo dell’utero!». Così Christine Baze, pianista pop americana, oggi 47enne ricorda il momento più brutto di tutta la sua esistenza. «Da quel giorno la mia vita cambiò. Dovetti sottopormi a due interventi chirurgici di isterectomia radicale, con asportazione dell’utero e della parte superiore della vagina, prima; delle tube e delle ovaie, in seguito. E questo mi impedì di poter avere in futuro dei figli! Ho dovuto fare cicli di radio e chemioterapia che mi causarono una profonda prostrazione fisica e psicologica. Quando hai un cancro, il mondo ti crolla addosso: cambia tutto nel tuo corpo e nella tua persona e non solo perché perdi i capelli e non riconosci più il colore della pelle, ma soprattutto perdi la luce degli occhi, che è luce di vita! Non avevo più voglia di cantare, di suonare, di frequentare gli amici. E, come se non bastasse, mio marito se n’era andato, lasciandomi nella sofferenza più profonda. Ma quando tocchi il fondo, poi, quasi per miracolo, risali la china e ti rimetti in pista. A molto è servito l’aiuto dello psicologo, del maestro yoga, dell’agopuntura. E anche l’aver visto un bellissimo film: Harold & Maude, in cui una donna anziana, che amava la vita, insegna a un ragazzo a vivere con pienezza. Anch’io mi sono sentita “accompagnata”, come quel ragazzo, in questo viaggio di risalita verso la luce. E sono “rinata”! Ho avuto fiducia in me stessa e ho voluto infondere fiducia a tutte le donne nelle mie stesse condizioni, perché nessuna si trovasse mai a “dover camminare nelle mie scarpe”, a ripercorrere la mia sofferenza! Dalla musica pop è nata l’idea di “Pop-smear” (www.popsmear.org), uno spettacolo musicale itinerante per far conoscere l’HPV e far comprendere l’importanza della prevenzione. Per questo ho fondato l’Associazione “The Yellow Umbrella” (www.theyellowumbrella.org) che si propone di aiutare tutte le donne che hanno un tumore come il mio a reagire e quelle che non sono malate a prevenire questa infezione che provoca il cancro e che si può debellare con l’uso del vaccino. E’ veramente frustrante pensare che molte donne si ammalano perché non vogliono fare prevenzione. A loro in particolare mi rivolgo, affinché conoscano meglio le conseguenze di questa malattia e siano consapevoli che la prevenzione può salvare loro la vita!».
«Il tumore alla cervice uterina è il quarto tumore più frequente nelle donne e il secondo più comune nelle giovani (15-44 anni)», conferma il professor Giovanni Scambia, primario al Policlinico Gemelli di Roma e presidente SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia). «In Italia la sua incidenza è di dieci casi su 100mila, con un tasso di mortalità di quattro su 100mila: in pratica una donna su 162 nella sua vita andrà incontro a un tumore alle cervice. Poiché si trasmette per via sessuale, almeno l’80% delle donne ha contratto il virus dell’HPV che, nella maggior parte dei casi, si risolve spontaneamente nel giro di un paio d’anni dal contagio. Il picco d’infezione è in età giovanile, dopo i primi rapporti sessuali non protetti: l’epitelio che riveste il collo dell’utero è infatti più sensibile e vulnerabile all’attacco di questo virus. Alla modalità di infezione per via genitale, si aggiunge il rischio nei rapporti oro-anali: ad essere affetti da questo virus possono essere anche i ragazzi che sviluppano tumori al pene, alla bocca, all’ano e, più di frequente, condilomi genitali».
«Circa il 70% dei maschi contrae un’infezione da uno dei ceppi (circa una dozzina) di questi virus nell’arco della vita», aggiunge il professor Andrea Lenzi, primario al Policlinico Umberto I di Roma (Università la Sapienza) e presidente della Società Italiana di Endocrinologia (SIE). «In Italia si riscontra una maggiore presenza di condilomi nei ragazzi di età inferiore a 25 anni, con un preoccupante trend in aumento negli ultimi anni. Studi recenti hanno evidenziato come il Papilloma virus sia in grado di ridurre la fertilità, diminuendo la motilità degli spermatozoi e interferendo con lo sviluppo dell’embrione, con un aumento del rischio di aborto». Motivi per cui si è reso disponibile, anche per i maschi dodicenni, il vaccino contro il Papilloma virus, oggi rimborsato anche dal Ssn, perché rientra a pieno titolo nel nuovo Piano vaccinale 2017-2019 e nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), da poco approvati. «Vaccinando ragazze e ragazzi, secondo quanto previsto dal Piano vaccinale, possiamo realizzare un importante intervento di sanità pubblica», ha sottolineato la dottoressa Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di MSD Italia, che ha da poco in commercio l’unico vaccino contro nove ceppi virali. «E’ il motivo per cui ho voluto vaccinare anche i miei figli, di 13 e 15 anni, per contribuire ad avere una generazione futura libera dall’HPV. Il nostro impegno come azienda, a fianco delle istituzioni, è di rendere disponibile in modo uniforme su tutto il territorio questo strumento di prevenzione che potrà davvero eradicare il virus nelle generazioni future».
Oggi disponiamo di una vaccino 9-valente, in grado di proteggere da quasi tutti i ceppi virali, in particolare dai più oncogeni (HPV 16, 18, 31, 33, 45, 52, 58), e da quelli che provocano condilomi (6,11). «Con i vaccini finora disponibili, che coprivano i ceppi virali più oncogeni (16 e 18), si potevano prevenire il 70% dei tumori alla cervice uterina», fa notare il dottor Giancarlo Icardi, referente del Gruppo Vaccini della Società Italiana di Igiene e Medicina preventiva (SITI). «Con questo nuovo vaccino 9-valente si potranno prevenire fino al 90% dei tumori da Papillomavirus. In pratica questo vaccino proteggerà i nostri ragazzi da 9 importanti malattie: tumore alla cervice uterina (protezione del 90%); cancro alla vulva (85-90%); alla vagina (80-85%); al pene (85-90%); all’ano e orofaringeo (90-95%); lesioni precancerose CIN 2/3 (75-85%); condilomi genitali (90%). Una prevenzione che si ottiene con una semplice vaccinazione, la cui efficacia dura per tutta la vita».
di Paola Trombetta