Respiro sibilante, dispnea, senso di oppressione al torace e tosse, soprattutto di notte. Ma di giorno non va meglio, perché l’impatto del “fiato corto” si fa sentire anche sulla normale quotidianità e l’attività professionale che finiscono sottotono, per colpa di quel respiro che va in crisi. Al punto tale da richiedere addirittura, in alcuni casi, l’ospedalizzazione, anche in emergenza, per le riacutizzazioni. Tanto più se il respiro entra in contatto con il fumo (anche passivo) o con altri agenti irritanti come gli acari, i pollini, i peli di animali domestici, le muffe nei luoghi chiusi. Sono sensazioni e problematiche comuni a 3 milioni di italiani, in gran parte donne, che soffrono di asma, di cui circa 10mila della forma più grave. Eppure, nonostante le implicazioni evidenti della malattia, un quarto degli asmatici – sia affetti da forma grave che più lieve – perde la consapevolezza della gravità dell’asma: sfugge alle cure o le fa solo quando il fiato si fa più corto. “Se mi sento meglio, penso di non avere più bisogno della terapia…”; “Credo che i farmaci servano solo nel momento in cui ho difficoltà a respirare…”.
Lo confessa un campione rappresentativo di 264 asmatici, di età compresa tra i 15 e oltre i 55 anni, di cui il 54,5% donne, nell’indagine “I sofferenti di asma”, realizzata da GfK Eurisko, in collaborazione con Humanitas University e Astra Zeneca, di cui l’88% teoricamente in terapia, ma praticamente seguita solo dal 44% di pazienti e a modo proprio: cioè dimenticando di assumere correttamente il farmaco, sospendendolo o modificando il dosaggio prescritto dal medico. Invece l’asma richiede abnegazione terapeutica: «E’ una malattia complessa»: spiega il dottor Carlo Filippo Tesi, presidente di FederASMAeALLERGIE Onlus-Federazione Italiana Pazienti. «Si manifesta con un’infiammazione cronica delle vie respiratorie, che genera un aumento della responsività bronchiale, causa degli attacchi d’asma, ovvero delle crisi respiratorie, che possono essere improvvisi o graduali, peggiorando i sintomi e la funzionalità respiratoria. Proprio per la sua cronicità, l’asma richiede una terapia adeguata e continua: un aspetto che non deve mai essere sottovalutato perché può avere conseguenze molto pericolose, talvolta anche letali».
Considerata uno dei più rilevanti problemi sanitari per il numero di persone che ne sono colpite, anche tra i giovani, per l’elevata mortalità e morbilità ad essa associate, oggi per l’asma, in tutte le fasi e tipologie di malattia, esistono cure efficaci che rispondono al bisogno di controllo, monitoraggio dei sintomi e miglioramento della qualità della vita: «L’asma – aggiunge Francesco Blasi, professore ordinario Malattie Respiratorie presso l’Università degli Studi di Milano e presidente della Società Italiana di Pneumologia SIP/IRS – è caratterizzata da crisi a insorgenza improvvisa che tendono a regredire spontaneamente o con l’assunzione di farmaci. Se adeguatamente controllata, consente di condurre una vita normale, senza sintomi e riducendo al minimo il rischio di pericolose riacutizzazioni».
Anche nel caso dell’asma grave, malattia con specifiche caratteristiche cliniche e fisiopatologiche, tra cui anche il tipo “eosinofilo”, caratterizzato da un’elevata infiammazione dovuta all’aumento di specifici globuli bianchi (eosinofili) che aumentano il rischio di riacutizzazioni. Per questa forma oggi esiste una nuova opzione terapeutica: un anticorpo monoclonale umanizzato che blocca proprio l’infiammazione degli eosinofili. «Si chiama Mepolizumab – ha precisato il professor Giorgio Walter Canonica, responsabile del Centro di Medicina Personalizzata Asma e Allergie dell’Ospedale Humanitas di Rozzano – e va a colpire l’interleuchina 5, una citochina responsabile della crescita e della sopravvivenza degli eosinofili, inibendone l’azione e riducendo il processo infiammatorio, con una diminuzione dell’84% degli eosinofili nel sangue entro 4 settimane dall’inizio del trattamento». Studi clinici confermano anche una riduzione delle riacutizzazioni del 53%, di quelle che determinano ricovero in ospedale o visite al Pronto soccorso (61%), a vantaggio di un considerevole miglioramento della funzione polmonare e dimezzamento della dose giornaliera di corticosteroidi orali, che hanno un impatto pesante sulla qualità di vita dei pazienti, dovuto agli effetti collaterali, tra cui l’aumento di peso e della glicemia, oltre al rischio di sviluppare osteoporosi.
La terapia con Mepolizumab, assunta con prescrizione medica, richiede infatti solo un’iniezione sottocute ogni 4 settimane alla dose fissa di 100 ml, indipendentemente dal peso del paziente. Ma non meno efficaci e attive sono le opportunità di monitoraggio della malattia: sarà infatti in corso, dal 5 al 9 giugno prossimo, l’iniziativa “Control asma week”, un evento a carattere nazionale, promosso da FederASMA e ALLERGIE Onlus – Federazione Italiana Pazienti, con il patrocinio della Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica (SIAAIC) e della Società Italiana di Pneumologia (SIP/IRS), che interesserà moltissimi centri specialistici del territorio, dove pazienti già con diagnosi di asma potranno effettuare una visita gratuita (sono disponibili massimo 40 visite per ogni centro) di controllo dello stato dell’asma e ricevere informazioni utili alla sua gestione.
La lista delle strutture aderenti all’iniziativa è disponibile al sito: www.control’asmaweek.it, mentre telefonando al numero verde: 800 628989, attivo dal prossimo 15 maggio, da lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, sarà possibile prenotarsi per una visita secondo modalità stabilite autonomamente da ciascun centro. Nel corso della visita, per la quale non è richiesta l’impegnativa del medico di famiglia, e secondo le caratteristiche del paziente e della malattia, potranno essere eseguiti anche alcuni esami strumentali, come la spirometria. A tutti, al termine della consulenza, verrà rilasciato un parere scritto con l’eventuale indicazione di ulteriori approfondimenti e consegnata una piccola guida informativa.
Far conoscere e sensibilizzare al meglio i pazienti è un obiettivo prioritario in termini di sanità e salute, ma in più cosa chiedono i pazienti asmatici? Il 50%, secondo quanto emerge ancora dall’indagine, riterrebbe d’aiuto il supporto di strumenti elettronici come device, app, software quale incentivo e “tutor-accompagnatore” per seguire con regolarità la terapia prescritta dal medico. Un fattore positivo, sostenuto anche dalle Linee Guida GINA (Global Initiative for Asthma), che considerano le app (oggi ne esistono già oltre 200) un fedele “alleato” per ricordare agli asmatici più sbadati l’assunzione dei farmaci a orari prestabiliti, potendo così anche verificare meglio l’aderenza alla terapia e lo stato di controllo dell’asma. In attesa che venga presentato un inalatore integrato con uno strumento capace di rilevare come/quando e se il paziente ha preso correttamente la terapia: è questa l’ultima frontiera farmaceutica, promessa (da Astra Zeneca) e ben auspicata da medici e pazienti.
di Francesca Morelli