Una preoccupante epidemia di morbillo si è diffusa nel nostro Paese, con 2.851 casi negli ultimi 5 mesi. Un’altra malattia, la poliomielite, potrebbe riaffacciarsi anche in Italia, uno dei paesi “polio-free”. Solo 7 Regioni superano la soglia del 95% per la vaccinazione anti-poliomielite (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna). La riacutizzazione, però, riguarda anche altre malattie infettive, come difterite, tetano, epatite B, meningite da Haemophilus influenzae di tipo B. In Italia, secondo i dati pubblicati dal Ministero della Salute lo scorso 8 giugno, nessuna vaccinazione raggiunge la soglia di sicurezza del 95%, indicata dal Ministero. Eppure nel nostro Paese non sembra cessare la disinformazione che circola tra web e televisioni, malgrado gli appelli delle istituzioni e della comunità scientifica nazionale e internazionale.
Per contrastare i fenomeni di una cattiva informazione, giornalisti di periodici e online si sono confrontati con esperti di igiene, pediatri, storici della medicina, sociologi e rappresentanti di associazioni nate per promuovere le vaccinazioni, nell’ambito del Corso di Formazione Professionale Comunicare i vaccini. L’importanza delle combinazioni vaccinali in pediatria e del vaccino anti-Papillomavirus, promosso dal Master di I livello “La Scienza nella Pratica Giornalistica” (SGP) della Sapienza Università di Roma, con il supporto non condizionante di MSD.
Nell’occasione abbiamo intervistato la dottoressa Elena Bozzola, dirigente medico presso l’Unità Operativa Complessa di Pediatria generale e Malattie infettive dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP).
Come commenta il decreto legge del 7 giugno 2017, approvato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che prevede l’obbligo per l’iscrizione a scuola nella fascia 0-6 anni, di 12 vaccinazioni, gratuite e obbligatorie a partire da settembre 2017 per i nati nel 2017?
«Non dobbiamo interpretare questo decreto, come fanno in molti, in modo punitivo, ma dobbiamo pensare a una decisione presa per salvaguardare la salute di tutti i bambini. In primo luogo di quelli che vengono vaccinati e sono perciò protetti da malattie che potrebbero anche rivelarsi letali, come la meningite o il morbillo che, nei casi più gravi, potrebbero anche provocare encefalite. Ma proteggiamo anche tutti quei bambini che, a causa di gravi malattie immunitarie o oncologiche, non possono essere vaccinati. Parliamo in questi casi di una protezione “di gregge”, nel senso che l’aumento della copertura vaccinale diminuisce il rischio di diffusione delle malattie e contribuisce ad eradicarle completamente, come è accaduto ad esempio per il vaiolo. Puntualizzo che questo Decreto è stato voluto dal Ministro della Salute e sostenuto dall’Istituto Superiore di Sanità e anche da molte Società scientifiche, come la Società Italiana di Pediatria di cui faccio parte. Vorrei anche precisare che c’è un margine di tempo protratto fino a marzo per effettuare le vaccinazioni e ottenere il certificato vaccinale da presentare poi a scuola».
Si parla a torto di 12 vaccinazioni, ma in realtà i vaccini da somministrare sono quattro. Cerchiamo allora di fare chiarezza su questa errata interpretazione…
«In realtà le punture sono quattro, perché fortunatamente molti vaccini vengono somministrati in modo combinato con un’unica iniezione. Ovvero in una stessa siringa o fiala siringa si trovano diversi vaccini. Come già era stato previsto nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, pubblicato in Gazzetta a febbraio, esistono diversi vaccini combinati, come quello esavalente che copre da: difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomielite, Haemophilus influenzae di tipo B; come il vaccino quadrivalente MPRV contro morbillo, parotite, rosolia, varicella; più i due vaccini contro il meningococco B e C, per un totale di quattro punture per il bambino».
I genitori, che si sono dichiarati contrari alle vaccinazioni, temono che queste numerose somministrazioni di vaccini potrebbero causare danni al sistema immunitario del bambino, che non sarebbe in grado di gestire la produzione di tutti questi anticorpi. E potrebbe addirittura, in alcuni casi, causare malattie, come autismo ed epilessia, di cui tanto si è parlato…
«Si tratta di false credenze, dal momento che è scientificamente dimostrato che il sistema immunitario del bambino sarebbe in grado di sostenere la somministrazione di ben 10mila vaccini contemporaneamente. Se le vaccinazioni fossero realmente in grado di indebolire il sistema immunitario, dovremmo osservare un aumento degli episodi infettivi dopo ogni vaccinazione. Ciò non si verifica. Anzi, aumentando la copertura vaccinale, diminuiscono le infezioni. Dunque non è la quantità di vaccini che può danneggiare il sistema immunitario, ma anzi lo rafforza, proteggendo l’organismo dall’attacco di batteri e virus che, al contrario, potrebbero provocare gravi complicanze, come l’encefalite che, nei casi più gravi, può diventare letale. Quanto alle correlazioni ipotizzate tra vaccinazioni e autismo o epilessia, non esistono assolutamente prove scientifiche a riguardo, tanto che il medico inglese che aveva divulgato questa notizia, è stato radiato dall’albo professionale. Gli effetti collaterali correlati alle vaccinazioni riguardano un locale arrossamento nella zona di iniezione del vaccino e, in alcuni casi, qualche linea di febbre. Una sola precauzione occorre adottare prima della vaccinazione: accertarsi che il bambino non abbia la febbre alta, perché in questo caso è necessario rimandare la somministrazione di qualche giorno. Solo in pochi casi, come ad esempio i bambini affetti da malattie del sistema immunitario gravi (quali le immunodeficienze congenite o i tumori del sangue), alcune vaccinazioni, come quella contro morbillo-parotite-rosolia, sono realmente controindicate».
di Paola Trombetta
Vaccino anti HPV anche ai maschi
Era già stato incluso tra i vaccini rimborsabili nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, approvato il 18 febbraio 2017. La vaccinazione contro il Papilloma virus (HPV) è oggi estesa anche a tutti i maschi dodicenni. «Il Papilloma virus ha circa 100 diversi sierotipi, di cui molti sono oncogeni», conferma Chiara Azzari, professore associato di Pediatria e direttore della Clinica Pediatrica II dell’Ospedale Meyer di Firenze. «Se nelle donne questo virus è il principale responsabile del tumore al collo dell’utero, alla vulva e alla vagina, nei maschi può causare cancro anale, oro-faringeo e del pene, che hanno un’elevata mortalità (84-86%). In questo caso la vaccinazione dei dodicenni protegge dal rischio di sviluppare uno di questi tumori in età adulta. E tra i vaccini utilizzati, è da poco in uso clinico quello nono-valente, che protegge da ben nove ceppi virali (6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52, 58)». P.T.