Meta di villeggiatura che vai, kit “salva-vacanze” che devi portare con te. Come a dire che la valigia deve contenere tutto il necessario, adatto al luogo, a latitudini, temperature e richieste ambientali, così come un piccolo dispensario di farmaci di automedicazione pass partout da viaggio e d’emergenza, per fare della vacanza un momento di salute e relax in sicurezza, allontanando il rischio di pericoli, imprevisti o piccoli incidenti evitabili.
Al mare. Sole e acqua: sono i due fattori in cui si nascondono le maggiori insidie. È bene ricordare che l’abbronzatura più bella e protetta richiede un’esposizione lenta, graduale, lontana dalle ore centrali e più calde della giornata e filtrata da creme adeguate al fototipo di pelle e che schermino dai raggi UVA e UVB. Solari che devono essere applicati più volte durante il giorno, in particolare dopo i bagni in mare e le docce, e soprattutto in caso di pelli molto delicate come quelle dei bambini, ai quali vanno fatti indossare anche maglietta, occhiali da sole e cappellino con visiera (un consiglio valido per tutti). Se nonostante queste precauzioni “vi scottate”, è bene evitare docce troppo calde, asciugando la parte con molta delicatezza, senza esercitare pressioni sull’area irritata e idratando poi la pelle con soluzioni emollienti. Non deve neppure mancare la giusta idratazione, bevendo molto, durante la giornata – anche quando c’è vento e la sensazione di calore e sete viene percepita molto meno – si protegge ulteriormente l’epidermide. Anche l’acqua marina ha i suoi rischi: come le meduse che, se pizzicano, sono dolori! In caso di puntura è bene rimuovere i residui lasciati sulle pelle, lavare la parte con acqua salata (non dolce che acuisce i sintomi) e poi coprire l’area infiammata, resa più sensibile alla luce del sole tendendo a scurirsi, provocando cicatrici antiestetiche. Per quanto riguarda i bagni in mare, è corretto attendere almeno 2-3 ore dopo i pasti, soprattutto se abbondanti, prima di immergersi, mentre in caso di gita in barca, se lo stomaco ne risente, è bene mangiucchiare alimenti secchi e poveri di grassi, evitando fumo di sigaretta, alcolici e bevande gassate.
In quota. Anche in montagna, soprattutto tra le vette, il sole picchia forte, esponendo a un maggiore rischio di scottature perché l’atmosfera è più rarefatta. Dunque è necessario difendersi con una crema con filtro protettivo +50, usare occhiali da sole e abbigliamento giusto: scarponcini e indumenti impermeabili e antivento. Soprattutto se si amano le passeggiate ai rifugi, è meglio avere nello zaino un “pronto soccorso” con disinfettante, cerotti, garze sterili per le escoriazioni di piccola entità e ghiaccio secco per poter intervenire tempestivamente in caso di piccoli incidenti, come storte o strappi, a cui deve fare seguito il riposo fino a completa guarigione. Infine ricordarsi di bere molto, acqua o bevande ricche di sali minerali, che assicurano un buon rendimento muscolare, evitando così i possibili e fastidiosi crampi.
Nelle città d’arte o a casa. Il rischio è per lo più legato agli sbalzi di temperatura: occorre evitare i passaggi repentini da ambienti caldi a freddi che possono mettere a rischio di raffreddamenti con tosse, raffreddore e mal di gola, specialmente se si esagera con l’aria condizionata. Una buona soluzione è avere sempre qualcosa con sé per coprire gola e spalle.
In caso di una giornata in piscina, il consiglio è munirsi di ciabatte, da calzare sempre, per evitare il rischio di funghi e dotarsi di teli da bagno personali, contro il pericolo di trasmissione o contaminazione di qualsiasi genere. Di sera, evitare bevande alcoliche o eccitanti come tè e caffè, soprattutto prima di andare a letto, per non turbare il buon sonno, già minacciato dal caldo.
All’estero. Informarsi preventivamente dal proprio medico curante o presso la ASL dell’adeguata profilassi, soprattutto se la meta delle vacanze sono paesi tropicali o lontani, maggiormente a rischio, oltre che per le malattie locali, anche per disturbi dell’apparato gastrointestinale. Questi sono spesso associati all’alimentazione: cibi piccanti e speziati, “ingredienti” spesso responsabili di pesantezza e acidità, ma è bene fare attenzione anche a bibite gassate, rinfrescate con ghiaccio, che possono causare mal di pancia e diarrea. Meglio optare, nei luoghi in cui l’igiene non è perfetta, per cibi ricchi di fibre e acqua solo in bottiglia. Infine viaggiare equipaggiati, con le terapie abitualmente assunte, per non rischiare di trovarsi sprovvisti delle dosi necessarie.
I farmaci. Oltre a quelli già citati, è bene includere nel kit di emergenza anche farmaci a base di eparinoidi e sostanze capillaroprotettrici, che possono favorire il riassorbimento di ematomi e traumi; antinfiammatori non steroidei per uso topico per dolori muscolari, e farmaci miorilassanti che aiutano a rilassare i muscoli; creme e pomate contro le irritazioni della pelle, utili in caso di punture di insetti e animali (antistaminici e corticosteroidi a bassa/media potenza), ma anche gel al cloruro d’alluminio, astringente e antisettico, per alleviare il prurito da puntura di zanzara o medusa; antiemetici contro il vomito e antispastici contro gli spasmi intestinali o le forme di cinetosi (mal d’auto, mal di mare e mal d’aria); farmaci ad azione blandamente sedativa per regolarizzare il ritmo sonno-veglia; lassativi in caso di stitichezza persistente; procinetici per la ripresa del transito dei cibi attraverso lo stomaco e antiacidi per la cattiva digestione, bruciori di stomaco e reflusso; per l’intestino carbone attivato, che contrasta la formazione di gas e gonfiori di stomaco; antidiarroici a base di lievito e di lattobacilli per ripristinare la normale flora batterica; antimicotici contro le infezioni fungine (micosi); antipiretici, come paracetamolo e acido acetilsalicilico; spray nasali vasocostrittori per raffreddore o naso chiuso, antitussivi in caso di tosse, antisettici e disinfettanti del cavo orale per contrastare eventuali microorganismi o mal di gola; ibuprofene e altri Fans (antinfiammatori non steroidei) per il mal di testa, oltre alle personali terapie normalmente assunte, soprattutto per patologie croniche come pressione alta, problemi cardiaci e la pillola anticoncezionale.
di Francesca Morelli
Attenti al “colpo di calore”
Non è solo questione di temperature molto elevate. Quando il colpo di calore si manifesta c’è anche la complicità di un tasso di umidità spesso superiore al 90%. Due fattori che possono mettere in crisi l’organismo di adulti, bambini, lavoratori all’aria aperta, soprattutto se affetti da condizioni a rischio, quali diabete, obesità e insufficienza cardiaca, causando un innalzamento repentino, in un tempo di 10-15 minuti, della temperatura interna anche oltre i 40°. A questo stato termico anomalo, non indotto da febbre, il corpo reagisce dapprima con malesseri – mal di testa, nausea, vomito, sensazione di vertigine, crampi muscolari, stati d’ansia e confusionali – che possono degenerare verso un brusco crollo della pressione arteriosa per l’improvvisa disidratazione, aggressività, importanti cefalee, copiosa sudorazione, mutamento del colore della pelle da molto rossa a diafana, fino a morte cerebrale nei casi più gravi. Alla comparsa dei primi segnali di colpo di calore è necessario chiamare il 118, per un trasporto immediato in ospedale, attuando nell’attesa alcune misure di emergenza. Facendo distendere la persona in un luogo fresco, all’ombra e ventilato, con le gambe sollevate rispetto al resto del corpo, abbassando la temperatura corporea (togliere i vestiti, avvolgere la persona in un lenzuolo o asciugamano bagnato in acqua fredda) e ponendo una borsa di ghiaccio a livello della testa, della nuca, del dorso, dell’inguine, in sacchetti di plastica avvolti in panni o fazzoletti. Se la persona è cosciente, è bene reidratarla con acqua (mai bevande alcoliche), monitorando sempre la frequenza cardiaca, pronti a intervenire con la rianimazione cardio-polmonare in caso di arresto. Prevenire il colpo di calore è possibile. Occorre evitare di esporsi al sole nelle ore più calde, allontanando il rischio di surriscaldamento corporeo e disidratazione; è bene indossare abiti leggeri, in tessuti che consentano la traspirazione e un cappello che ripari il capo dal sole; non fare sforzi fisici o attività sportiva intensa/eccessiva, specie nelle ore centrali della giornata; non sostare a lungo in luoghi ristretti e affollati; bere molto, almeno due litri al giorno, salvo diverso parere del medico, anche in assenza dello stimolo della sete, evitando bevande zuccherate, ricche di calorie, bibite gassate o alcolici che aumentano la sensazione di calore e la sudorazione, caffè e altre bevande che contengono caffeina. Riguardo ai pasti, si consiglia moderazione: scegliere alimenti leggeri – poco conditi, elaborati o piccanti – a base di pasta, pesce, molta frutta e verdura che contribuiscono a dare acqua all’organismo. Consumare i pasti in quantità moderate, suddividendoli in 4-5 piccoli pasti giornalieri e per rinfrescarsi, sì a qualche gelato ma che sia rigorosamente alla frutta che apporta meno calorie ed è più leggero. F.M.
Mai senza occhiali da sole
Gli occhiali da sole: un’abitudine dimenticata dagli italiani. Secondo le stime diffuse dalla Commissione Difesa della Vista, li indosserebbero soltanto il 60% dei vacanzieri, sebbene solo il 52% li ritenga realmente indispensabili per la loro funzione protettiva per occhi e vista, e non un accessorio di moda, contro il 30% che non li indosserebbe mai, il 18% solo raramente, o il 17% che ne possiede anche più di un paio, ma acquistati low cost, dunque senza garanzie di efficacia protettiva. A preoccupare gli esperti sono però le fasce più a rischio: i giovanissimi che ricorrono agli occhiali solo nell’11% dei casi, quando sotto i 15 anni gli occhi sono più delicati e bisognosi di uno schermo di qualità, i bambini fra 2 e 6 anni di cui il 60% non avrebbe mai inforcato un occhiale da sole e infine gli anziani. Solo il 10% degli adulti over 55 li porterebbe con regolarità. E gli esperti sensibilizzano al problema vista contro gli agenti che in estate irritano gli occhi, in primis il sole. «L’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti e alla luce blu, senza protezione – precisa il dottor Andrea Giani, Medico chirurgo, specialista in Oftalmologia e ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano – o con un occhiale non idoneo, può causare danni acuti e cronici agli occhi, come cataratta, maculopatie e disfunzioni della superficie oculare». Ma non basta mettere un occhiale qualunque: occorre scegliere quello giusto, dietro consiglio dell’ottico di fiducia, secondo l’uso, il tipo di attività – se sportiva la lente deve garantire resistenza agli urti, se per la guida non deve pregiudicare la visione nel passaggio dalla luce al buio delle gallerie. E Giani aggiunge: «Oltre agli occhiali, per proteggere gli occhi, è bene indossare anche un cappello con visiera, soprattutto se si sosta sulla spiaggia o vicino all’acqua che intensificano l’esposizione al sole, in qualsiasi condizione atmosferica, perché i raggi UV possono danneggiare gli occhi anche quando il tempo è nuvoloso». Non ultimo, anche la tavola fa la sua parte nel tutelare il benessere degli occhi: meglio mangiare verdure a foglia verde, broccoli, peperoni gialli, mais e uova, che contengono luteina e zeaxantina ritenute particolarmente benefiche per mantenere gli occhi in buona salute e frutti, soprattutto quelli ricchi di antiossidanti, vitamina A, C ed E, come le arance. F.M.