L’acronimo più noto è VIP – Very Important Person –. Basta cambiare l’ultima consonate da “p” in “s” e tutto cambia, si entra in un panorama di salute. Importantissimo, perché le tre lettere stanno per “Vitamine, Integratori e Supplementi”. Cioè “Prodotti alimentari destinati a integrare la comune dieta”, secondo la definizione del Ministero della Salute, che possono comprendere varie sostanze come minerali, vitamine, aminoacidi, grassi essenziali, fibre ed estratti vegetali e diverse altre. Sostanze di cui può capitare di essere carenti per un’alimentazione non corretta o un’insufficiente produzione da parte dell’organismo. Spesso sottovalutati, questi elementi sono biologicamente essenziali, adempiendo ciascuno a una funzione ben precisa, “integrativa”, complementare. Specifiche fasi della vita come la menopausa, il concepimento e la gravidanza, l’infanzia o la maturità ne richiedono l’uso, perché si tratta di momenti ciclici, di particolare fabbisogno. Eppure, nonostante evidenze scientifiche e di salute, l’impiego dei VIS è soggetto a mode. Vale a dire che per un periodo si ricorre più all’integrazione di un supplemento che poi passa la mano a un altro. Proprio come spesso accade con le diete.
«Oggi – spiega il professor Gianni Bona, Direttore della Clinica Pediatrica di Novara – si rivolge molta attenzione a sostanze con effetti anti-aging, capaci cioè di rallentare i processi ossidativi che creano danni alle singole cellule e agli organi, predisponendo allo sviluppo di patologie per lo più legate all’invecchiamento. Tra le sostanze che meglio soddisfano questo profilo anti-età, ci sono gli acidi grassi polinsaturi, in particolare gli Omega 3 e Omega 6 che proteggono anche da processi aterosclerotici o di danneggiamento di cellule e tessuti, prevenendoli». Sebbene presenti in alcuni alimenti, come il pesce, la dieta, da sola, non completa il fabbisogno di Omega 3 o 6 che devono essere integrati con preparati ad hoc, utili in tutte le fasce di età. «Con l’integrazione di polinsaturi – aggiunge il professor Bona – possiamo avviare una prevenzione terziaria, preliminarissima, cercando cioè di limitare un processo prima che questo accada. Ad esempio, nelle donne prossime alla gravidanza possono contribuire a combattere eventuali effetti che si potrebbero manifestare durante la gestazione; nella donne in maternità svolgono un’azione benefica sullo sviluppo del sistema nervoso centrale del feto e poi del bambino; nei bambini in sovrappeso e obesi, aiutano a lenire lo stato infiammatorio generale, limitando i rischi associati a queste condizioni, sia nell’immediato che a lungo termine; infine, in età adulta, collaborano nel tenere meglio sotto controllo alcune problematiche, soprattutto cardiovascolari se ci riferiamo specificatamente agli Omega 3 e 6». Questi ultimi non sono i soli VIS importanti: nel bambino, ad esempio, è preziosa anche la luteina, una molecola che fa bene alla vista, sostenendo la corretta maturazione del sistema visivo o nella donna è fondamentale l’acido folico, definito generalmente un integratore, anche se si tratta di una vitamina, la B9. «Che ha un’azione straordinaria – precisa Bona – nel combattere le malformazioni del tubo neurale del feto, agendo efficacemente sui processi che danneggiano il sistema nervoso, a tal punto che questo genere di anomalie si è notevolmente ridotto da quando la donna ne fa uso fin dalla fase di pre-concepimento».
Ancora: c’è la vitamina E, più “di moda” negli anni passati, in cui veniva aggiunta/addizionata a molti alimenti tra cui l’olio d’oliva, oggi sostituita dagli Omega 3 e 6, risultati più efficaci per un’azione preventiva, tanto più che oggi si sa che un sovradosaggio di vitamina E può essere causa più di danni che di benefici.
Ma come riconoscere una carenza di VIS, quali sono i campanelli d’allarme? «Bisogna fare una distinzione tra integratori e vitamine – fa sapere il professore – infatti, mentre gli integratori sono un qualcosa che si dà in più a scopo sostanzialmente preventivo, e la cui mancata assunzione non crea danni, gli effetti negativi di sottodosaggio vitaminico si sentono. In linea generale si avverte stanchezza, difficoltà di concentrazione, problemi di memoria, tendenza a una leggera anemia. Ovvero sensazioni del corpo che vanno poi misurate con specifici esami del sangue per l’avvio di una corretta terapia».
Di norma non esistono condizioni o controindicazioni all’uso di vitamine (che sono, lo ricordiamo, indispensabili per moltissime funzioni dell’organismo), tuttavia può esistere la difficoltà del nostro corpo a utilizzare integratori o supplementi. «E’ il caso ad esempio della celiachia non diagnosticata – dichiara Bona – o di altri disturbi intestinali cronici, condizioni nelle quali gli integratori non sono correttamente assorbiti, predisponendo a possibili carenza di vitamine da malassorbimento. In questi casi, quindi, non esiste l’impossibilità di utilizzare i VIS, ma piuttosto il rischio di non raggiungere il fabbisogno adeguato pur assumendoli, anche in forma integrata».
Con lo scopo di informare sull’importanza e il corretto uso dei VIS è nata anche una Consensus, dedicata a pediatri, medici di famiglia e generalisti, redatta da 30 specialisti che risponde ad alcune delle domande più frequenti dei professionisti interrogati sull’argomento on-line. La Consensus può essere però utile anche a mamme, genitori e famiglie in genere. «Oltre a sottolineare l’importanza di integrare i VIS nella normale dieta – conclude Bona – il nostro scopo è far sapere a mamme e papà che una dieta qualitativamente (oltre che quantitativamente) scorretta dei bambini, come spesso oggi accade, può essere “completata” con l’uso di specifici integratori, quale efficace opportunità per colmare carenze, possibili indicatori per lo sviluppo di patologie pediatriche o adulte, oggi facilmente prevenibili».
di Francesca Morelli