Senologia: solo 123 centri in Italia possono dirsi “Breast Unit”

Migliore professionalità, maggiore esperienza e più alta adesione alle linee guida: la cura del tumore del seno nelle Breast Unit, cioè nei Centri di Senologia, riduce la mortalità del 18%. A livello europeo, è stabilito che possono definirsi “Breast Unit” solo i centri che trattano almeno 150 nuovi casi ogni anno. Ma in Italia soltanto 123 (il 27%) hanno questi requisiti. E’ perciò fondamentale riorganizzare queste Unità, che devono essere parte integrante delle Reti Oncologiche Regionali. L’appello arriva dal 19° Congresso AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), in corso a Roma. Nel 2017 in Italia sono stimate 50.500 nuove diagnosi di tumore del seno, il più frequente fra le donne in tutte le fasce d’età.

«Dove si concentra più esperienza, si riduce il numero degli interventi demolitivi e aumentano quelli conservativi», puntualizza Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM. «Anche le percentuali di ricostruzioni immediate sono maggiori nei centri ad alto volume di attività. I risultati che si ottengono nelle Breast Unit devono essere attribuiti non solo a una migliore chirurgia, ma anche alla possibilità di accedere ai percorsi diagnostico-terapeutici mirati. Questo è particolarmente evidente nei casi più complessi e avanzati, in cui si utilizzano terapie innovative. Alla chemioterapia, all’ormonoterapia, ai farmaci anti-HER2, si è aggiunta una nuova classe di farmaci che intervengono nel rallentare la progressione del tumore al seno in fase metastatica, inibendo due proteine chiamate chinasi ciclina-dipendente 4 e 6 (CDK-4/6)».

Uno studio condotto su 25mila donne ha dimostrato che la sopravvivenza a 5 anni, nelle pazienti con tumore della mammella, aumenta del 9% negli ospedali che trattano più di 150 casi. Nel nostro Paese vivono 766.957 donne dopo la diagnosi di tumore del seno (+26% dal 2010 al 2017). «La multidisciplinarità è l’elemento fondamentale del Centro di Senologia», conferma Stefania Gori, presidente eletto AIOM. «La formazione di un team coordinato favorisce il raggiungimento di un alto livello di specializzazione delle cure, dallo screening fino alla riabilitazione psico-funzionale, ottimizzando qualità e tempistica delle prestazioni, con l’obiettivo principale di prolungare e migliorare la vita delle pazienti. Le figure professionali coinvolte nel gruppo di lavoro sono: oncologo medico, chirurgo, anatomo-patologo, radiologo, medico nucleare, radioterapista, infermiere specializzato, data manager (coordinatore di ricerca clinica), psicologo clinico, fisiatra e genetista. La collaborazione fra i diversi specialisti è fondamentale per selezionare il trattamento più idoneo e individuare quei casi da inserire in un’eventuale sperimentazione clinica. Il Centro di Senologia deve inoltre fornire indicazioni sul corretto follow-up, cioè sulle visite di controllo al termine dei trattamenti. Nei casi di tumore mammario in età molto giovane deve prevedere un’attenzione specifica all’adozione di tecniche di preservazione della fertilità: è un aspetto di estrema rilevanza per il benessere della donna, sottovalutato per troppo tempo».

Per migliorare il livello di consapevolezza delle donne sulle regole della prevenzione, l’AIOM promuove un progetto nazionale che include un opuscolo informativo (www.aiom.it).

 di Paola Trombetta

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