Con il freddo e gli sbalzi di temperatura di questi giorni, sono tornati i malanni di stagione, soprattutto la tosse che predilige i più piccoli. Da naso chiuso, da rinosinusite, da laringite, da bronchite infettiva, raramente da corpo estraneo: sono i possibili identikit della tosse nei bambini. Se le cause sono variabili e mille sono le possibili manifestazioni, un dato è certo: la tosse è uno dei sintomi più frequenti in età pediatrica. Colpisce circa il 40% dei bambini in età scolare e prescolare, tanto da rappresentare il terzo motivo per cui mamme e papà consultano il pediatra. Lo confermano gli esperti che si sono riuniti di recente a Bologna, in occasione del 12° Congresso AIST (Associazione Italiana Studio Tosse). Lo ribadiscono anche i dati del recente Rapporto InfluNet, secondo cui almeno un bambino su 3 nell’ultimo mese ha assunto un farmaco per la tosse. Complice anche l’influenza che quest’inverno ha messo ko quasi 5 milioni di italiani, di cui gran parte bambini sotto i cinque anni.
«La tosse – spiega Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Perugia e presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) – è una difesa dell’apparato respiratorio che si attiva quando è necessario mantenere libere le vie aeree da secrezioni e materiale estraneo. Nel periodo invernale compare spesso nella forma acuta; segue cioè un’infezione respiratoria spesso di natura virale, ed è passeggera, risolvendosi in meno di una settimana. In alcuni casi può essere il campanello d’allarme di infezioni più o meno gravi come rinosinusiti, polmoniti o patologie sottostanti quali l’asma bronchiale».
Dunque, soprattutto nei piccoli pazienti, è fondamenatle “caratterizzare” la tosse, distinguere la crisi acuta dalla forma cronica, inquadrare la durata e i sintomi associati per impostare la giusta terapia che varia seconda la natura della tosse stessa. Infatti la prima delle tre possibili manifestazioni è la forma acuta: «E’ causata soprattutto da infezioni virali e batteriche delle vie aeree superiori – aggiunge la professoressa – il cui responsabile nel 30% dei casi è il rhinovirus. Si riconosce solitamente con una tosse stizzosa, inizialmente secca e con poco muco, talvolta accompagnata da febbricola, stanchezza generalizzata, ostruzione nasale o naso che cola. Di norma si risolve entro un paio di settimane». Passato questo tempo senza che sia scomparsa, la tosse evolve nella forma persistente, che si protrae nel tempo. «Con una probabilità del 10% la tosse potrebbe durare per 3-4 settimane. La ragione principale, anche nel nostro Paese, è dovuta alle inadegaute e insufficienti coperture vaccinali che favoriscono lo sviluppo della pertosse, la causa più comune di tosse persistente nel bambino di età scolare e nell’adolescente». Infine ci sono casi in cui arriva fino a cronicizzare, persistendo per lungo tempo, anche per oltre 8 settimane: «La tosse cronica, che non conosce stagionalità – conclude la pediatra – dipende da infezioni respiratorie ricorrenti, bronchiti batteriche protratte o asma bronchiale».
Qualunque sia la forma di tosse che colpisce i piccoli, il rimedio però è universale, uguale per tutte insomma. Ci sono 6 facili mosse pro-sollievo e anti-crisi che mamme e papà possono efficacemente adottare:
- Acqua in abbondanza. Mantenere idratate le mucose è la prima regola, poiché la secchezza spesso è la miccia per un aumento esponenziale della tosse.
- Polverizzare l’aria con particelle di acqua. Cioè utilizzare gli umidificatori perché anche l’ambiente troppo asciutto stuzzica la tosse.
- Nasino sempre pulito e ben lavato. Non basta soffiare il naso, spesso è necessario ricorrere a lavaggi nasali con soluzione fisiologica, utili anch’essi a umidificare. L’aerosol integrato con farmaci, per lo più broncodilatatori o cortisonici, va effettuato solo nei casi in cui vi sia una sottostante componente asmatica o di laringite acuta.
- Scegliere la soluzione giusta. Nelle forme di tosse acuta sono da prediligere prodotti naturali a base di miele e Althea officinalis le cui proprietà, secondo recenti evidenze scientifiche, svolgono una benefica azione antimicrobica e antinfiammatoria.
- Bandire gli antibiotici. Che per la tosse non servono, eccetto nei casi in cui ci sia un sospetto di infezione di origine batterica.
- Eliminare il fumo di sigarette. I piccoli non devono mai essere esposti al fumo passivo, soprattutto in caso di affezione alle vie aeree. Mamme e papà state dunque allerta per la salute dei vostri piccoli (e anche per la vostra)!
di Francesca Morelli