Filomena ha solo 18 anni e tanta voglia di andare via di casa e di affermarsi. Lascia il suo paesino in provincia di Campobasso in Molise e lavora per diversi mesi in un villaggio turistico. Ma le delusioni sono tante e Filomena perde in poco tempo 18 chili. «In quei mesi, una volta lasciato il lavoro, mi sentivo particolarmente stanca, svuotata, e continuavo a bere acqua e andare in bagno. Ma non ne capivo il motivo. Ritenevo che tutto fosse legato alla delusione per quel lavoro andato male. Poi un giorno mio padre venne ricoverato per un intervento al cuore. I medici avevano necessità di sangue compatibile e mi avevano chiesto se ero disposta a donare il mio. E in quell’occasione ho scoperto di essere diabetica. Una scoperta del tutto casuale e assolutamente imprevista! All’inizio mi è caduto il mondo addosso. Sono pure ago-fobica e il solo pensiero di dovermi pungere più volte al giorno per misurare la glicemia mi metteva un’ansia infinita. Tanto che mi sono rifiutata per diversi mesi di curarmi. Anche perché non volevo che gli altri, soprattutto i colleghi, capissero che ero malata. La vicinanza dei miei genitori e l’incontro con due bravissimi diabetologi, prima a San Giovanni Rotondo e poi a Milano dove ora mi sono trasferita, mi hanno convinta a superare le mie paure e curarmi. Ed è stato l’inizio della mia rinascita! Sì perché prima vivevo in un baratro e vedevo tutto nero. Poi, a mano a mano, da ribelle scapestrata, sono diventata una donna matura. E ho conosciuto Davide che ora è parte della mia vita e spero tanto che sia più cronico del diabete!».
Filomena Mancino non ha più remore a parlare della sua malattia, che ha raccontato in una storia, grazie alla quale è stata la prima classificata in occasione della 10a edizione del Premio Federazione Diabete Giovanile 2018 – Changing Diabetes Day, in collaborazione con Novo Nordisk e il patrocinio della Società Italiana di Pediatria.
Durante la premiazione, avvenuta a Roma, presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, anticipando gli eventi in programma per la Giornata mondiale del Diabete (14 novembre), sono stati presentati dati allarmanti sulla patologia, soprattutto nella versione giovanile.
«Oltre un milione di bambini soffrono di diabete tipo 1: un numero destinato ad aumentare nei prossimi anni», ha precisato il presidente della Federazione Diabete Giovanile (FDG), Antonio Cabras. «Per questo è fondamentale informare e cercare di prevenire questa patologia: modificare gli stili di vita potrebbe essere un primo passo. E soprattutto curare il diabete, prevenendo le complicanze che potrebbero rivelarsi anche gravi. Di diabete, infatti, si muore più che di tumore!». «Dietro un bambino, un giovane con il diabete c’è sempre la sua famiglia, con tutte le ansie e le preoccupazioni che la gestione di questa malattia comporta», ha puntualizzato Federico Serra, Government and External Affairs Director di Novo Nordisk. «Sono purtroppo ancora diffusi molti pregiudizi su questa malattia che condiziona la vita delle persone: non puoi fare sport, non puoi mangiare dolci, non puoi correre… Ad aumentare il rischio di ammalarsi c’è poi il grosso problema dell’obesità infantile, più diffuso nelle aree urbane periferiche rispetto al centro delle città. Riportando l’esempio di Roma, i dati recenti dimostrano un’incidenza superiore, anche di diabete, nei bambini della periferia (7%) rispetto al centro (5%)».
«Per questo è fondamentale diffondere una cultura sulla patologia diabetica e sensibilizzare soprattutto i pediatri per poter individuare precocemente la malattia e adottare le cure più appropriate, con particolare attenzione al delicato periodo dell’adolescenza, in cui spesso si rifiutano sia la malattia che le terapie», ha evidenziato Cinzia Caruso, responsabile della Comunicazione della Società Italiana di Pediatria.
di Paola Trombetta