Raffreddore, tosse, mal di gola: in questi giorni sono sempre più numerosi gli italiani colpiti da questi malesseri. Il raffreddore in particolare sta contagiando soprattutto i bambini. Causato nel 35% dei casi da ceppi virali, più di 200, della famiglia dei Rhinovirus, è una delle malattie più diffuse, con sintomi che durano in genere una settimana. Percentuali inferiori (10-15%) di raffreddori sono causate dal coronavirus e da altri virus, quali adenovirus, echovirus, enterovirus. Se la frequenza media di questa infezione nell’adulto è di 2-4 episodi l’anno, nel bambino è tre volte più frequente, raggiungendo anche i 6-10 episodi. Tra le cure, la tendenza è di tornare ai “vecchi rimedi”, come gli unguenti balsamici, indicati per i bambini sopra i 30 mesi. La raccomandazione viene dagli specialisti, riuniti in occasione del Convegno “FarmacistaPiù”, che si è tenuto di recente all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Con la collaborazione di Edra e il supporto di Procter&Gamble, è stato presentato un prezioso booklet “Linee di indirizzo per la gestione e il trattamento dei sintomi delle affezioni delle alte vie aeree”, una sorta di vademecum per trattare queste infezioni respiratorie, curato da tre specialisti: la dottoressa Elena Bozzola, pediatra e consigliere nazionale SIP, il dottor Andrea Cicconetti, farmacista e segretario di Federfarma e il dottor Aurelio Sessa, medico di Medicina generale e presidente SIMG Lombardia. In particolare, come donnainsalute, abbiamo rivolto qualche domanda alla dottoressa Elena Bozzola.
Perché il raffreddore è così diffuso tra i bambini?
«I bambini si ammalano di raffreddore 3-4 volte più degli adulti (6-10 episodi l’anno rispetto a 2-3 negli adulti). Questo perché hanno un sistema immunitario più debole e maggiore probabilità di entrare in contatto con altri bambini infetti, in quanto giocano e mangiano insieme e spesso si scambiano giochi e posate. L’incidenza di questa infezione è inversamente proporzionale all’età. A causa degli innumerevoli tipi di questo virus che causano il raffreddore (più di 200) non si è ancora riusciti a produrre un vaccino».
Quali rimedi allora si possono utilizzare? Quali consigli dare alle mamme?
«Innanzitutto occorre raccomandare alle mamme di non ricorrere all’automedicazione, né tanto meno all’autoprescrizione di antibiotici. La causa del raffreddore è il Rhinovirus che è appunto un virus, sul quale gli antibiotici non hanno effetto. In ogni caso è importante consultare un pediatra: il raffreddore trascurato, in particolare nei bambini, potrebbe dar luogo a bronchiti e bronchioliti. In attesa della visita con il pediatra, potrebbero essere utili alcuni metodi naturali. Come la soluzione fisiologica per tenere pulito il nasino, così da impedire al muco di intaccare le basse vie respiratorie, causando bronchioliti e altre complicanze. E’ inoltre importante un’alimentazione leggera, con cibi ricchi di vitamina C, bere molti liquidi, soprattutto tisane calde ad azione decongestionante. Nei bambini sopra i 30 mesi, si può ricorrere all’applicazione topica di unguenti balsamici. Diversi studi scientifici, tra cui uno recente curato dal dottor Paul, pediatra americano, hanno dimostrato che l’applicazione di unguenti balsamici, in caso di raffreddore, aiuta il bambino a dormire e migliora la qualità del sonno, con beneficio sulla salute del piccolo e anche dell’intera famiglia che non deve passare la notte al capezzale del piccolo».
Qual è la differenza tra gli unguenti e i prodotti inalanti?
«Questi ultimi si possono usare solo dopo i 6 anni, mentre gli unguenti sono consigliati dai 30 mesi in poi. Nei bambini in particolare la funzione del massaggio gioca un ruolo rafforzativo sull’efficacia di questi prodotti. In primo luogo favorisce l’assorbimento dei principi attivi. In secondo luogo, poiché il massaggio diventa una sorta di coccola, la compliance aumenta».
di Paola Trombetta
Al via la Campagna di vaccinazione antinfluenzale
È partita in questi giorni la Campagna per la vaccinazione antinfluenzale: il vaccino è già disponibile nelle farmacie. «La scorsa stagione è stata la peggiore degli ultimi 15 anni, con 8 milioni e 677 mila casi», ha puntualizzato il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano e direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi. «Per quest’anno si preannuncia invece un’epidemia di media intensità. Si stima comunque che non saranno meno di 5 milioni le persone costrette a letto. Nell’emisfero australe l’influenza sta scorrendo con bassi livelli di diffusione e una prevalenza del virus AH1N1, anche se rimane l’incognita del virus B che potrebbe far aumentare i casi di infezione. Ricordiamo che si parla di “influenza” solo in presenza di tre condizioni ben precise, presenti contemporaneamente: febbre elevata (>38°) a insorgenza brusca; sintomi sistemici come dolori muscolari/articolari; sintomi respiratori, come tosse, naso che cola, congestione nasale e mal di gola. In tutti gli altri casi si tratta di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali. Per prevenire l’influenza la vaccinazione è raccomandata in particolare agli anziani e ai malati cronici. Per le altre sindromi si utilizzano farmaci di automedicazione per attenuare i sintomi: se dopo 4-5 giorni la situazione clinica non migliora si deve consultare il medico». Da una recente indagine condotta da Assosalute, il 58,5% degli italiani ricorre ai farmaci di automedicazione in caso di sintomi simil-influenzali e da raffreddamento. Molto gettonati (38,7%) sono i “rimedi della nonna”, come brodo caldo, tè, tisane, spremute, latte bollente con miele. Il 20% degli intervistati dichiara di usare gli antibiotici. Solo il 14% ricorre al vaccino antinfluenzale. Per informazioni più approfondite sul vaccino e gli altri rimedi: www.osservatorioinfluenza.it P.T.