«Alle donne che ricevono una diagnosi di tumore al seno voglio dire che è importante non sentirsi sole. Anch’io all’inizio ho creduto di non potercela fare, ero terrorizzata. Poi però sulla mia strada ho trovato ottimi medici che mi hanno seguito e mi hanno trasmesso la consapevolezza che la ricerca ogni giorno lavora per individuare nuove terapie per le pazienti. Fondamentale è stato anche il supporto della psico-oncologa, che mi ha accompagnato durante tutto il percorso di cura, aiutandomi a superare i momenti più complicati». Francesca, mamma di Lorenzo ed Elisa, a cui quattro anni fa è stato diagnosticato un carcinoma al seno, ha deciso oggi con la sua testimonianza di incoraggiare tutte le donne che come lei hanno ricevuto questa diagnosi. E si è fatta fotografare insieme a Carlotta Giorgi, ricercatrice presso il Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale dell’Università di Ferrara e mamma di cinque figli, come testimonial dell’iniziativa l’Azalea della Ricerca AIRC.«Grazie al sostegno di AIRC, con il mio gruppo stiamo studiando il ruolo della “proteina-freno” PML nel microambiente attorno al tumore, dove si trovano le cellule del sistema immunitario, con l’obiettivo di identificare una terapia combinata che renda il tumore sensibile ai farmaci chemioterapici e meno capace di crescere, e che riattivi la piena risposta immunitaria», spiega la stessa ricercatrice, oggi alla guida di un gruppo tutto al femminile che lavora per poter comprendere i meccanismi regolatori della moltiplicazione delle cellule tumorali.
Poiché le cure contro i tumori possono compromettere in molti casi la fertilità, è fondamentale che le donne giovani si rivolgano a centri oncologici con team formati da specialisti, in grado di offrire entro 48 ore dalla diagnosi una consulenza sulle possibilità di conservare la fertilità. «Per una donna giovane ricevere una diagnosi di tumore è doppiamente angosciante: da un lato deve far fronte alla malattia, dall’altro vede all’improvviso cambiare il suo futuro, perché le chemioterapie possono compromettere la fertilità», fa notare la professoressa Lucia Del Mastro,direttore dell’Unità Sviluppo Terapie Innovative al San Martino-Istituto Tumori di Genova. «La sperimentazione che abbiamo condotto dimostra però che è possibile proteggere la funzione ovarica dagli effetti tossici della chemioterapia, somministrando alle pazienti alcuni farmaci, come l’ormone triptorelina, un analogo del GHRH, che mette le ovaie “a riposo” durante i trattamenti, in modo che non vengano danneggiate. I risultati di uno studio, condotto dal nostro Istituto con il sostegno di AIRC, e pubblicato su Jama, ci confermano che le donne curate con il nostro protocollo hanno maggiori probabilità di recuperare la normale funzionalità delle ovaie: il ritorno delle mestruazioni si è verificato infatti nel 72,6% dei casi, contro il 64% di quelle trattate con la sola chemioterapia. Si tratta di un traguardo importante per garantire alle giovani la possibilità di diventare madri, perché curare le persone con il cancro non vuol dire curare solo il cancro, ma anche dare a chi è guarito le stesse possibilità di chi di cancro non si è ammalato».
Festa della mamma con l’azalea nelle Piazze italiane
Domenica 12 maggio, in occasione della Festa della Mamma, i volontari della Fondazione AIRCsaranno impegnati in tutta Italia per distribuire l’Azalea della Ricerca: non un semplice fiore ma una preziosa alleata della salute al femminile che,dal 1984 ad oggi, ha contribuito a migliorare la qualità di vita delle donne grazie ai risultati raggiunti nell’ambito dellaprevenzione, diagnosi e cura del cancro al seno e agli organi riproduttivi. Dai grandi centri urbani ai piccoli comuni di provincia, ventimila volontari AIRC scenderanno in 3.700 piazze per dare continuità ai progressi della ricerca, distribuendo le coloratissime azalee con le quali sarà possibile fare uno speciale regalo a tutte le mamme e a tutte le donne. A fronte di una donazione di 15 euro, assieme a ogni piantina verrà consegnata una Guidacon informazioni sui progressi della ricerca, commenti degli esperti e indicazioni sull’importanzadi adottare abitudini e comportamenti salutari.
Nell’ultimo triennio AIRC ha messo a disposizione dei ricercatori più di 32 milioni di euro per studi sulla prevenzione, la diagnosi e la cura del cancro al seno e agli organi riproduttivi. Un impegno straordinario per affrontare queste neoplasie che lo scorso anno in Italia hanno colpito 68.300 donne. Il cancro al seno è il più diffuso, con circa 52.300 nuove diagnosi: di fatto interessa una donna su otto. È però anche il tumore per il quale, negli ultimi decenni, la ricerca ha ottenuto i migliori risultati, portando la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi a crescere fino all’87%. Un progresso costante, frutto del lavoro dei ricercatori che hanno saputo migliorare i trattamenti, sia in termini di efficacia, sia di tollerabilità, offrendo alle donne una sempre migliore qualità di vita. Ci sono però ancora tante pazienti che aspettano risposte per alcune delle forme più aggressive, come il tumore al seno triplo negativo, che colpisce soprattutto in giovane età e contro il quale non sono disponibili terapie mirate, e il carcinoma mammario metastatico, diffuso in altri organi.
I tumori ginecologici interessano circa 16 mila pazienti. Per i tumori dell’endometrio e della cervice uterina la sopravvivenza a cinque anni ha registrato una crescita costante, arrivando rispettivamente al 77% e al 74%. Più complessa invece la situazione per il tumore dell’ovaio che risulta difficile da diagnosticare precocemente e spesso presenta un alto tasso di recidiva e di resistenza ai farmaci. Per superare questi problemi i ricercatori AIRC stanno sperimentando nuove combinazioni terapeutiche per ridurre la resistenza ai farmaci. Stanno anche focalizzando l’attenzione sull’immunoterapia, per individuare nuovi farmaci capaci di stimolare la risposta immunitaria delle pazienti.
Per trovare l’Azalea della Ricerca nelle città: www.airc.it, o Numero speciale: 840.001001.
di Paola Trombetta