È diffusissimo: 1 caso al minuto, circa 27 mila al mese, più di 400 mila l’anno. Sono i numeri della gastroenterite da Rotavirus (GARV) che attacca i piccoli sotto i cinque anni, più spesso entro il primo anno di vita, mettendo ko l’intestino con una sintomatologia classica. Diarrea, anche importante, accompagnata da febbre, vomito e disidratazione che se non tenuta adeguatamente sotto controllo, riequilibrando i fluidi e sali persi, può richiedere il ricovero in ospedale. Responsabile dello sviluppo della problematica è un batterio – il Rotavirus appunto – altamente contagioso per la facilità con cui lo si può contrarre: si trasmette infatti per via oro-fecale, dal contatto delle mani anche nel semplice cambio di pannolino o toccando giocattoli e superfici contaminate, oppure tramite il respiro. L’igiene scrupolosa non ferma l’attacco del virus, tanto che anche l’ospedale può essere un ambiente a rischio, né il latte materno può svolgere un’azione preventiva al 100%. «L’allattamento materno – spiega Catia Rosanna Borriello, Direttore UOC Vaccinazioni ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano – è estremamente importante nella prevenzione di tutte le infezioni del neonato, tra cui le gastroenteriti da Rotavirus, ma è un’immunizzazione spesso aspecifica e che comunque decade dopo pochi mesi dalla nascita. Anche l’igiene, che è un comportamento essenziale per la salute del bambino, contribuisce a proteggerlo, ma non basta a evitare i pericoli dell’infezione: lavarsi le mani con il sapone o con altri detergenti non uccide il virus, può solo limitarne la diffusione».
Dunque, il virus può scegliere in maniera “democratica” i bambini in cui manifestarsi, senza differenze di sorta: «Colpisce indistintamente bambini “poveri” e bambini “ricchi” – aggiunge Giovanni Vitali Rosati, Rete Vaccini FIMP Regione Toscana – con manifestazioni che possono durare dai quattro agli otto giorni. Oltre questo tempo la diarrea può diventare cronica e richiedere l’uso di antibiotici per diverso tempo, debilitando ulteriormente il bambino». Con ricadute sull’intera famiglia: genitori in ansia, costretti a perdere giornate lavorative, fratelli o sorelle a rischio di contagio, i piccoli ammalati che affrontano giorni di disagio e sofferenza. Tutti eventi evitabili o meglio controllabili, facendo prevenzione: un vaccino, infatti, può ostacolare l’insorgenza del Rotavirus e attenuarne i sintomi. «Il vaccino contro il Rotavirus – sottolinea Giorgio Conforti, Referente Nazionale Vaccini della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) – è l’unico somministrato per via orale, per cui i bambini non sono sottoposti a una puntura e può essere dato anche dal pediatra di famiglia». Si tratta di un vaccino vivo attenuato di cui sono prescritte due o tre dosi, secondo il tipo di vaccino utilizzato. «La vaccinazione contro i Rotavirus – precisa la dottoressa Borriello – è in offerta attiva e gratuita a tutti i bambini, a partire dalla sesta settimana di vita da concludere entro la 24esima, se si tratta del vaccino a due dosi, o entro la 32esima in caso di tre dosi. In Lombardia, ad esempio, si somministra in due volte, in concomitanza con le dosi di vaccino esavalente».
Inserita nel calendario del Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2017-2019 e inclusa tra i Livelli Essenziali di Assistenza per via della sua elevata importanza per la Sanità Pubblica, ha una finalità anche preventiva dei costi, oltre che terapeutica. Infatti la GARV è causa ogni anno di più di 14 mila ospedalizzazioni, oltre 50 mila accessi ai Pronto Soccorso e 8.000 infezioni nosocomiali, con un notevole sovraccarico delle strutture ospedaliere nei mesi invernali, quando l’infezione è più frequente e la spesa complessiva annua è di circa 186 milioni di euro. Con una semplice vaccinazione si possono ridurre del 70-90% le ospedalizzazioni di neonati e bambini, aumentando i vantaggi in termine di immunizzazione: dopo 1-2 anni di follow-up, l’efficacia del vaccino si è dimostrata superiore dell’80% con tassi che superano il 90% nelle forme più gravi e un effetto protettivo nei primi 3 anni di vita. Pochi gli effetti collaterali del vaccino: può verificarsi un po’ di mal di pancia, irritabilità, disturbi passeggeri che si risolvono spontaneamente. Rari gli eventi avversi gravi: «Entrambi i vaccini – fa sapere ancora la dottoressa – hanno profili di efficacia e sicurezza molto buoni, dimostrati in trial clinici effettuati in Paesi industrializzati occidentali e in America Latina dove le condizioni igieniche, che rappresentano un elevato fattore di rischio, sono molto scarse. Gli eventi più gravi possono riguardare lo shock anafilattico, un rischio legato a qualunque farmaco/alimento somministrato per la prima volta a un bambino, e l’invaginazione intestinale, una grave condizione in cui parte dell’intestino scivola all’interno di un altro tratto intestinale, provocandone l’ostruzione (da 1 a 5 casi ogni 100 mila lattanti vaccinati) entro 7 giorni dalla vaccinazione. Un vomito a getto ripetuto nella settimana dopo la vaccinazione può far sospettare tale situazione che, individuata precocemente, è più facilmente risolvibile».
Dunque prevenire l’infezione da Rotavirus, parlandone col pediatra, permette ai genitori di avere una preoccupazione in meno nei primi anni di vita del bambino, periodo in cui le cose a cui pensare sono tante e la tranquillità della famiglia va protetta. Con questo obiettivo parte #unapreoccupazioneinmeno, campagna di consapevolezza e sensibilizzazione promossa da GSK con il patrocinio della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) che si avvarrà di un sito web (www.unapreoccupazioneinmeno.it) e canali social dedicati (Facebook e YouTube), di materiale informativo distribuito negli studi medici di pediatri e igienisti, ma anche di una serie di eventi sul territorio. Il primo, #tuloconosciGarvy, si terrà il prossimo 9 giugno al Parco Indro Montanelli di Milano: una giornata informativa dedicata a genitori e bambini all’aria aperta all’insegna della festa con musica, palloncini, zucchero filato e uno spettacolo speciale dedicato a grandi e piccini. A conferma che la vaccinazione contro il Rotavirus vede i pediatri tutti concordi: «Non impedirà del tutto l’insorgenza della malattia – conclude Vitali Rosati – ma la renderà molto più lieve, evitando ripercussioni negative sulla vita dei genitori, disagi, ansie, perdita di giorni di lavoro, mancata produttività e sul sistema sanitario con la diminuzione delle ospedalizzazioni e dunque della spesa correlata».
di Francesca Morelli