Pelle schermata da un generoso strato di crema ad alto fattore protettivo: siamo pronti a difendere la cute da rossori, scottature, eczemi ed eritemi, effetti indesiderati del sole estivo. E quando si tratta degli occhi, spesso trascurati, sarebbero sufficienti occhiali equipaggiati da lenti protettive. Spesso dimentichiamo che gli occhi sono molto delicati: unico organo interno esposto ai danni e all’attacco di agenti esterni, soprattutto sole e smog, inquinamento e sostanze tossiche. «Così come la beauty routine prevede una protezione della pelle 365 giorni l’anno – dichiara la dottoressa Elena Rubino, Marketing Director di Zeiss Vison Italia – anche gli occhi e l’area perioculare vanno protetti in ogni momento dell’anno, non solo quando si indossano gli occhiali da sole». Ma non è così…
Uno studio condotto nel 2018 dall’associazione americana The Vision Council ha rilevato che solo il 21% della popolazione indossa occhiali con lenti scure in presenza del sole, mentre una seconda indagine dell’Università di Liverpool, attesta che, anche dopo essere stati informati sui rischi da sole, solo una piccola percentuale di consumatori si attiva con mezzi e misure per alzare una barriera protettiva nella zona oculare e palpebrale. Esponendo così l’occhio alle conseguenze di un’ inadeguata protezione dai raggi UV, riflessi da diverse superfici quali il mare e la sabbia, la neve, il marmo, l’asfalto e il cemento, strumenti professionali come saldatrici, fiamme ossidriche o filtrati dal cielo nuvoloso.
«Le ripercussioni per la salute dell’occhio – dichiarano gli esperti della SIO (Società Oftalmologica Italiana) – sono diverse e importanti: dalle infiammazioni della cornea (fotocheratiti), alla cataratta, al fotoinvecchiamento dell’area perioculare che provoca un ispessimento della pelle e la formazione di rughe pronunciate. Le radiazione ultraviolette, o raggi UV, assorbite in quantità moderate hanno effetti molto positivi per la salute. Non altrettanto se sono in eccesso o in difetto: in caso di sovraesposizione, infatti, possono provocare scottature e ustioni, generalmente reversibili e guaribili, mentre basse dosi assimilate per periodi prolungati possono aumentare le probabilità di comparsa di malattie anche gravi». Anche in contesti poco sospettabili, come il cielo nuvoloso ad esempio in cui le radiazioni UV, seppure meno intense, sono presenti e dalle quali occorre difendersi.
«Un’attenzione particolare – aggiungono gli specialisti – va rivolta agli occhi dei bambini. Fino ai 10-16 anni il loro cristallino, la lente naturale dell’occhio, è perfettamente chiaro e trasparente e non esercita alcuna azione filtrante, quindi richiede una “lente esterna” in grado di garantire una protezione adeguata, assicurata appunto da un paio di lenti». Tanto più che la maggioranza dell’esposizione ai raggi UV avviene proprio nei primi anni di vita, quelli chiave in cui proteggere gli occhi e prevenire lo sviluppo di alcune patologie tipiche da accumulo da raggi UV. Indossare le protezioni è dunque un dovere, ma c’è lente e lente: non tutte riescono infatti ad assorbire correttamente gli ultravioletti, alcune per mancanza di un adeguato filtro, altre per un’azione parziale in funzione della qualità del materiale utilizzato. Nonostante le norme vigenti al riguardo siano molto chiare, prevedendo per gli occhiali da sole una protezione completa da raggi solari UV, prerogativa invece non garantita da tutte le lenti da vista.
«Per assicurarsi uno “schermo totale” interno alla lente chiara – aggiunge la dottoressa Rubino – occorre avvalersi di quelle “montate” con Tecnologia UVProtect, un particolare substrato invisibile capace di assorbire l’intero spettro UV, offrendo così una protezione completa dai raggi UV fino a 400nm, rispettando gli standard internazionali definiti dalla Commissione Internazionale sulla protezione delle Radiazioni Non-Ionizzanti (ICNIRP) e dall’Oms, e superando l’attuale limite dei 380nm. Ciò significa che l’occhio è protetto come se si indossassero gli occhiali da sole, senza alcuna differenza estetica rispetto alle classiche lenti da vista. Inoltre questa tipologia di lenti protegge anche dalle radiazioni indirette riflesse sull’interno della lente, grazie a trattamenti antiriflessi “premium”». L’innovazione coinvolge anche l’occhiale da sole. «Abbiamo progettato e reso già disponibili delle lenti “intelligenti” – aggiunge Rubino – capaci di adattarsi alla luce: scurendosi in caso di sole molto intenso, evitando il fastidio dell’abbagliamento o, viceversa, schiarendosi quando la luminosità cala prevenendo effetto buio». Le lenti Adaptive Sun sono disponibili in diverse colorazioni, con sfumature e specchiature nelle tinte moda.
Oltre alle lenti, occorre però anche attuare una prevenzione contro gli effetti da sole o un’ eccessiva esposizione ai raggi UV: evitare di uscire nelle ore più calde della giornata tra le 10 e le 14, monitorando anche le previsioni meteo e internet per trovare indicazioni sugli indici UV della giornata. «In caso di assunzione di farmaci – raccomandano e concludono gli esperti SOI – siate prudenti; controllate sempre che le terapie in atto non siano “sensibili” ai raggi UV e abbiate maggiore cura dell’occhio in presenza di cataratta, degenerazione maculare o maculopatia. Tutte condizioni che richiedono un’attenzione e protezione aggiuntive dal rischio di esposizione ai raggi UV o alla luce blu che potrebbero aggravare le problematiche esistenti».
Anche durante il tempo libero, in vacanza, al mare, sulla spiaggia o in ogni altro luogo in prossimità dell’acqua, in montagna dove la luce è più rarefatta o sui nevai dove la superficie riflettente è intensa, fate dell’occhiale da sole un “indumento” indispensabile per la protezione dell’occhio, non un semplice accessorio.
di Francesca Morelli
Cinque regole d’oro per una abbronzatura “raggiante”
La bellezza dell’abbronzatura si “vede”: non solo dal colorito uniforme e brunito, ma anche dalla qualità dell’esposizione. Quella che permette di cogliere tutte i benefici del sole senza esporsi al rischio di effetti collaterali: scottature, eritemi, desquamazioni o problemi più seri. Un obiettivo raggiungibile, soprattutto in caso di bambini, seguendo queste 5 regole d’oro, che permettono di tutelare la pelle, compresi occhi e palpebre, spesso trascurati.
- Aria aperta in libertà. Trascorrere quanto più tempo libero in mezzo alla natura o fuori da casa, è un toccasana per l’organismo. Il quale, per stare bene, ha un bisogno fisiologico di immagazzinare luce, fonte essenziale per produrre vitamina D e rinsaldare ossa, scheletro e conservarsi in salute.
- Occhio all’indice UV. Ovvero al livello di radiazioni ultraviolette presenti nell’aria da cui è necessario proteggersi e schermarsi. Queste possono essere valutate localmente con alcuni strumenti particolari, tra cui la App ZEISS UV Detector che permette di conoscerne i livelli nelle singole località. In funzione di questo indice, la app fornisce i giusti consigli sulla protezione solare da utilizzare, dà informazioni sulle caratteristiche di una determinata gradazione UV e gli effetti che può provocare e dunque anche le lenti più adatte in una determinata situazione.
- Meglio le basse dosi. Occorre fare in modo di ridurre quanto più possibile il livello di esposizione ai raggi UV, ad esempio usando protezioni anche in caso di cielo nuvoloso o parzialmente coperto: i raggi UV sono comunque presenti!
- Non dimenticare mai gli accessori. Che in realtà non sono tali, ma veri e propri indumenti protettivi. Quando ci si espone al sole, vanno infatti sempre indossati cappello e occhiali da sole o da vista con lenti UVProtect, in grado di schermare gli effetti avversi della luce, anche quando è della massima intensità.
- Prima di tutto la crema solare! Va spalmata sul tutto il corpo, comprese le palpebre, prima di esporsi al sole, scegliendo il filtro di protezione più adatto al fototipo di pelle e alla durata dell’esposizione. F. M.