Non è una questione solo da grandi. La salute del cuore e la propensione a sviluppare malattie cardiovascolari, come infarto e ictus, iniziano nei primi 10 anni di vita. «Il decadimento delle arterie – spiega Gianni Bona, esperto Sip (Società Italiana di Pediatria), in occasione del 75° Congresso della Società e già ordinario di Pediatria all’Università del Piemonte Orientale – comincia dal primo giorno di vita e interessa tutti. Varia però la velocità con cui questi processi possono manifestarsi da persona a persona». Un andamento che può essere decelerato con l’attenzione a un migliore stile di vita, fin dalla più tenere età, e al controllo di alcuni fattori di rischio. Pesano infatti sul cuore in maniera importante sovrappeso e obesità, che stanno facendo aumentare anche in età pediatrica alcune alterazioni prima rare nel bambino. «Ad esempio l’ipertensione arteriosa – aggiunge l’esperto – che riguarda il 4% dei bambini tra 6 e 16 anni (ben il 24% dei ragazzini obesi) o l’ipercolesterolemia, stimata al 7% nella fascia 6-19 anni, ma riscontrabili anche in piccoli normopeso».
Per contenere questi rischi occorre attuare anzitutto delle misure cliniche come il monitoraggio della pressione fin dall’età pediatrica. «Individuare i bambini che diventeranno ipertesi in età adulta – precisa Silvio Maringhini, segretario del Gruppo di Studio Ipertensione Arteriosa e Rischio Cardiovascolare della Sip, già Presidente della Società Italiana di Nefrologia Pediatrica – intervenendo laddove necessario anche con un trattamento mirato o con la correzione del loro stile di vita, è compito del pediatra di famiglia». Lo specialista, grazie al rapporto continuativo con le famiglie, può essere una risorsa strategica per la prevenzione nei piccoli delle malattie non trasmissibili, migliorando la salute degli adulti di domani e, di conseguenza, alla maggiore sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.
Attenzione ai nemici del cuore. Sono almeno 10 e iniziano la loro azione nociva precocemente. Sono fattori di rischio che si possono suddividere in due grandi classi: “immodificabili”, perché si ereditano o si associano a fattori organici, “controllabili” con un costante monitoraggio.
- Ereditarietà. Contano il sesso e i genitori. Uno studio del Karolinska Institute di Stoccolma ha evidenziato che i maschi hanno un rischio di cardiopatia coronarica maggiorato del 55% se ne è affetta la madre e del 41% quando a soffrirne è il padre, con probabilità raddoppiata se il problema interessa entrambi i genitori. Mentre per le femmine il rischio è rispettivamente del 43% e del 17% se sono stati interessati la madre o il padre fino all’82% in caso riguardi entrambi i genitori.
- Il peso fa la differenza. Alla nascita non deve essere inferiore al 3° percentile o superare il 97° percentile, né deve crescere eccessivamente nei primi mesi di vita: queste misure potrebbero infatti favorire lo sviluppo di obesità, ipertensione e alterazioni cardiovascolari a distanza.
- La pressione alta è un rischio. L’ipertensione arteriosa è in aumento in età pediatrica, soprattutto in bambini sovrappeso o obesi, e può favorire alterazioni, sia a carico del ventricolo sinistro sia predisporre all’ipertensione conclamata in età adulta. Eventi tuttavia prevenibili con una diagnosi precoce (e, nel caso, un trattamento dell’ipertensione arteriosa) e la correzione dello stile di vita con una dieta povera di sale e un tempo libero più “movimentato” .
- Attenzione alle cronicità. Ovvero a quelle malattie che ci si porta dietro a vita, come cardiopatie, endocrinopatie, nefropatie, che possono aumentare le probabilità di malattie cardiovascolari. In questi casi il consiglio degli esperti è di fare seguire il piccolo presso centri di riferimento specializzati.
- Una selezione di farmaci. Glucocorticoidi, immunosoppressori, diuretici, estro progestinici, possono influire sul rischio cardiovascolare. Anche in questa eventualità la guida di un esperto è raccomandata!
Ma esistono anche misure che mamma e papà possono adottare efficacemente per contenere eventi rischiosi per il cuore dei loro piccoli. Agendo con attenzione sui fattori modificabili, quali:
- Lo status di sovrappeso e obesità. Queste due condizioni extralarge si accompagnano sempre ad altre problematiche poco salutari: ipertensione arteriosa, colesterolo e trigliceridi alti, i grassi presenti nel sangue, fegato grasso (steatosi epatica), una malattia dovuta a un malfunzionamento del metabolismo che invade le cellule dell’organo di grasso, appunto.
- Fumo, non c’è due senza tre. Per i piccoli e il loro cuore è pericoloso anche il fumo passivo, che aspirano dalle sigarette di mamme e papà, e quello di terza mano ugualmente ricco di sostanze tossiche che si deposita su mobili, suppellettili e abiti, restandovi a lungo. Non a caso l’Oms stima che il 10% delle patologie cardiovascolari sia causato principalmente dal fumo di tabacco.
- La pigrizia. Essere sedentari da bambini, trascorrendo molto tempo in attività a basso dispendio energetico come guardare la tv, o stare a computer o chattare, piuttosto che fare esercizio fisico e sportivo, amplifica il rischio cardiovascolare in età adulta, invece prevenibile mettendosi in attività. È dimostrato che un bambino in sovrappeso, ma fisicamente attivo, ha indici di rischio comparabili o migliori di quelli di un bambino normopeso e sedentario.
- Il giusto sonno. Bambini in età scolare e adolescenti dormono mediamente poco: meno di 8 ore, quelle raccomandate per la buona salute. Le cause per l’80% si associano a stili di vita scorretti: un’alimentazione non bilanciata e pesante soprattutto alla sera, l’esposizione eccessiva a dispositivi luminosi nelle ore serali, poca attività fisica. Basta poco per favorire invece l’abbraccio di Morfeo e un sonno tranquillo e ristoratore.
- Troppo fruttosio. È lo zucchero contenuto nelle bevande dolci, the e nettari di frutta compresi, nemico della salute del cuore e del peso in particolare. L’apporto calorico degli zuccheri semplici dovrebbe equivalere al 10-15% delle calorie totali, soglia superata a tutte le età, persino tra molti bambini nel secondo semestre di vita. Ma c’è di più: il consumo eccessivo di fruttosio sembra poter innalzare l’acido urico in soggetti predisposti, con effetti diretti su pressione arteriosa e rischio cardiovascolare. Meglio quindi una spremuta di frutta fresca o un bicchierone di acqua!
Per ulteriori consigli e informazioni sulla salute e benessere del cuore è possibile acquistare il “Manuale sul Rischio Cardiovascolare in Età Pediatrica e Adolescenziale” (Pensiero Scientifico Editore, 28 euro), realizzato con il contributo della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica.
di Francesca Morelli
Le 5 regole salvacuore, dalla più tenera età fino all’età senior
Sono facili, a costo zero ma al 100% salutari per il cuore di ogni età. Ecco le 5 regole degli esperti della Sip, per cambiare la storia del nostro muscolo più prezioso.
1) Fare uso del manicotto. Quello per misurare regolarmente la pressione arteriosa, sino dai 3 anni di età.
2) Insipido e un po’ amaro è meglio! Ridurre l’apporto di sale nella dieta e il consumo di soft drink, the zuccherati, succhi di frutta, ricchi di fruttosio, “amareggia” il palato, ma fa gioire il cuore!
3) Il buon cuore si vede anche dalla colazione. Il primo pasto della giornata non deve essere mai saltato; anzi deve essere completo e soddisfare il 20-25% del fabbisogno calorico quotidiano. Sono da preferire alimenti integrali e farine poco raffinate, più ricchi di fibre, quindi meno assorbibili dall’intestino e con minor impatto sull’innalzamento della glicemia.
4) Mettersi in moto. Far praticare ai bambini, da 5 a 17 anni, almeno 60 minuti al giorno di attività fisica intensa e regolare (come consiglia l’Accademia Americana di Pediatria), compreso spostamenti a piedi e riduzione del tempo libero in sedentarietà.
5) Non rubare ore di sonno. Favorire un tempo di sonno adeguato all’età di ogni bambino. Perché un cuore riposato è premessa di un cuore più sano.
F. M.