I vantaggi dell’aerosolterapia, perfetta per i più piccoli

Sbalzi di temperatura, primi freddi, abbigliamento sbagliato o troppo pesante o troppo leggero: il passaggio dalla bella alla brutta stagione mette a repentaglio la buona salute dell’apparato respiratorio, soprattutto delle persone più a rischio. Quando le prime avvisaglie o i sintomi di malessere respiratorio arrivano, un rimedio c’è: una terapia che fa bene a tutte le età. È il vecchio aerosol, partner efficace nel trattamento di diversi problemi delle alte e basse vie aeree: sinusiti, rinopatie, allergopatie, asma e broncospasmi, fino a sintomatologie polmonari. Ma a fare la differenza, rispetto al passato, oggi sono soprattutto le diverse formulazioni di somministrazione: nebulizzatori, spray, inalatori a polvere secca, docce nasali, che consentono di regolare secondo la problematica, la sede a cui il trattamento è diretto e anche la dimensione delle particelle. Infatti, in tempi piuttosto recenti, si è scoperto che molecole grosse (15 micron) sono idonee per le problematiche della laringe, mentre le più piccole (5-6 micron) per le basse vie respiratorie, facendo così in modo che il farmaco non si vaporizzi senza fare effetto. Ma per essere utile là dove serve, deve avere il device giusto, con la mascherina, il beccuccio a forcella, il boccaglio. Anche la soluzione da nebulizzare deve essere ad hoc per lo scopo: fisiologica per un’azione di depurazione (utilissima per i bimbi molto piccoli per la detersione del naso e del muco) o un farmaco – steroidi, cortisonici, antibiotici, soluzione salina ipertonica e altre molecole – a scopo terapeutico.

L’efficacia mirata della moderna aerosolterapia, in particolare della nebulizzazione, non è il solo vantaggio: infatti si combina anche a una maggiore rapidità d’azione, i cui benefici possono essere evidenti già dopo un paio di giorni, a una riduzione del tempo di somministrazione (dai vecchi 30-40 minuti, all’attuale minuto circa pari a 30 secondi di terapia per narice) e di conseguenza a una maggiore aderenza terapeutica. Un trinomio è efficacissimo, soprattutto nel caso in cui l’aerosolterapia sia somministrata ai piccoli, restii ad ogni trattamento, tanto più se duraturo nel tempo. Vantaggi che, in termini clinici, significano anche dosi di farmaco inferiori da somministrare rispetto alla via sistemica, minori effetti collaterali.

«Le patologie respiratorie croniche come l’asma e le riniti allergiche o quelle stagionali tra cui le infezioni da virus influenzale o para-influenzali e da batteri, sono in crescita fra i bambini», spiega Giorgio Piacentini, Direttore Unità Complessa di Pediatria, Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona e Presidente SIMRI (Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili). «L’aerosol, in particolare la nebulizzazione, è in grado di “funzionare” bene indipendentemente dalla collaborazione del piccolo. Inoltre, la nebbia che si genera durante la nebulizzazione dà fiducia al genitore sull’efficacia del trattamento, rassicurandolo anche in caso di bambini molto piccoli».
Agire tempestivamente a livello di naso e bocca, porte d’ingresso principali di virus, batteri e allergeni, attraverso un trattamento non invasivo come l’aerosolterapia, rappresenta la strategia ottimale per rinforzare la barriera di difesa, contro l’attacco di agenti esterni, e prevenire o curare riacutizzazioni di patologie croniche, o evitare il peggioramento di episodi sporadici come raffreddori, riniti o otiti.

«Le alte vie respiratorie – afferma Alberto Macchi, Azienda Sanitaria Sette Laghi di Varese, Clinica di Otorinolaringoiatria Università degli Studi dell’Insubria e Presidente IAR (Accademia Italiana di Rinologia) – sono fra i distretti che più si giovano della terapia locale. Ad esempio, in casi di riniti infettive non complicate, l’uso di abbondanti lavaggi nasali, con soluzioni saline iso e ipertoniche, semplici o arricchite con acido ialuronico, sono in grado di ridurre l’edema infiammatorio della mucosa e facilitare l’asportazione dei secreti mucosi». O anche di trattare senza ricorrere a chirurgia (come era tipico un tempo) le adenoidi, situate dietro la cavità nasale, che hanno il compito di produrre anticorpi per immunizzare dagli attacchi esterni. Per ottenere i migliori risultati di efficacia, occorre però anche una sensibilizzazione al buon uso dell’aerosolterapia e dei vari device: «La gestione del paziente pediatrico – continua Piacentini – implica, da parte del medico, anche la presa in carico dei genitori. Non basta prescrivere la terapia, occorre educare mamma e papà a un corretto utilizzo dei dispositivi, che sono parte integrante della cura».

L’azione è di squadra e sinergica: «Se il medico è in grado di valutare cosa sia più funzionale alle esigenze del paziente, bambino o adulto che sia – sottolinea Gian Luigi Marseglia, Presidente della Conferenza Permanente delle Scuole di Pediatria, della SIAIP (Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica) e Direttore Clinica Pediatrica Università di Pavia- Policlinico “San Matteo” – è possibile migliorare anche l’aderenza alla terapia che ne determina il successo. Troppo spesso ci si limita a spiegare il farmaco e la sua azione, ma non come debba essere assunto».
Tutte indicazioni che sono contenute nel primo “Position Paper sull’aerosolterapia in età pediatrica: i benefici, il ruolo del medico per il paziente, gli strumenti, di una corretta terapia inalatoria”, realizzato da FederAsma e Allergie Onlus insieme a IAR (Accademia Italiana di Rinologia), SIAIP (Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica), SIMRI (Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili), reso possibile dal contributo non condizionato di Chiesi Italia.
Il documento, ad uso del medico, è scaricabile sui siti delle società scientifiche: www.accademiarinologia.it;www.simri.it; www.siaip.it, mentre sul sito di Federasma e Allergie Onlus www.federasmaeallergie.org c’è una sezione dedicata al progetto.

di Francesca Morelli

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