Gli italiani si ritengono pronti e preparati e, nel 55% dei casi, lo sono davvero. Almeno in tema di influenza, sembrano conoscere le azioni giuste per pervenire e poi debellare nel modo più breve ed efficace possibile il virus invernale per eccellenza. Riposo, assunzione di farmaci di automedicazione e consulto del medico dopo 3 giorni, se i sintomi non passano: sono le strategie migliori e più frequentemente adottate quasi dal 62% delle donne (e con consapevolezza maggiore della malattia), contro poco più del 48% di uomini. Lo attesta un’indagine di Assosalute, Associazione Nazionale farmaci di automedicazione, condotta fra mille italiani rappresentativi della popolazione internet. I restanti, invece, fanno eccezione e assumono comportamenti o troppo blandi o troppo aggressivi verso l’influenza. Come “gli iper-apprensivi” che contattano ai primi segnali il medico o corrono al Pronto Soccorso rischiando di intasare inutilmente ambulatori o il servizio, o di infettare gli altri; gli “stakanovisti” che ignorano e trascurano i sintomi influenzali facendo la vita di sempre, come niente fosse; i disinformati che si affidano a figure poco referenziate – consigli di amici e parenti o a ricerche su internet – per curare l’influenza o, infine, i “frettolosi” che non aspettano di essere completamente guariti, ma riprendono prima del tempo la normale quotidianità, rischiando ricadute o complicanze.
Invece, cosa si deve fare per affrontare in modo corretto l’influenza? «Il primo comportamento da assumere – spiega il professor Fabrizio Pregliasco, virologo ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi – è non “fare gli eroi”, evitando in caso di influenza gli sforzi fisici che riducono le difese immunitarie e aumentano il rischio di complicanze, assumere farmaci di automedicazione (quelli già usati o consigliati dal farmacista) in modo responsabile, leggendo sempre il foglietto illustrativo, e senza esagerare le dosi per azzerare i sintomi, perché se si abbassa ad esempio troppo la temperatura, si fa il gioco del virus: l’influenza spesso non passa e si dà il via libera all’insorgenza di possibile implicazioni respiratorie più gravi. Sono invece da evitare gli antibiotici, inefficaci contro l’influenza, fatta eccezione nel caso in cui vengano prescritti dal medico».
Difficile, però, tracciare l’identikit “perfetto” dell’influenza che ci dovremo attendere: è possibili solo fare previsioni, che tuttavia dipendono dalle condizioni meteo e da quanto accade nell’altra parte del globo, in Australia, che in un certo qual modo detta le regole di questa problematica stagionale. «E’ possibile pensare – aggiunge Pregliasco – che quest’anno l’influenza sarà mediamente pesante e più contenuta, in termine di numeri con all’incirca 6 milioni di casi a cui si aggiungeranno 8 milioni di italiani attaccati da sindromi para-influenzali. I virus però saranno più insidiosi a causa della diffusione di due nuove varianti – l’H3N2 e l’H1N1 – che, oltre ad avere una maggior capacità di propagazione, possono provocare maggiori severità e un più alto rischio di complicanze, soprattutto l’H1N1 nei piccoli e l’H3N2 nei più anziani e fragili. Oltre a questi, saranno presenti anche i virus B/Colorado e A/Kansas, due varianti già conosciute dalle precedenti stagioni».
Mezzi difensivi per contrastare la “vera” influenza che si caratterizza per 3 sintomi classici (febbre oltre i 38° per più di 5 giorni, dolori muscolari e articolari, almeno un sintomo respiratorio come tosse con muco, naso che cola, congestione/secrezione nasale, mal di gola) e che ha il periodo di picco quando le temperature restano rigide per diverso tempo (le altre forme sono para-influenzali scatenate da sbalzi di temperatura), ci sono. In termini pratici, occorre lavarsi bene e frequentemente le mani, evitare di frequentare luoghi eccessivamente affollati, fare attenzione agli sbalzi termici, aumentare l’apporto di vitamina C, con spremute di arancia ad esempio, e del gruppo B contenuta in ortaggi a foglia larga verde scuro che favoriscono, grazie ai loro “ingredienti”, la ristrutturazione delle cellule respiratorie danneggiate e la più rapida ripresa grazie alla presenza di amminoacidi e antiossidanti. In caso di influenza è bene aggiungere alla dieta anche brodo di pollo, che è leggero e un acceleratore anch’esso della pronta guarigione o alcuni “rimedi della nonna” come bevande calde, latte e miele, sapendo però che il latte può aumentare la produzione di muco.
«I probiotici – fa saper il virologo – sono un’altra opzione efficace per aumentare le difese immunitarie: se la flora intestinale è sana, il sistema immunitario può concentrarsi nel combattere le infezioni delle vie respiratorie e i virus dell’influenza, ma se è debole, il sistema immunitario deve dividersi su più fronti, riducendo la sua efficacia contro i virus». Ma, soprattutto a scopo preventivo, è raccomandato il vaccino antiinfluenzale: in particolare alle categorie a rischio, bambini, anziani tanto più se con problematiche croniche, personale medico e sanitario, donne anche in gravidanza a cui come ogni anno è offerto gratuitamente a partire dal 15 ottobre, data di partenza della Campagna Vaccinale.
«Quest’anno – dichiara Pregliasco – il vaccino sarà prevalentemente quadrivalente, conterrà cioè 4 virus: antigene analogo al ceppo A/Brisbane/02/2018 (H1Nl) pdm09; antigene analogo al ceppo A/Kansas/14/2017 (H3N2); antigene analogo al ceppo B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria/2/87), antigene analogo al ceppo B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata/16/88)». Sebbene non escluda il rischio di contrarre comunque l’influenza e non ripari dai virus para-influenzali, il successo del vaccino va misurato in ottica salvavita: è infatti dimostrato che riduca la mortalità legata all’influenza nei soggetti a rischio, ma anche le complicanze respiratorie e cardiovascolari. «Negli ultimi tempi – precisa ancora l’esperto – si è osservata la tendenza alla disaffezione alla vaccinazione e a sottovalutare la malattia, sottostimando i rischi associati all’influenza, se è mal gestita. È importante, invece, trattarla correttamente a tutte le età e proteggersi di più a mano a mano che l’età avanza. Spetta anche ai Medici di Medicina Generale sensibilizzare la popolazione alla vaccinazione: il loro coinvolgimento attivo ha fatto registrare un trend di adesione alla campagna vaccinale in crescita fra la popolazione senior, con punte del 52% di anziani vaccinati e del 14% in tutta la popolazione». Dati che si possono ancora migliorare, soprattutto quelli generali e fra i giovani; questi ultimi, soprattutto nella fascia di età fra 25 e 34 anni, più restii a mettersi medicalmente al riparo dall’influenza. «Raggiungere le coperture indicate dal Ministero della Salute – conclude Pregliasco – significa invece impattare sull’abbattimento del rischio di complicanze, che possono portare nei casi più gravi al decesso, e sulla salute della popolazione in generale». Infine, anche quest’anno è attivo l’Osservatorio Influenza (www.osservatorioinfluenza.it) che si propone come punto di informazione ed erogazione di consigli, attraverso il servizio “esperto on-line”, per chi desideri acquisire informazioni puntuali sulla vaccinazione e sull’influenza ma anche supporto per indirizzarsi al proprio medico o allo specialista di riferimento.
di Francesca Morelli