Lo conoscono il 92% delle donne e il 75% degli uomini: il Papillomavirus è responsabile ogni anno in Italia di quasi 5 mila casi di tumori HPV-correlati, attribuiti a infezioni croniche collegate a ceppi oncogeni del Papillomavirus umano (HPV). Numeri che aumentano il livello di attenzione attorno alle patologie HPV-correlate, percepite ancora come un pericolo esclusivamente al femminile, associato al cancro della cervice uterina e sottovalutando, quindi, l’importante incidenza che il virus può avere tra i maschi, vittime anch’essi di malattie causate dall’HPV come il cancro anale o i condilomi genitali. Il livello di informazione però non è ancora sufficiente e per questo MSD Italia ha deciso di impegnarsi in prima linea e lanciare la nuova Campagna Social “Il Papillomavirus non sceglie, tu sì”, in corso di approvazione al Ministero della Salute, che presenterà nell’hashtag #ioscelgo il proprio manifesto: un invito a genitori di figli adolescenti e a giovani donne ad agire con consapevolezza per il proprio futuro e quello dei loro figli. L’HPV non sceglie le proprie vittime: tutti però possono scegliere di prevenirlo attraverso la vaccinazione. La campagna sarà presente sui social: Instagram, Facebook e YouTube e sul portale aggiornato, www.ioscelgo.it, dove poter approfondire le informazioni sulle patologie e le opportunità di prevenzione.
Sebbene rimangano ancora molti aspetti da approfondire per una più completa consapevolezza dei rischi, in termini di conoscenza qualche passo in avanti è stato fatto. Secondo l’ultimo rapporto Censis, che ha analizzato il livello di consapevolezza dell’HPV tra i genitori di figli adolescenti, si è passati da un livello di conoscenza dell’85% nel 2017 all’88.3% di oggi, con una ricerca delle informazioni che passa sempre più attraverso i professionisti della salute (53.2% nel 2019, 39% nel 2017) piuttosto che tramite “dottor” Google (26.7% nel 2019 vs 30.7% nel 2017).
«Anche se la conoscenza sul Papillomavirus e sulla relativa vaccinazione appare tendenzialmente migliorata nel tempo, sa dunque cos’è l’HPV l’88,3% dei genitori e conosce la vaccinazione l’81,3%, mentre le percentuali superano il 90% tra le donne», puntualizza la dottoressa Ketty Vaccaro, Responsabile dell’Area Welfare e Salute del Censis. «Chi afferma di essere informato sa in realtà che l’HPV è responsabile del tumore alla cervice uterina; solo la metà dei genitori sa che l’HPV è causa anche di altri tumori, come quello dell’ano, del pene, della vulva, della vagina e di quello testa/collo; solo il 42% lo associa ai condilomi genitali e poco meno di un terzo pensa che il virus colpisca solo le donne. I media e in particolare Internet sono tra le fonti di informazione più considerate, a cui si affiancano il servizio vaccinale della ASL per i genitori e il ginecologo per le donne. Tuttavia, emerge un bisogno informativo solo in parte soddisfatto, sui rischi di contrarre il virus, i meccanismi con cui agiscono tutti gli strumenti di prevenzione e la loro efficacia».
L’indagine Censis riporta l’immagine di utenti che si fidano meno, rispetto al passato, dei contenuti presenti sulla Rete, soprattutto a causa della diffusa presenza di fake news che rendono lo spazio digitale povero di fonti scientifiche certificate.
Esistono oltre 200 tipi differenti di HPV, 13 dei quali vengono classificati ad alto rischio e possono causare il tumore della cervice uterina nelle donne e altri tumori HPV associati (ano, vagina, vulva, pene, cavità orale, faringe, laringe e condilomi genitali) anche nel maschio, categoria percepita non a rischio.
«L’infezione da HPV è molto frequente nella popolazione e viene trasmessa prevalentemente per via sessuale: ecco perché i numerosi Papillomavirus costituiscono una minaccia per tutti, fin dall’inizio dell’attività sessuale», commenta il professor Giancarlo Icardi, Professore Ordinario di Igiene presso l’Università di Genova. «Disponiamo di molte evidenze scientifiche che indicano come la giovane età e il numero dei partner sessuali rappresentino una condizione di rischio per contrarre l’infezione. Ne consegue che la strategia di prevenzione attraverso la vaccinazione ha come target primario gli adolescenti di entrambi i sessi al dodicesimo anno di età. L’attuale Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale raccomanda l’offerta della vaccinazione anti-papillomavirus ad una coorte supplementare di adolescenti di sesso femminile. Considerate le modalità di trasmissione è intuitivo come una strategia multi-coorte favorisca una più rapida riduzione della circolazione di HPV nella popolazione, consentendo di raggiungere la riduzione del numero di lesioni pre-cancerose e dei cancri dell’utero e dell’area ano-genitale».
Timori e pregiudizi sulla vaccinazione sono però molto diffusi e contribuiscono a spiegare i livelli ancora bassi di copertura vaccinale pari al 64.4% nelle ragazze, per la prima dose, e al 49.9%, per il ciclo completo; nei ragazzi invece la percentuale è ancora più bassa: 21,8% contro il 15,4% del ciclo completo.
Tra gli obiettivi della campagna, anche quello di dare una risposta chiara ad alcuni falsi miti legati alle patologie HPV-correlate. «Il vissuto da parte di molte donne HPV positive è variabile e può spaziare da situazioni di ansia, paura e rabbia, a vergogna, biasimo, rimorso, sovrastima dei rischi di cancro, preoccupazioni sulla perdita delle funzioni riproduttive, preoccupazioni sulle reazioni negative che potrebbero avere amici, familiari, partner sessuali e infine preoccupazioni sull’infedeltà del partner o vera e propria ostilità nei suoi confronti», spiega il dottor Carlo Antonio Liverani, Oncologia Ginecologica Preventiva Humanitas San Pio X di Milano.«Un bisogno urgente di trattamento, fino ad arrivare a cambiamenti nelle attività fisiche intime, rifiuto dell’attività sessuale, isolamento, depressione».
Proprio per evitare queste gravi conseguenze è importante la prevenzione con la vaccinazione. «Come donna, madre e moglie avverto la responsabilità della prevenzione per me e i miei familiari e mi informo da fonti attendibili», conclude la dottoressa Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di MSD Italia. «Per questo sento la necessità di impegnarmi nella diffusione di un messaggio importante: possiamo scegliere di prevenire l’insorgenza di pericolose malattie, regalando a noi e ai nostri figli un futuro libero dalla malattia, perché oggi il controllo del Papillomavirus e dei tumori correlati è alla nostra portata».
di Paola Trombetta