«Ho iniziato a 50 anni ad occuparmi della “mia” prostata con una visita medica. Non ho dato alcun peso ai consigli della specialista urologa, finché a 57 anni, durante una donazione di sangue, mi è stato evidenziato un valore alto di PSA. Sono allora ritornato dall’urologa, dalla quale ero in cura e, considerando i valori del PSA e i disturbi che avevo, mi ha consigliato una biopsia. Ero andato con la certezza di non avere nulla. E invece mi è stato diagnosticato un tumore! Un colpo basso al quale non ero per niente preparato. Il panico iniziale si è presto dissolto, consultando il sito dell’Associazione Europa Uomo Onlus, dove ho incontrato e parlato con uomini nella mia stessa situazione. Da lì ho capito l’importanza della condivisione, del dialogo, del confronto. E sono diventato io stesso “testimonial” di questa malattia».
È con convinzione che Giuseppe Autera, oggi membro del Comitato pazienti dell’Associazione Europa Uomo Italia Onlus, racconta il suo percorso di malattia, contro i tabù che ancora la circondano. E che sono ben rappresentati nella web sitcom in 5 puntate QUI PRO QUO, dove il protagonista Francesco, 50enne, tratta con ironia l’imbarazzo degli uomini nel prendersi cura della salute, soprattutto urogenitale. Eppure un semplice dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico) e, in caso di valori alterati, una visita dall’urologo potrebbero contribuire a ridurre l’impatto del tumore della prostata, che tuttora rappresenta la terza causa di morte per tumore nella popolazione maschile. Colpisce ogni anno in Europa circa 500 mila uomini ma, se diagnosticato precocemente, può essere trattato in maniera efficace, con buone probabilità di guarigione. È fondamentale però superare la vergogna, non sottovalutare i fattori di rischio, come l’età e la familiarità, parlare con la propria compagna e rivolgersi al medico per i controlli.
La web sitcom, in cinque episodi, è il fulcro della campagna“QUI PRO QUO Salute della prostata: stop agli equivoci, sì alla prevenzione”, promossa da Europa Uomo Italia Onlus e ONDA (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) con il patrocinio di Fondazione AIOM, SIU (Società Italiana di Urologia), SIUrO (Società Italiana di Urologia Oncologica), AIRO (Associazione Italiana Radioterapia e Oncologia clinica), AURO (Associazione Urologi Italiana), FFO (Fondazione per la Formazione Oncologica) e il contributo incondizionato di Astellas.
Per parlare del tumore della prostata e sfatarne i falsi miti, la web sitcom diretta da Alessandro Bardani e Paola Pessotracconta le vicende di una coppia di mezza età, in stile “Sandra e Raimondo”: Francesco, interpretato da Francesco Paolantoni, ed Emanuela (Emanuela Rossi) sono una coppia di mezza età che vive gli alti e bassi di una relazione di lunga data. Il tema della prevenzione della salute maschile si inserisce nelle dinamiche di una coppia litigiosa, ma l’affetto che li unisce sarà la chiave per spingere lui a fare i passi giusti verso la prevenzione. «Parlare di temi così delicati non è semplice, ma indispensabile, e la campagna QUI PRO QUO, con la sitcom diffusa sui canali social, è uno dei modi più efficaci per informare gli uomini sulla prevenzione del tumore prostatico e stimolarli a sottoporsi a periodici controlli», dichiara Maria Laura De Cristofaro, Presidente Europa Uomo Italia Onlus. In questa campagna, uomini e donne si sono alleati perché la donna è portatrice di cultura della buona salute e del prendersi cura del proprio corpo e trasmette queste conoscenze ai mariti/compagni e ai figli».
I sintomi non vanno mai sottovalutati: difficoltà a urinare, in particolare a iniziare la minzione, stimolo frequente, soprattutto di notte, difficoltà a mantenere un flusso costante (getto debole o intermittente), sensazione di non riuscire a svuotare del tutto la vescica, dolore quando si urina o durante l’eiaculazione, sangue nelle urine o nello sperma: campanelli d’allarme che possono essere meglio intercettati grazie al supporto della partner.
La donna è fondamentale nella prevenzione
«La donna, nella sua veste di caregiver (nove donne su 10 ogni giorno assistono un familiare malato), riveste una funzione fondamentale nel promuovere la prevenzione di certi problemi di salute che possono colpire il partner, come il tumore della prostata», conferma Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione ONDA. «È abituata a parlare in modo aperto e libero di problemi riguardanti la salute dell’apparato uro-genitale e con altrettanta libertà e delicatezza può avvicinare il compagno a queste tematiche, suggerendo di confidare i propri timori e di recarsi insieme dal medico per un controllo alla prostata, magari facendo leva sul desiderio di invecchiare insieme e in salute e di rimanere anche sessualmente attivi».
Il cancro della prostata è il più diagnosticato tra gli uomini over 50, con circa 37 mila nuovi casi nel 2019 (AIRTUM AIOM 2019). Si calcola che ogni italiano con più di 65 anni abbia circa il 3% di probabilità di morire a causa della malattia tumorale prostatica. «Si tratta di un tumore a lenta crescita nella maggior parte dei casi, con una sintomatologia spesso assente nelle fasi iniziali, il cui principale fattore di rischio è la familiarità per tumore prostatico», puntualizza Pietro Acquati, Dirigente Medico Urologo IRCCS San Donato di San Donato Milanese e Membro dell’Ufficio Ricerca della SIU (Società Italiana di Urologia). «La prevenzione prevede il semplice dosaggio del marcatore PSA e la visita urologica ogni due anni dopo i 50 anni. L’urologo è la figura di riferimento, insieme al medico di base e il “regista” degli approfondimenti diagnostici».
Gli approcci terapeutici personalizzati
«Diagnosi precoce, sorveglianza attiva e molteplici approcci terapeutici personalizzati sono le chiavi del successo», afferma Stefania Gori, Presidente Fondazione AIOM e Direttore di Oncologia Medica Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria, Negrar, di Verona. «La sorveglianza attiva è una strategia di trattamento che si basa su uno stretto monitoraggio del PSA, la ripetizione periodica di biopsie prostatiche e della visita clinica, al fine di rilevare tempestivamente l’eventuale progressione della malattia e avviare il paziente ad eventuale trattamento locale. In fase avanzata di malattia, invece, si può ricorrere all’ormonoterapia, associata o meno alla chemioterapia e, in caso di metastasi ossee, a farmaci che inibiscono il riassorbimento osseo e il danno scheletrico, oppure alla radioterapia o alla terapia radio-metabolica».
«La radioterapia riveste oggi una funzione preponderante come alternativa alla chirurgia, con intento curativo nella malattia localizzata, sia associata alla chirurgia dopo l’intervento, quando si riscontra un residuo di malattia, sia in caso di recidiva», sottolinea Dario Zerini, Dirigente Medico Divisione di Radioterapia, Istituto Europeo Oncologico (IEO) e Consigliere uscente del Gruppo di Studio AIRO Uro-Oncologico. «Ma la radioterapia oggi trova spazio anche in fase molto estesa di malattia, in particolare per il dolore da compromissione ossea e per migliorare la qualità di vita». I problemi legati alla sfera urologica e sessuale sono spesso fonte di grande imbarazzo per gli uomini e i controlli medici li spaventano. Proprio per non arrivare quando è più complicato a trattare il tumore della prostata, è necessario che l’uomo diventi consapevole del proprio corpo, impari a conoscerlo e a coglierne i campanelli d’allarme.
Comunicare per far conoscere e rendere consapevoli
«Comunicare vuol dire far conoscere e la conoscenza porta alla consapevolezza», commenta Pietro Presti, Vice Presidente Europa Uomo Italia Onlus e Direttore Fondazione Edo ed Elvo Tempia Onlus di Biella. «È questo l’obiettivo di campagne come QUI PRO QUO. Bisogna far cambiare prospettiva alla popolazione maschile rispetto a un tema, quello della prostata, che rimanda a paure, tabù e falsi pregiudizi, sia a livello psicologico sia fisico».
Affrontare una diagnosi di cancro della prostata e quello che questo comporta successivamente, non è facile per nessun uomo. È qualcosa che colpisce l’identità maschile, l’autostima e che cambia la quotidianità della coppia. Ognuno reagisce con le proprie risorse e l’aiuto di chi ha accanto. Ma gli uomini ne sanno ancora poco e spesso vengono colti alla sprovvista. «Uomini pieni di dubbi, pudori e poco consapevoli del proprio corpo e della propria salute», fa notare Lara Bellardita, Psicologa Clinica, Centro di Psicologia Città degli Studi, Consulente “Programma Prostata” Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano, Membro del Comitato scientifico di Europa Uomo Italia Onlus. «L’impatto di una diagnosi di cancro della prostata sulla coppia è traumatizzante e destabilizza il rapporto. Le coppie che mostrano maggiore resilienza sono quelle che riescono a comunicare, a parlare tra loro delle proprie emozioni».
La web sitcom QUI PRO QUO è curata con questo scopo da Pro Format Comunicazione e prodotta da Nicola Liguori e Tommaso Ranchino per MP FILM. I 5 episodi saranno caricati con cadenza settimanale su YouTube e sulla landing page di campagna www.prostataquiproquo.it e condivisi sui profili social. La landing page divulgherà contenuti informativi inerenti la prevenzione, i corretti stili di vita, la diagnosi e le terapie del tumore della prostata, con link ai siti delle Società scientifiche e Associazioni pazienti.
di Paola Trombetta