Happy hour aziendali, brindisi, cene pre-natalizie, cenoni di fine e inizio d’anno benaugurali: una maratona mangereccia nell’arco di una manciata di giorni, da cui non si passa indenni. Soccombono soprattutto stomaco e intestino che si scombussolano, prima e durante le festività, anche quando di norma stanno bene: e questo accade a due italiani su 3, secondo una ricerca condotta per conto di Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, su un campione di mille italiani dai 18 agli over 55 anni, di cui oltre il 48% donne.
Complici dei disagi, le quantità di cibo “fuori misura”, il cambiamento degli stili alimentari e di vita con orari di pasti e riposo sfasati e la riduzione dell’attività fisica. «Oltre alla quantità incide anche la qualità del cibo, più grassa, speziata e dolce durante le feste – afferma il professor Attilio Giacosa, Gastroenterologo e Docente all’Università di Pavia – bagnata da numerosi bicchieri di alcol, nemico della dinamica digestiva, e “condita” dal fumo che favorisce reflusso gastroesofageo, acidità, bruciore e dolore retrosternale». Un cocktail di disturbi gastrointestinali ben noto alle donne: gonfiore e meteorismo (44%), soprattutto in età più giovane, pesantezza di stomaco (33%), stitichezza (oltre 36%), reflusso gastroesofageo (25%) che condividono anche con gli uomini. Ad aggravare il contesto digestivo, lento e difficile, ci si mettono la corsa ai regali e la frenesia dei preparativi della festa, fonti di ansia e stress che, non a caso, somatizzano nello stomaco, il secondo cervello: «La correlazione tra stress e disturbi dell’apparato gastrointestinale è ben nota – aggiunge l’esperto – tanto che si parla dell’apparato digerente come di un secondo cervello e provoca sintomi, quali nausea, stipsi, diarrea, ma anche alterazioni della flora intestinale, disbiosi, associata a livello di stomaco con secreto biliare e pancreatico, contaminazione batterica dell’intestino tenue e motilità del colon». Per non parlare del tempo limitato, prima di Natale, che costringe a fare lo slalom tra impegni e sovraimpegni, rinunciando alle buone abitudini alimentari: «Mangiare velocemente o in modo vorace, senza masticare accuratamente – fa sapere Giacosa – o consumare molti pasti fuori casa in modo irregolare, alimenta questa serie di disturbi funzionali più probabili in chi convive con un’alimentazione scorretta, è in sovrappeso, fa poco movimento, fuma, beve molti alcolici e caffè». “Movimentare” la digestione, anche a Natale, è un toccasana: «Un’attività fisica moderata, come una passeggiata – ricorda il professore –favorisce i processi digestivi e lo smaltimento delle calorie in eccesso, soprattutto dopo pasti particolarmente sostanziosi».
Meglio è accompagnare il tutto con la pratica di 3 buone regole: anzitutto no a digiuni pre- festivi per arrivare “leggeri” alla prova di forza con forchetta e coltello che stimolano invece l’abbuffata una volta a tavola, preludio di cattiva digestione. «È invece corretto limitare l’assunzione di grassi – consiglia Giacosa – attraverso cibi e condimenti, facendo attenzione alle spezie ed evitando cotture troppo complesse come umidi e fritti».
In secondo luogo, consumare vegetali, fibre e legumi. «Questi alimenti aiutano a mantenere in attività la muscolatura intestinale – precisa l’esperto – evitando contrazioni “a vuoto” che possano causare dolore addominale, stimolare gonfiore o, se mancano dalla dieta, dare stitichezza».
Infine, non esagerare con i dolci della tradizione come torrone, panettone, pandoro, panforte, con brindisi e bollicine e limitare il fumo che, insieme, possono creare acidità e aumentare il reflusso gastroesofageo. «Non occorre rinunciare del tutto a dolcezze e golosità – dichiara ancora Giacosa – se non in caso di diabete o allergie: basta usare moderazione».
Invece, spesso ci si lascia andare: secondo la ricerca di Assosalute, più del 42% degli italiani, pur essendo soggetto a disturbi di stomaco e intestino, non modifica i propri comportamenti durante le feste; solo il 31% evita di mangiare dolci e fritti e bere alcolici; il 19% cerca di seguire una dieta equilibrata e 12% intensifica l’attività fisica, mettendo così un freno all’insorgenza delle varie sintomatologie. Talvolta non basta e un italiano su 2 (poco meno del 49%) ricorre all’uso temporaneo di farmaci di automedicazione. «I disturbi gastrici possono essere contrastati con antiacidi – suggerisce Giacosa – che bloccano l’acidità dello stomaco, antisecretivi che riducono la quota di succhi gastrici e il reflusso gastroesofageo, procinetici che stimolano la mobilità dello stomaco favorendone lo svuotamento, probiotici (fermenti lattici) che regolano gli squilibri della flora intestinale e, infine, antispastici contro coliche, spasmi e crampi». Dunque, passato il Natale e le festività sono, di norma, eliminati anche i disturbi gastrointestinali che dovrebbero scomparire o rientrare nei canoni abituali, salvo il manifestarsi di alcuni campanelli di allarme da non sottovalutare: dolore persistente o ingravescente nonostante l’uso dei farmaci, presenza di sangue per via orale o rettale, sempre meritevoli di un accertamento, calo ponderale involontario, senza avere fatto diete specifiche, un repentino cambiamento dei comportamenti intestinali con un peggioramento della stipsi o la comparsa di diarrea. «In tutti questi casi – conclude il professore – è bene approfondire immediatamente le cause con il medico o lo specialista per evitare danni o evoluzioni anche importanti». Perché se da un lato esiste più consapevolezza che questi disturbi possono essere prevenuti, dall’altro spesso si ricade nei propri errori: il piacere del cibo prende il sopravvento, sia nei giovani che negli adulti, e si continua a essere “battaglieri” a tavola pur sapendo di poter stare male. E a Natale, si rischia di guastare la festa!
di Francesca Morelli