Verità e falsi miti sulla contraccezione in inverno

Un brindisi di troppo, un bacio sotto il vischio, la calda atmosfera delle feste ed ecco che ci si trova a vivere una relazione occasionale. Il Capodanno e le festività natalizie, insieme all’estate, sono tra i momenti dell’anno più “garibaldini” in tema di rapporti intimi e sessuali, spesso non privi di preoccupazioni. Come il timore di avere contratto qualche malattia a trasmissione sessuale, la volontà di fare ritorno alla contraccezione, magari sospesa durante le festività, e di riprendere le normali abitudini di coppia. Preoccupazioni accresciute e alimentate, secondo SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), anche da una “falsa” informazione sulla contraccezione e dall’influenza che può esercitare sulla vita di coppia e sulla genitorialità. A fare chiarezza su verità e bufale riguardo sessualità e contraccezione, sono Roberta Rossi, sessuologa e Presidente Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica e Manuela Farris, specialista in Ginecologia e Ostetricia e membro della Società Italiana di Contraccezione (SIC), in una sorta di vademecum stilato in collaborazione con Bayer.

La pillola, un guaio per la bilancia! Cominciamo a smentire un’errata credenza: la contraccezione orale non fa ingrassare. Se, dopo le festività natalizie, vi siete ritrovate con qualche chilo di troppo, il capo di accusa deve ricadere con più probabilità su qualche golosità mangereccia, non sulla contraccezione che resta lo “strumento protettivo” più efficace per vivere una sessualità serena e sicura da gravidanze indesiderate. «Oggi – precisa e tranquillizza Rossi – sono disponibili anticoncezionali con dosaggi ormonali modulabili a seconda dell’esigenza e delle caratteristiche metaboliche della donna, da valutare insieme al ginecologo, per prevenire e controllare qualunque effetto collaterale».

Metto a rischio la mia fertilità. È opinione diffusa tra le donne che la pillola possa diminuire le probabilità di una (futura) gravidanza. Non è così: «I contraccettivi ormonali – precisa la dottoressa Farris – come la pillola, l’anello vaginale, il cerotto transdermico, la spirale ormonale (un dispositivo intrauterino medicato) o l’impianto sottocutaneo possono essere utilizzati anche per lunghi periodi, senza rischi per il desiderio di maternità della donna».

Via libera alla pillola dopo l’eventuale stop natalizio. È verissimo, l‘assunzione può essere ripresa in qualunque momento, per assicurarsi nuovamente l’adeguata azione protettiva; tuttavia mai senza avere ricevuto l’ok del ginecologo. Potrebbero esserci infatti variazioni in corso: «Una donna che in passato ha preso la pillola senza problemi – chiarisce Farris – potrebbe avere sviluppato condizioni che la rendono controindicata. Dunque, se al rientro dalle festività non si ha tempo di recarsi dal ginecologo e effettuare eventuali esami, meglio preferire un metodo barriera fino a diversa indicazione».

“Ho più voglia”. Non è un caso: i metodi contraccettivi possono migliorare e/o aumentare la libido. «Fra gli effetti collaterali più noti dei contraccettivi ormonali – fa sapere Rossi – c’è il calo del desiderio; tuttavia alcune sostanze contenute nella pillola possono migliorare la qualità dei rapporti sessuali grazie alla riduzione di alcuni effetti collaterali che compaiono soprattutto con l’età, come ad esempio la secchezza vaginale o, in età più giovane, eliminare le preoccupazioni di una gravidanza indesiderata, a vantaggio di un’intimità più “piacevole”».

Non c’è scelta per la coppia. Falso: i partner possono optare fra differenti soluzioni contraccettive, in grado di soddisfare le esigenze di un’intimità e sessualità serena e protetta, avvalendosi di figure professionali: il ginecologo di fiducia prima di tutto, ma anche fonti di informazione innovative e digital accreditate, come il sito Sceglitu della SIGO, il canale Instagram My Contraception Italia.

È solo una questione di donne. Nì: la scelta contraccettiva dovrebbe essere condivisa all’interno della coppia. «Ogni donna – conclude Rossi – dovrebbe scegliere il metodo contraccettivo più adatto alle proprie esigenze, grazie al supporto del ginecologo e anche del partner». Al fine di vivere un’intesa sessuale sicura, protetta, di qualità ad ogni età’ della relazione. Con gradimento anche del compagno, naturalmente.

di Francesca Morelli

Gli ormoni e il rischio depressione: gli esperti smorzano i toni

Ha fatto allarmare la recente comunicazione di AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) secondo cui potrebbe esistere una possibile associazione tra l’assunzione di contraccettivi ormonali e il rischio di depressione. Al riguardo occorre fare chiarezza per non ingenerare nelle donne che ne fanno uso, anche da tempo prolungato, timori e disorientamento, rappresentando la contraccezione uno strumento “alleato” della salute femminile generale e sessuale-riproduttiva e un mezzo terapeutico per altre problematiche, sia ginecologiche sia, in molti casi, dermatologiche. «Come Fondazione Onda – dichiara Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) – riteniamo fondamentale la corretta informazione in quest’ambito, affinché le donne, con il supporto del ginecologo, possano gestire al meglio la loro salute riproduttiva». Grazie anche alle terapie ormonali: «La nota di AIFA – aggiunge Rossella Nappi, Professore Ordinario all’Università di Pavia, membro del direttivo Onda e del direttivo della Società Internazionale di Endocrinologia Ginecologica (ISGE) – seppure inviti a riflettere sul forte legame tra ormoni della riproduzione e buon funzionamento del cervello femminile e sull’importanza di prescrivere la contraccezione ormonale in modo attento, può essere “dannosa” e “allarmante”. Innanzitutto per le donne che scelgono di diventare madri responsabilmente, evitando gravidanze indesiderate, che spesso esitano in aborti dal forte impatto psico-emotivo. O per le giovani che assumono preparazioni ormonali contraccettive per curare altre patologie importanti come l’endometriosi, la sindrome dell’ovaio policistico: la pillola viene spesso prescritta proprio in età adolescenziale quando il rischio di depressione è più elevato». C’è un altro aspetto da tenere in considerazione: «Nella nota AIFA – precisa Claudio Mencacci, Presidente Società italiana di NeuroPsicoFarmacologia e del Comitato scientifico Onda, nonché Direttore Dipartimento Neuroscienze e Salute mentale ASST Fatebenefratelli-Sacco, Milano – non viene evidenziato il campione delle donne selezionate. Non è chiaro se siano state escluse quelle che avevano già sofferto di ansia o di depressione e neppure è precisata la distinzione fra la tipologia di contraccezione usata, pillola estroprogestinica o progestinica, anello, cerotti transdermici, e di conseguenza il diverso impatto su umore, ansia, impulsività. Mentre è vero che le adolescenti di 15-19 anni restano più a rischio delle donne dai 20-34 anni: a loro va indirizzata una precisa comunicazione e attenzione nella prescrizione. In ultimo, “grande assente” è la partecipazione dell’uomo alla contraccezione, come progetto di coppia: ancora un doppio peso per le donne da portare fin dall’adolescenza».  F.M.

Articoli correlati